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Covid 19

Forse abbiamo capito perché alcune persone non si ammalano di Covid

Lo ha scoperto un team di ricerca australiano che ha identificato una nuova proteina in grado bloccare il virus e prevenire l’infezione.
A cura di Valeria Aiello
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Un’interessante scoperta dei ricercatori australiani potrebbe finalmente dare una spiegazione a uno degli aspetti più controversi della pandemia, rivelando perché alcune persone non si ammalano di Covid mentre altre rischiano di sviluppare forme gravi della malattia. Nel ricercare la ragione di questa forte disomogeneità, gli studiosi si sono imbattuti in una proteina in grado di bloccare il virus e prevenire l’infezione. Questa proteina, chiamata LRRC15, è un recettore espresso sulla superficie delle cellule umane, proprio come l’ACE-2 che è stato rapidamente identificato come la via di ingresso del virus all’interno delle cellule. Tuttavia, anziché permettere l’infezione, il recettore LRRC15 ha dimostrato di legare e sequestrare il virus, agendo come una sorta di velcro molecolare che impedisce al patogeno di infettare. L’identificazione di questa proteina e il suo meccanismo d’azione sono stati descritti in uno studio appena pubblicato su Plos Biology.

Cos’è LRRC15, la proteina che blocca il Covid

LRCC15, acronimo di leucine-rich repeat-containing protein 15 (proteina 15 contenente ripetizione ricca di leucina) è una recettore che attraversa completamente la membrana di diversi tipi di cellule, come quelle che rivestono i polmoni, ma anche di pelle, lingua e tonsille, ed è inoltre espresso nei fibroblasti, nella placenta e nei linfonodi. I ricercatori hanno però scoperto che, nei polmoni delle persone sane, il recettore non è particolarmente abbondante, rispetto a quelli dei pazienti Covid, in cui è presente molta più proteina. “Pensiamo che questa proteina appena identificata possa far parte della risposta naturale del nostro corpo alla lotta contro l’infezione, creando una barriera che separa fisicamente il virus dalle nostre cellule polmonari più sensibili al Covid-19” ha affermato il dottor Lipin Loo, ricercatore post-dottorato del Charles Perkins Center dell’Università di Sydney e co-autore principale dello studio insieme allo studente di dottorato Matthew Waller.

Lo studio è uno di tre documenti indipendenti che rivelano l’interazione di questa specifica proteina con il Covid-19. “Insieme ad altri due gruppi di ricerca, uno a Oxford, l’altro a Brown e Yale negli Stati Uniti, abbiamo scoperto questo nuovo recettore che può fermare SARS-CoV-2 – ha precisato il professor Greg Neely, docente del Genomica funzionale presso l’Università di Sydney a capo del team di ricerca – . Per me, come immunologo, il fatto che esista un recettore immunitario naturale di cui non sapevamo, che riveste i nostri polmoni e blocca e controlla il virus, è pazzesco”.

La scoperta ha aperto la strada un’area completamente nuova di ricerca immunologica, offrendo un percorso promettente per lo sviluppo di nuovi medicinali per la prevenzione dell’infezione da coronavirus. “Ora possiamo utilizzare questo nuovo recettore per progettare farmaci ad ampia azione in grado di bloccare l’infezione virale” ha aggiunto il professor Neely che, valutando il funzionamento del nuovo recettore insieme al suo team, ha anche scoperto che la stessa proteina è addirittura in grado di sopprimere la fibrosi polmonare, una condizione spesso associata al Covid, in cui il tessuto polmonare si cicatrizza e si ispessisce, causando difficoltà respiratorie.

I ricercatori ritengono che l’LRRC15 possa inoltre fornire un’indicazione importante sulla gravità della malattia, come sostenuto anche da un team indipendente dell’Imperial College di Londra. “Hanno scoperto in modo indipendente che l’assenza di LRRC15 nel sangue è associata a forme di Covid più gravi, il che supporta ciò che pensiamo stia accadendo – ha spiegato il dottor Loo – . Minori quantità di questa proteina sono associate a forme di Covid più serie, mentre averne di più può significare una malattia meno grave. E ora stiamo cercando di capire esattamente il perch”.

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