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Cosa succede al tuo corpo quando smetti di fumare le canne

Anche la cannabis può determinare dipendenza, anche se i sintomi dell’astinenza sono significativamente più lievi e di durata inferiore di quelli determinati da altre sostanze, come cocaina ed eroina.
A cura di Valeria Aiello
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In molti sono convinti che fumare le canne non determini dipendenza dalla cannabis, eppure un crescente numero di ricerche sta dimostrando che chi smette di fumarle può sperimentare i sintomi dell’astinenza. Questi sintomi, fortunatamente, tendono ad essere significativamente più lievi e di durata inferiore rispetto a quelli dovuti all’astinenza da altre sostanze, come la cocaina e l’eroina: i più comuni sono ansia, irritabilità, perdita dell’appetito e disturbi del sonno.

Questo accade perché alcune sostanze interferiscono con la segnalazione della dopamina a livello cerebrale, per cui quando si abusa delle stesse si verifica una sottoregolazione dei neuroni dopaminergici. Di conseguenza, chi fa frequente uso di stupefacenti può spesso sperimentare depressione e una ridotta capacità di provare piacere dopo aver smesso di assumerle. Tuttavia, alcuni studi hanno indicato che la cannabis non riduce la disponibilità di neuroni della dopamina, pur osservando che i fumatori cronici di marijuana presentano alterazioni nella segnalazione che potrebbero comunque determinare un certo grado di disagio emotivo durante l’astinenza.

Gli studi sulla dipendenza dalla cannabis hanno inoltre indicato che alcune delle sue componenti psicoattive, come il tetraidrocannabinolo (THC), sottoregolano i recettori dei cannabinoidi nel cervello e, in particolare, il recettore CB1 che è l’obiettivo principale di un neurotrasmettitore chiamato anandamide. Questa sottoregolazione si traduce in una ridotta capacità del recettore di rispondere all’anandamide, una molecola nota per la sua capacità di generare un senso di euforia, per cui è possibile che i forti consumatori di cannabis non provino più le sensazioni che sperimentavano prima di raggiungere questa sorta di assuefazione. Una review pubblicata sul Journal of Neuroimmune Pharmacology ha però evidenziato che la sottoregolazione del CB1 può risolversi entro quattro settimane dall’interruzione del consumo di cannabis, per cui è improbabile che i sintomi di astinenza persistano troppo a lungo.

In genere, la prima settimana dopo aver smesso di fumare, è la più difficile. Secondo diversi studi, le persone con un consumo problematico di cannabis normalmente iniziano a sperimentare un aumento dell’ansia e dell’irritabilità entro un giorno o due dall’abbandono, e che questi sintomi in genere iniziano a diminuire dopo circa quattro giorni, tornando al valore di base dopo una o due settimane.

Altri sintomi come i disturbi del sonno e sogni strani e vividi, tuttavia, possono aumentare per circa nove o dieci giorni, raggiungendo il loro apice, sebbene possano persistere per più tempo, prima di risolversi dopo circa sei settimane. È però probabile che tali sintomi di astinenza colpiscano solo le persone con un consumo problematico di cannabis, come coloro che ne hanno fatto uso per molti anni, sviluppando dipendenza.

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