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Ucraina, Ispi: “Isolare la Russia per sempre può crearci grossi problemi in futuro”

Aldo Ferrari è responsabile della sezione Russia all’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, e in un’intervista con Fanpage.it ha analizzato i possibili scenari futuri a cui potrebbe volgere la guerra in Ucraina, riflettendo sui rapporti tra Occidente e Mosca una volta che il conflitto sarà terminato.
A cura di Annalisa Girardi
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Le truppe russe si stanno ritirando da alcuni territori del Nord dell'Ucraina che avevano portato sotto il proprio controllo nelle prime settimane del conflitto. Si aprono quindi nuovi scenari rispetto al possibile esito dei negoziati tra Mosca e Kiev. "È chiaro che la ritirata dell'esercito russo da Kiev e dal Nord sembrerebbe una sconfitta russa. Ma i conti militari, e ancor più quelli politici, si fanno alla fine della guerra. Se adesso, ritirando quella parte dell'esercito a Nord e scatenando l'offensiva a Sud ed Est, la Russia riuscisse a conquistare altri importanti territori, magari del tutto le repubbliche di Donetsk e Lugansk, e gli altri territori che vanno dalla Crimea al Donbass, potrebbe anche essere ritenuta vincitrice militari del conflitto", afferma in un'intervista con Fanpage.it Aldo Ferrari, responsabile della sezione Russia all'Ispi, l'Istituto per gli studi di politica internazionale.

Come potrebbero proseguire i negoziati

Per poi aggiungere: "Avrebbe comunque conquistato dei territori e liberato la Crimea dall'isolamento territoriale nel quale si trovava prima. Se nella pace si riconoscesse anche la neutralità dell'Ucraina e il non ingresso nella Nato, Mosca potrebbe sicuramente vendere soprattutto al suo interno l'esito della guerra come una vittoria". L'ipotesi di una completa vittoria ucraina, con anche la ripresa del controllo in Crimea e nelle repubbliche separatiste del Donbass, invece, la giudica meno plausibile: "La Russia ha schierato forze insufficienti a sconfiggere e occupare l'Ucraina, ma pensare che Kiev possa ribaltare questa situazione militare vincendo sul terreno sembra un'opzione difficile".

Lo scenario più probabile secondo Ferrari, che è anche professore all'università Ca Foscari di Venezia, è quello di un Paese di fatto diviso in due, con un predominio russo nei territori che vanno dalla Crimea fino al Donbass: "Ma questo non verrebbe certo riconosciuto dalla comunità internazionale, in particolare dai Paesi occidentali che già non avevano riconosciuto l'annessione della Crimea e altri territori annessi in una forma o nell'altra dalla Russia. Mosca rimarrebbe emarginata, condannata, sanzionata e il suo posizionamento internazionale ne risentirebbe negativamente".

Come si posiziona la Cina

Un esito di questo tipo del conflitto, chiaramente, riscriverebbe anche i rapporti futuri con l'Occidente. In questo discorso si inserisce anche il posizionamento della Cina, oggetto del vertice di qualche giorno fa tra Unione europea e Pechino. Al termine del summit la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ricordato alla Cina come i suoi rapporti economici con la Russia siano infinitamente meno cospicui di quelli che la legano invece a Bruxelles: "Questo è vero, ma è solo parte della realtà. Von der Leyen ha dimenticato che Russia e Cina da anni hanno un interscambio economico notevole, anche se enormemente inferiore a quello sino-europeo, ma condividono una visione dello scenario internazionale molto simile. In particolare sia la Cina che la Russia si oppongono nettamente all'egemonia e al predominio dell'Occidente, sia nella sfera politico-economica che in quella dei valori".

E ancora: "Sottovalutare la consonanza russo-cinese è fuorviante. Credo che Pechino stia cercando in realtà da un lato di salvare i propri interessi economici con Stati Uniti e Unione europea, ma dall'altro quell'alleanza non de iure ma de facto che ha con la Russia nella sfera politica internazionale, nel rifiuto del predominio occidentale". Quello che si potrebbe quindi aprire, in futuro, è un ritorno a una logica di blocchi, con l'Occidente da un lato e Mosca e Pechino dall'altro: "È uno scenario plausibile – afferma Ferrari – Russia e Cina si sono avvicinate molto politicamente. E non dimentichiamoci quella conferenza che Joe Biden ha organizzato dei Paesi democratici, durante la quale ha messo sul banco degli accusati i Paesi non democratici e in particolare Cina e Russia: è già stato un banco di prova di questo nuovo scenario internazionale in cui viene vista operare una spaccatura tra i Paesi liberal-democratici dell'Occidente e quelli che sempre più spesso vengono definiti autocratici".

I rapporti futuri tra Russia e Occidente

Secondo il professore l'Occidente dovrebbe, nel prepararsi agli scenari futuri, fare più attenzioni alle proprie analisi geopolitiche: "Il mondo è vasto e non coincide soltanto con Europa e Stati Uniti. Altri Paesi importanti, come appunto Cina e Russia ma anche India, perseguono obiettivi differenti e con modalità proprie. Io credo che l'Occidente sia imbevuto di un'arroganza storico culturale che sostanzialmente impedisce di comprendere in maniera adeguata le ragioni degli altri. È chiaro che noi occidentali siamo abituati a un modello liberal democratico che io ritengo positivo, ma che non è l'unico esistente al mondo. Buona parte del mondo è strutturata in maniera differente e l'Occidente fa molta fatica ad accettarlo. Sopravvalutiamo l'universalità delle nostre idee e questo crea e creerà ancora di più in futuro problemi e difficoltà politiche con il resto del mondo".

Soprattuto dopo i fatti di Bucha, afferma Ferrari, bisognerebbe essere cauti. Secondo il professore "il discorso egemone nei media e nella politica occidentali" sta portando a una "demonizzazione" sempre più acuta della Russia che però potrebbe creare di problemi in futuro: "La Russia verrà ancor più colpevolizzata e non le verrà riconosciuta alcuna ragione e alcun diritto. Il che ostacola non solo i negoziati presenti, ma anche i rapporti futuri. Quando la guerra finirà la Russia dovrà tornare a far parte dello scenario internazionale. Pensare di isolare per sempre la Russia o mettere la distruzione dell'economia russa come obiettivo della politica occidentale è problematico". Ferrari quindi conclude: "La storia insegna che i Paesi che al termine di una guerra vengono condannati e umiliati normalmente provocano grandi problemi negli anni e problemi successivi. Credo che anche dalla parte occidentale ci vorrebbe maggiore equilibrio".

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