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È quasi impossibile riuscire a vedere questo calamaro: il video ripreso nelle profondità del Pacifo

Una telecamera utilizzata da un team di scienziati durante una missione esplorativa per studiare l’Oceano Pacifico ha casualmente catturato l’attacco di un raro calamaro che vive negli abissi.
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UNIVERSITY OF WESTERN AUSTRALIA | Screenshot del video che mostra il raro calamaro arrancare la telecamera
UNIVERSITY OF WESTERN AUSTRALIA | Screenshot del video che mostra il raro calamaro arrancare la telecamera

Ciò che succede nelle profondità degli oceani è un mistero che da sempre affascina l'uomo. Nel mito ci sono leggende le cui origini si perdono nell'antichità. Chi non ha mai sentito parlare della mitica Atlantide, che ha ispirato scrittori e filosofi di ogni epoca. Oggi, grazie alle spedizioni di scienziati e ricercatori abbiamo il privilegio di vedere davvero cosa si nasconde oltre il buio delle profondità degli abissi, almeno nei limiti a cui riescono ad arrivare gli strumenti oggi disponibili.

Proprio in questi giorni alcuni ricercatori dell'University of Western Australia (UWA) hanno diffuso un breve video catturato a circa un chilometro di profondità nell'Oceano Pacifico che mostra un raro calamaro di due metri che attacca una delle telecamere utilizzate dal team di ricercatori per studiare le profondità marine. Nelle immagini, diffuse dalla Bbc, si vede chiaramente l'animale aprire i suoi lunghi tentacoli con le estremità luminose e avvolgere la telecamera. Oltre ad essere molto affasciante, questo video fornisce materiale per studiare come vivono i calamari che abitano a queste profondità altrimenti difficili da osservare, almeno in vita.

Il video dell'attacco alla telecamera

Il calamaro Dena – così è stato chiamato dagli scienziati che lo hanno avvistato – appartiene a una specie che vive a profondità importanti, per questo è molto difficile osservarlo in vita. Le poche informazioni che abbiamo su questo animale arrivano dallo studio –hanno spiegato gli scienziati – di esemplari morti, ad esempio quelli spiaggiati sulla riva o quelli che vengono trovati negli stomaci delle balene. Le immagini catturate dalla loro telecamera lo mostrano invece non solo vivo e vegeto, ma anche in piena fase di attacco.

Probabilmente l'animale deve aver scambiato la telecamera per una preda, motivo per cui ha messo in atto quello che deve essere il suo protocollo d'attacco consueto: si è avvicinato, ha fatto brillare le estremità dei suoi tentacoli e poi si è avvolto attorno all'oggetto nel tentativo di soffocare quella che per lui doveva essere la sua preda.

Cosa sono i fari brillanti alle estremità dei tentacoli

La cosa più interessante di questo video, spiegano i ricercatori, è l'utilizzo da parte dell'animale di questi particolari fari, che si trovano alle estremità dei tentacoli e sembrano essere più o meno grandi come dei limoni. Queste parti luminose, che gli scienziati chiamano "fotofori" sono una vera e propria arma di cui questa specie di calamari si serve per "abbagliare" la preda, così da immobilizzarla e semplificargli il lavoro nel catturarla.

In realtà, l'effetto luminoso si deve alla cosiddetta "bioluminescenza", ovvero quel fenomeno che permette ad alcuni animali e altri organismi viventi di emettere luce attraverso reazioni chimiche particolari. Inoltre, dato che al momento dell'attacco sappiamo che le telecamere si stavano muovendo a una velocità di 60 metri al minuto possiamo immaginare quanto velocemente possa muoversi l'animale.

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