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Entro il 2100 il mondo sarà pieno di città fantasma: lo studio che mostra un futuro di deserti

I ricercatori dell’Università dell’Illinois hanno pubblicato una ricerca dove mostrano le conseguenze del calo demografico nei grandi centri abitati. Tra queste l’interruzione dei servizi a causa del deterioramento delle infrastrutture.
A cura di Elisabetta Rosso
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Nel 1966 esce "Make Room! Make Room!", il romanzo distopico di Harry Harrison. Immagina una New York sovrappopolata da trentacinque milioni di abitanti alla vigilia dell'anno duemila. Spesso la fantascienza è riuscita in qualche modo a prevedere tendenze future. Non è questo il caso. Anzi. Uno studio pubblicato su Nature dai ricercatori dell’Università dell’Illinois, ha rivelato che entro il 2100 un crollo demografico potrebbe trasformare le metropoli in città fantasma. "Le implicazioni di questo massiccio calo della popolazione porteranno ad affrontare sfide senza precedenti, che potrebbero portare a interruzioni dei servizi di base come i trasporti, l’acqua pulita, l’elettricità e l’accesso a Internet", si legge nello studio. Con meno residenti, per esempio, i supermercati potrebbero chiudere in alcune aree provocando dei "deserti alimentari".

Lo studio si basa sui dati del censimento della popolazione statunitense nell’arco di 20 anni per 24.000 città, hanno poi applicato le tendenze previste a cinque possibili scenari climatici futuri chiamati Percorsi socioeconomici condivisi. "Utilizzando le proiezioni demografiche abbiamo scoperto che, entro il 2100, quasi la metà delle 30.000 città degli Stati Uniti dovrà affrontare una sorta di declino demografico", cambia a seconda dello scenario climatico applicato. I dati mostrano che il 64% dei centri abitati potrebbero subire un calo del il 12-23% della popolazione.

Le conseguenze dello spopolamento

"I risultati hanno rivelato che circa la metà delle 30.000 città statunitensi rischiano di perdere popolazione entro il 2100. Poiché lo spopolamento è un fenomeno multiforme che porta con sé sfide sociali, economiche e ambientali, lo spopolamento della metà delle città avrà conseguenze", tra queste l'interruzione o il ridimensionamento dei servizi per il deterioramento delle infrastrutture. 

"Alcune delle conseguenze affrontate dallo spopolamento delle città includono il mantenimento delle strade in condizioni adeguate, l’offerta di alternative di viaggio per le persone che non possono guidare, la fornitura di acqua pulita, il mantenimento di una pressione sufficiente nei sistemi di distribuzione dell’acqua, il mantenimento delle fognature sanitarie e delle acque piovane, la fornitura di elettricità in modo sicuro e affidabile, la gestione rifiuti solidi in modo adeguato, e fornire opzioni abitative a prezzi accessibili."

Pianificare le città del futuro

"Il modo in cui stiamo pianificando ora è tutto basato sulla crescita, ma quasi la metà delle città negli Stati Uniti si stanno spopolando", ha spiegato l'autrice Sybil Derrible, ingegnere urbano presso l'Università dell'Illinois. “La conclusione è che dobbiamo abbandonare la pianificazione basata sulla crescita, che richiederà un enorme cambiamento culturale nella pianificazione e nell’ingegneria delle città”.

Tutti gli Stati americani dovranno affrontare il calo demografico, a eccezione del Distretto della Columbia (Carolina del Sud) e delle Hawaii. Il nord-est e il Midwest saranno i più colpiti, mentre il Texas e lo Utah, che in questo momento stanno registrando un boom demografico, secondo lo studio subiranno entro il 20100 uno spopolamento dei centri urbani. Ma non si tratta solo degli Stati Uniti, come ha spiegato Justin Hollander, esperto di pianificazione urbana della Tufts University, “lo spopolamento è ovunque, e il documento ha ragione a chiedere che le città affrontino questo fatto e inizino a prepararsi onestamente per questo possibile futuro". Sarà quindi necessario iniziare sin da subito a rivedere le infrastrutture in vista del crescente calo demografico.

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