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Scoperte creature fossili di 500 milioni di anni con tre occhi e cervelli ben conservati

Nel sito di Burgess Shale sono stati trovati oltre 80 fossili di creature con cervelli e tre occhi perfettamente conservati. Hanno mezzo miliardo di anni.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Current Biology
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In un noto deposito paleontologico del Canada sono stati scoperti i fossili perfettamente conservati di decine di invertebrati vissuti 500 milioni di anni fa. A rendere questi reperti preistorici particolarmente preziosi vi sono i meravigliosi dettagli del tessuto nervoso (cervello) e la presenza di tre occhi. Secondo gli esperti le strutture interne sono così ben mantenute che sembra che gli animali “siano morti ieri”, pur risalendo al Cambriano, ovvero a mezzo miliardo di anni fa.

A scoprire e descrivere i fossili di questi invertebrati, appartenenti all'ordine dei Radiodonti e alla classe dei Dinocaridi, sono stati i due scienziati canadesi Joseph Moysiuk e Jean Bernard Caron, entrambi del Dipartimento di Ecologia e Biologia Evolutiva dell'Università di Toronto. I ricercatori hanno concentrato le loro indagini su circa 270 esemplari di Stanleycaris hirpex fossilizzati negli scisti del Cambriano di Burgess Shale, un sito di fossili balzato agli onori della cronaca internazionale per la stranezza degli animali rinvenuti. I Radiodonti erano tra i più iconici e bizzarri, pur essendo lontanamente imparentati con gli attuali artropodi, come insetti e ragni.

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In oltre 80 di questi fossili si sono perfettamente conservate le tracce dei cervelli e degli occhi. “Sebbene i cervelli fossilizzati del periodo Cambriano non siano nuovi, questa scoperta si distingue per la sorprendente qualità della conservazione e il gran numero di esemplari”, ha dichiarato il professor Moysiuk in un comunicato stampa. “Possiamo persino distinguere dettagli fini come i centri dell'elaborazione visiva che servono i grandi occhi e le tracce di nervi che entrano nelle appendici. I dettagli sono così chiari che è come se stessimo guardando un animale morto ieri”, ha aggiunto con entusiasmo lo scienziato.

I ricercatori hanno osservato che il cervello di Stanleycaris era composto da due parti principali, il protocerebrum e il deutocerebrum, mentre il cervello degli artropodi moderni è tripartito (la terza parte è il tritocerebrum). Secondo gli autori dello studio questa ripartizione a tre si è evoluta proprio a partire da una condizione bipartita. La presenza del terzo occhio ha inoltre stupito molto gli esperti, dato che fino ad oggi non era mai stata osservata nel genere in questo genere. “La presenza di un enorme terzo occhio in Stanleycaris era inaspettata. Sottolinea che questi animali avevano un aspetto ancora più bizzarro di quanto pensassimo, ma ci mostra anche che i primi artropodi avevano già sviluppato una varietà di sistemi visivi complessi come molti dei loro moderni parenti”, ha spiegato il professor Caron.

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Questi animali avevano una dimensione massima di 20 centimetri, anche se la maggior parte di essi non superava gli 8 centimetri. Secondo gli autori dello studio erano abili predatori di piccoli animali. I dettagli della ricerca “A three-eyed radiodont with fossilized neuroanatomy informs the origin of the arthropod head and segmentation” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Current Biology.

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