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Il Mediterraneo era una valle arida fino a 5 milioni di anni fa

Catastrofiche inondazioni, note come l’alluvione zancleana, hanno causato l’innalzamento del livello del mare di 10 metri al giorno.
A cura di Valeria Aiello
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Il bacino del mar Mediterraneo in una elaborazione da foto satellitari / Credit: NASA
Il bacino del mar Mediterraneo in una elaborazione da foto satellitari / Credit: NASA

Il Mar Mediterraneo, come lo conosciamo oggi, è molto diverso da quello che era in passato. Crocevia di storie e culture, è da sempre parte integrante della nostra vita ma, dalla sua formazione (circa 250 milioni di anni fa), il Mare nostrum ha profondamente cambiato aspetto nelle diverse ere geologiche. Verso la fine del Miocene, circa 6 milioni di anni fa, forse a causa di fasi glaciali e/o eventi sismici tra la placca euroasiatica e quella sudafricana, l’afflusso d’acqua dall’Oceano Atlantico venne interrotto più volte, il che rese il Mediterraneo un mare isolato. Ciò determinò il suo quasi totale prosciugamento, trasformandone la superficie in una serie di laghi evaporitici e valli aride nel corso un evento noto come crisi di salinità del Messiniano. Circa 5 milioni di anni fa, il Mediterraneo appariva dunque come una vasta distesa desertica, che in alcuni punti raggiungeva diversi chilometri sotto il livello degli oceani. Ma cosa ha reso il Mediterraneo il bacino che conosciamo? E cosa ha causato il suo nuovo innalzamento?

Inondazioni catastrofiche hanno riempito il Mediterraneo

Ad aver determinato la fine di questa crisi ambientale, all’inizio del Pliocene, sarebbero state enormi inondazioni che avrebbero riempito il Mediterraneo, fornendo abbastanza acqua da ripristinare nuovamente il livello del mare in meno di due anni. La principale prova a sostegno di questa ipotesi, che prende il nome di alluvione zancleana, o diluvio dello Zancleano, dalla sua scala temporale geologica, è un canale di erosione lungo quasi 390 km e profondo diverse centinaia di metri che, ha recentemente spiegato Daniel Garcia-Castellanos, geofisico presso l’Istituto Jaume Almera di Scienze della Terra a Barcellona, in Spagna, si estende dal Golfo di Cadice (Oceano Atlantico) al bacino algerino (Mediterraneo occidentale). In altre parole, il Mar Mediterraneo si è (ri)formato dall’alluvione più spettacolare della storia della Terra, quando l’acqua dell’Atlantico ha fatto breccia nella catena montuosa che unisce l’Europa e l’Africa, riaprendo la connessione tra Mediterraneo e Oceano nello Stretto di Gibilterra. “Al picco dell’evento di inondazione, l’acqua si riversava a una velocità di 100 milioni di metri cubi al secondo” ha calcolato l’esperto.

L’alluvione, nello specifico, è stata innescata 5,3 milioni di anni fa dalla subsidenza del fondale marino che ha causato il crollo di una dorsale terrestre tra l’Atlantico e il bacino del Mediterraneo. Il crinale collegava le catene montuose Betic e Rif che abbracciano le coste della moderna Spagna e del Marocco. Quando l’acqua ha iniziato a riversarsi attraverso lo stretto, ha eroso il crinale fino a quando il flusso è diventato “un’inondazione catastrofica” che ha innalzato il livello del Mediterraneo di oltre 10 metri al giorno.

L’ondata d’acqua ha creato un canale largo diversi chilometri, che sarebbe diventato lo Stretto di Gibilterra. “Il flusso è aumentato rapidamente fino a diventare veramente catastrofico aveva commentato l’esperto, riportando su Nature i dati del modello sviluppato con i suoi colleghi, secondo cui la pendenza verso il Mediterraneo era di circa due gradi. “La colonna d’acqua che scendeva da quel pendio era profonda diverse centinaia di metri, e in un canale come questo, avrebbe raggiunto velocità di oltre 100 km all’ora”.

Secondo i calcoli, il 90% delle acque di piena sarebbero state scaricate nel bacino del Mediterraneo in un periodo compreso tra pochi mesi e due anni (“Un evento istantaneo su scale temporali geologiche” fa notare Garcia-Castellanos), con una portata di circa 100 milioni di metri cubi d’acqua al secondo, il che ha creato il lungo canale di erosione attraverso lo stretto. Oggi il Mediterraneo contiene circa 4 milioni di metri cubi d’acqua.

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