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Cambiamenti climatici

Il ghiacciaio dell’Apocalisse sta “morendo”: impatto catastrofico globale possibile in 10-20 anni

Grazie a indagini satellitari gli scienziati hanno determinato che il Thwaites, il cosiddetto “ghiacciaio dell’Apocalisse”, è messo molto peggio di quanto sospettassimo. L’acqua dell’oceano lo sta facendo sciogliere a un ritmo spaventoso, catalizzando il rischio di un catastrofico innalzamento del livello del mare.
A cura di Andrea Centini
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Il ghiacciaio Thwaites
Il ghiacciaio Thwaites
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La situazione del Thwaites, soprannominato “ghiacciaio dell'Apocalisse”, è molto peggiore di quanto stimato in precedenza. Grazie ad analisi satellitari condotte sull'Antartide, infatti, i ricercatori hanno osservato dinamiche di scioglimento inedite e rapidissime, causate dall'intrusione di acqua marina dell'Oceano Antartico che si spinge per chilometri sotto il ghiacciaio. Questo processo, intimamente connesso con le maree, è in grado di sollevare l'immensa piattaforma di ghiaccio – spessa da centinaia a migliaia di metri – di diversi centimetri. L'acqua marina più calda, inoltre, favorisce la fusione nella zona di ancoraggio del ghiacciaio, uno dei punti più delicati, compromettendone la stabilità con un potenziale impatto catastrofico sull'intero pianeta.

Il Thwaites è soprannominato "ghiacciaio dell'Apocalisse" non per capriccio. Il suo scioglimento è già responsabile del 4 percento dell'innalzamento del livello del mare, ma nel caso in cui dovesse fondersi completamente, secondo due recenti articoli pubblicati su Nature determinerebbe un aumento di oltre 60 centimetri. Considerando che già un paio di centimetri in più, secondo gli esperti, possono avere effetti devastanti sulle coste a causa del rischio di inondazioni ed eventi meteo estremi, con oltre mezzo metro si parla di vera e propria catastrofe. Oltre a far sparire intere isole sott'acqua, in particolar modo atolli dell'Oceano Pacifico, ci sarebbero conseguenze estese anche su molteplici regioni e metropoli costiere, italiane comprese. Basti pensare agli effetti su Venezia – per la quale è già necessaria l'attivazione del MOSE – o sulla pianura pontina, tra le più a rischio del Bel Paese. Il mare consumerebbe vastissime aree costiere, infiltrando acqua salata nelle falde acquifere e sotto i terreni agricoli, inaridendoli.

A rendere la situazione ancor più preoccupante, il fatto che il Thwaites – così chiamato in omaggio al glaciologo Fredrik Turville Thwaites – gioca un ruolo fondamentale nella stabilità di diversi ghiacciai dell'Antartide Occidentale. Il suo scioglimento promuoverebbe un effetto a catena tale da far innalzare il mare di circa 3 metri complessivamente, secondo le stime degli esperti. Un disastro di portata apocalittica sulle terre emerse, con milioni di persone costrette a scappare, crollo delle risorse e possibili guerre globali per territori, acqua e pura sopravvivenza. Non c'è dunque da stupirsi che venga chiamato ghiacciaio dell'Apocalisse. E lo stiamo perdendo proprio a causa del cambiamento climatico catalizzato dalle emissioni di CO2 (anidride carbonica) legate alle attività umane.

Il nuovo studio è stato condotto con l'ausilio di dati radar satellitari, che hanno permesso di vedere dallo spazio elementi del ghiacciaio prima praticamente impossibili da indagare. Gli scienziati hanno utilizzato gli “occhi” dei satelliti islandesi ICEYE in orbita polare attorno alla Terra. Grazie allo strumento InSAR – un radar con interferometro – equipaggiato sui satelliti, è possibile misurare cambiamenti della superficie terrestre ad altissima risoluzione. Dall'analisi dei dati dei passaggi effettuati tra marzo e giugno 2023 gli studiosi hanno potuto visualizzare il modo in cui l'acqua marina penetra sotto il ghiacciaio, come riesce a raggiungere la zona di ancoraggio della piattaforma – viaggiando per chilometri sotto di essa – e favorire scioglimento e innalzamento del Thwaites. A condurre lo studio un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università della California di Irvine, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Jet Propulsion Laboratory della NASA, del Dipartimento di geografia e gestione ambientale dell'Università di Waterloo (Canada) e di altri istituti.

È stato determinato che il processo di intrusione dell'acqua marina provoca un “vigoroso scioglimento” e per questo andrebbero rivisti tutti i modelli dedicati sulla sorte del ghiacciaio dell'Apocalisse. Secondo gli esperti potrebbe determinare un catastrofico innalzamento del livello del mare entro 10 o 20 anni. “Il Thwaites è il luogo più instabile dell'Antartide e contiene l'equivalente di 60 centimetri di innalzamento del livello del mare. La preoccupazione è che stiamo sottovalutando la velocità con cui il ghiacciaio sta cambiando, il che sarebbe devastante per le comunità costiere di tutto il mondo”, ha affermato in un comunicato stampa la professoressa Christine Dow, professoressa della Facoltà di Ambiente dell'Università di Waterloo e coautrice dello studio. Al momento siamo innanzi a stime e non è ancora possibile determinare con certezza il destino del ghiacciaio, ma la nuova scoperta rappresenta una chiara minaccia (l'ennesima) sul futuro dell'umanità. I dettagli della ricerca “Widespread seawater intrusions beneath the grounded ice of Thwaites Glacier, West Antarctica” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.

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