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Ora sarà più semplice aggiustare i telefoni: cosa dice la nuova legge sul diritto alla riparazione

Le aziende dovranno costruire gli elettrodomestici in modo che possano essere aggiustati “a un prezzo ragionevole” anche dopo la scadenza della garanzia. Via libera anche ai negozi specializzati: potranno sostituire le parti rotte con pezzi di seconda mano o stampati in 3D.
A cura di Velia Alvich
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C’era una volta, in un’epoca lontana, un mondo in cui gli oggetti potevano essere riparati. Anche i telefoni cellulari avevano lo stesso diritto, a partire dalle batterie che potevano addirittura essere sostituite. Questo mondo è scomparso pian piano e così gli elettrodomestici, grandi e piccoli, sono diventati oggetti da sostituire al primo difetto.

Suona come una fiaba, ma è la realtà. E avrà anche un lieto fine. Presto i cittadini europei potranno fare valere il proprio diritto di aggiustare quello che si è rotto grazie a una serie di nuove regole che proteggono il cosiddetto “diritto alla riparazione”, che è un vantaggio non solo il cittadino ma anche l'ambiente.

Cosa prevede la nuova legge europea sul diritto di riparazione

Fino a oggi le regole europee prevedevano solo che la garanzia coprisse almeno due anni dall'acquisto del prodotto. Una garanzia, però, che spesso portava alla sostituzione dell'oggetto rotto. La nuova legge appena approvata dal Parlamento europeo estende i diritti dei consumatori, a partire da quello che succede dopo che è scaduta la garanzia: anche in questo caso, i produttori saranno obbligati a fornire assistenza per aggiustare "elettrodomestici comuni" come lavatrici, aspirapolveri e smartphone.

I cambiamenti più importanti, comunque, arriveranno sui prodotti che si rompono quando sono ancora in garanzia. In primo luogo, sarà il consumatore a poter scegliere se sostituire l'oggetto con uno nuovo oppure se preferisce ripararlo. E secondo le nuove regole, il costo per sistemarlo deve essere "ragionevole", così che il consumatore non sia spinto per ragioni economiche a preferire la sostituzione.

Come funzionerà la riparazione degli elettrodomestici e quando arriverà in Italia

Una legge che non solo principi ma anche istruzioni. Per poter applicare le nuove regole, il Parlamento Europeo ha anche definito come deve essere garantito il diritto alla riparazione. Tutto comincia dai fabbricanti, che saranno obbligati a fornire pezzi di ricambio per i prodotti venduti, ma anche gli strumenti per sistemarli. E nelle produrre i dispositivi si dovrà evitare di usare hardware e software che ostacolino le riparazioni.

Nuove indicazioni anche su come si potranno effettuare gli interventi e chi sarà autorizzato a farli. I negozi specializzati in riparazioni potranno sostituire tutte le parti degli elettrodomestici, anche comprando pezzi di ricambio di seconda mano o addirittura stampandoli in 3D. La stessa Unione europea (Ue) lancerà una piattaforma online per aiutare nella ricerca non solo di negozi per la riparazione, ma anche per trovare rivenditori di prodotti usati e chi invece compra di proposito oggetti difettosi.

Cambia anche la durata della garanzia: se un prodotto necessita una riparazione entro i due anni canonici, la garanzia sarà estesa di un altro anno. E se il prodotto è stato già riparato una prima volta da un negozio non ufficiale, il rivenditore non potrà rifiutarsi di ripararlo una seconda volta.

Prima che entri in vigore bisognerà aspettare un po' di tempo. Dopo essere passato dall'approvazione del Parlamento europeo, dovrà passare anche dal Consiglio dell'Unione europea. Quando avrà superato anche questa fase normativa e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, i Paesi membri dell'Ue (compresa l'Italia) avranno due anni di tempo per integrarla nelle leggi nazionali.

Quali sono i punti critici delle nuove disposizioni sulla riparazione

Un successo per il consumatore e per l'ambiente, considerato che ogni anno vengono prodotti milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, cioè quelli generati dai dispositivi come smartphone e tv. Non per questo, però, mancano delle critiche alla nuova legge europea. La stessa Rights to Repair, una coalizione di organizzazioni che si è battuta a lungo proprio per il diritto alla riparazione, ha sollevato delle obiezioni. "Si tratta di un passo nella giusta direzione di riparazioni accessibili", scrivono in un comunicato. "Ma bisogna sottolineare che con l'adozione di questa legge, abbiamo mancato una grande opportunità per creare un mercato europeo per le riparazioni veramente equo".

A finire sotto esame è soprattutto l'assenza di una definizione di "prezzi ragionevoli" quando si tratta di aggiustare un prodotto. Una zona grigia che, alla fine, potrebbe avvantaggiare le stesse aziende. Non è sola clausola che potrebbe creare una scappatoia per le compagnie produttrici. L'eccezione all'obbligo di fornire una riparazione, cioè quando non si può aggiustare un elettrodomestico per "legittimi e oggettivi fattori che includono la protezione della proprietà intellettuale", presta il fianco alle aziende.

Un caso che potrebbe essere sfruttato da Apple, per esempio, che pratica il cosiddetto "parts pairing": se una parte dello smartphone viene sistemata con un pezzo non ufficiale, i clienti riceveranno numerose notifiche per avvisare che è stata fatta una sostituzione non autorizzata. E, in casi come questi, alcune funzionalità del telefono vengono bloccate, come il riconoscimento facciale per sbloccare lo schermo.

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