Cosa succede davvero al tuo corpo quando ti abbuffi a Natale
Con le festività natalizie arrivano anche le immancabili abbuffate durante pranzi e cenoni, tra portate infinite e un susseguirsi di prelibatezze ricche di grassi, sale, zuccheri e altri composti non esattamente salutari in quelle quantità industriali. Ma quanto fa davvero male al nostro organismo rimpinzarsi fino a “scoppiare” in queste occasioni speciali, in cui si ingurgitano molte più calorie di quelle che si assumono normalmente? A rispondere a questa domanda è il dottor Stephen Juraschek, internista presso il Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, che in un'intervista al TIME ha spiegato quali insidie deve affrontare il nostro corpo durante queste maratone alimentari.
Partendo del presupposto che i cenoni della vigilia di Natale e di Capodanno siano davvero occasioni straordinarie, nel senso che si mangia molto più di quanto non lo si fa abitualmente, la prima “sfida” per l'organismo è un'insolita espansione dello stomaco, che deve appunto sopportare una massa di cibo ben più voluminosa del normale. L'organo ha una parete elastica ed è naturalmente progettato per ampliare il proprio volume, tuttavia quando si esagera possono manifestarsi dolori gastrici, bruciore, acidità, reflusso gastroesofageo, spossatezza e altri disturbi. I problemi principali non riguardano comunque la meccanica. Come spiegato dal dottor Juraschek, man mano che si accumula il cibo si verifica un picco di zuccheri nel sangue mentre i carboidrati (come quelli contenuti in pasta, pane e dolci) vengono convertiti in glucosio. Nel frattempo il metabolismo legato ai grassi e al sale, di cui i cibi natalizi sono spesso carichi, fanno salire i parametri relativi alla pressione sanguigna, al colesterolo e alla ritenzione dei liquidi.
Nelle persone in salute questi picchi dovrebbero diminuire entro un paio d'ore dalla conclusione del pasto, spiega l'esperto, sviluppando solo sintomi lievi come sensazione di gonfiore, bruciore di stomaco, mal di testa e simili. In alcuni casi è possibile sentire fredde le estremità del proprio corpo, come dita delle mani e piedi, perché la maggior parte del sangue viene convogliato negli organi interni durante la digestione. Il problema sorge in presenza di altre condizioni croniche come il diabete e patologie cardiovascolari, per le quali parametri metabolici e vitali sballati (come una frequenza cardiaca molto elevata e la pressione alle stelle) possono comportare un significativo pericolo per la salute. Sebbene il termine “moderazione” non sia affatto di casa durante le abbuffate delle festività, gli esperti sottolineano che i soggetti con determinate fragilità debbono seguire scrupolosamente le indicazioni del dietologo / nutrizionista. Una fetta di pandoro o panettone e un piatto di timballo a Natale non li si nega praticamente a nessuno, ma appunto diventa fondamentale non esagerare con determinati quadri clinici.
Come spiegato dal dottor Juraschek, comunque, è improbabile avere effetti a lungo termine a causa dell'abbuffata, se appunto è realmente sporadica. Ciò indipendentemente dal quantitativo di calorie ingurgitato. “Ci sono 365 giorni in un anno. Se mangi tre pasti in un giorno, stiamo parlando di oltre 1.000 pasti in un anno”, ha affermato al TIME la celebre dietista americana Dawn Jackson Blatner. “Quello che stai consumando durante qualche festa qua e là non avrà alcun impatto duraturo sulla salute e sul peso, se dopo tornerai alla tua normale alimentazione sana”, ha chiosato l'esperta. Il collega specifica inoltre che c'è solo una quantità limitata di calorie che si possono assorbire durante un pasto, tutto il resto diventerà inevitabilmente rifiuto organico. “Sì, otterrai calorie in eccesso dal pasto, ma ce n'è solo una certa quantità che puoi assorbire in una sola abbuffata. Ciò di cui ci preoccupiamo davvero è un modello alimentare a lungo termine”, ha chiosato l'esperto.
Tra i consigli dei due esperti di nutrizione per “affrontare” le abbuffate vi è quello di mangiare più lentamente, perché in questo modo si determina un “maggiore senso di sazietà dal cervello”, dunque ci si sazia prima e si evita di fare bis e tris delle già abbondanti portate. Un altro consiglio è quello di una bella passeggiata dopo il pasto, che fa bene all'umore e alla salute. In conclusione, se l'abbuffata è davvero occasionale, la maggior parte delle persone non dovrebbe preoccuparsi troppo, “ma concentrarsi sul godersi il tempo con la famiglia”, conclude il dottor Juraschek.