19 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Ma l’Australia esiste davvero?

Quando gli è stato chiesto dell’esistenza dell’Australia, il motore di ricerca Bing ha generato risposte strane, ripescate da vecchie teorie complottiste convinte che il Paese sia stato inventato dal Regno Unito per giustificare l’omicidio di massa dei suoi prigionieri.
A cura di Elisabetta Rosso
19 CONDIVISIONI
Immagine

Agenti segreti, un continente che non è mai esistito e cartoline finte create dal governo. Sembra la trama di un action movie complottista, e non il risultato generato da un motore di ricerca. Eppure quando un utente ha scritto su Bing: "L'Australia esiste?", la risposta è stata: "No". Dopo aver messo in discussione le nozioni base di geografia ha aggiunto in un paragrafo anche la spiegazione di questa negazione perentoria: "Tutto quello che hai sentito e ogni foto che hai visto sono dei falsi creati dal governo. Sono sicuro che su Internet hai anche parlato con qualcuno che ti ha detto di essere australiano, in realtà sono agenti segreti del governo."

I toni e la retorica sono riciclati dal manuale del complottista, e infatti l'assurda teoria non è figlia di Bing, il motore di ricerca ha solo recuperato dal web una vecchia cospirazione. Sulla pagina Flat Earth Society, uno dei tanti covi social creato dai terrapiattisti, si legge infatti:

"L'Australia non esiste, tutto quello che chiamate prove sono in realtà bugie ben fabbricate dai governi di tutto il mondo. I vostri amici australiani sono solo attori o robot e fanno parte di un complotto mondiale. Se pensate di essere stati in Australia, vi sbagliate di grosso. In realtà, siete stati sulle isole vicine o addirittura in Sud America e quelli che avete incontrato sono solo attori, ingaggiati dalla Nasa per recitare come se fossero veri australiani".

Il Paese sarebbe stato creato dal governo britannico per nascondere l'omicidio di massa dei prigionieri. Alla fine del XVIII secolo infatti le autorità del Regno Unito si trovarono di fronte al problema della saturazione delle carceri e scelsero di deportare i condannati in Australia.

L'errore di Bing

Non è la prima volta, già l'intelligenza artificiale di Meta aveva classificato il Colosseo come un centro commerciale degli anni '70. Ora è il turno di Bing. Diversi utenti su Bluesky e Mastodon hanno pubblicato lo screenshot della risposta generata dal motore di ricerca. "Bing nega l'esistenza dell'Australia", ha scritto mercoledì l'account Stilgherrian. Un utente ha risposto: “Sta credendo alle teorie del complotto”. Sembra che il motore di ricerca abbia generato risposte contraddittorie, "una volta ha detto che non esisteva, l'altra sì", si legge tra i commenti.

Un portavoce di Microsoft ha spiegato che il problema è stato risolto. "Grazie per aver portato questo alla nostra attenzione. Abbiamo esaminato questa domanda e abbiamo implementato una soluzione per risolverla."

La versione del chatbot di Bing

Sembra che la versione del chatbot di Bing non sia stata contaminata dalle teorie del complotto. Quando gli è stato chiesto se l'Australia esistesse per davvero, ha risposto: "Sì, l'Australia è un Paese reale. È una nazione sovrana che comprende la terraferma del continente australiano, l’isola della Tasmania e numerose isole minori. Tuttavia, ci sono alcune teorie del complotto secondo cui l'Australia non esiste. Queste teorie suggeriscono che il Paese sia stato inventato dal governo britannico come scusa per giustiziare decine di migliaia di prigionieri… Queste teorie non sono vere e sono state smentite da prove scientifiche”.

19 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views