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Un dipendente impiega 31 anni a guadagnare lo stipendio di un amministratore delegato

Il dato emerge dalla ricerca condotta dal Centro studi di Mediobanca, che ha analizzato la situazione relativa ai 50 gruppi imprenditoriali più importanti d’Italia.
A cura di C. M.
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Nelle 50 industrie più importanti d'Italia i manager e dirigenti apicali guadagnano in media 31 volte più di un dipendente. È quanto si evince dal rapporto pubblicato stamane dal Centro studi e ricerche di Mediobanca. Secondo l'istituto, infatti, i lavoratori di imprese pubbliche e private facenti parte della classifica impiegherebbero circa 31 anni per guadagnare gli emolumenti annuali elargiti agli amministratori delegati, che diventano circa 43 se gli stessi dirigenti cumulano più incarichi manageriali, per esempio quello di direttore generale o presidente.

Sempre secondo  quanto emerge dalla ricerca condotta da Mediobanca, l'età media dei componenti dei consigli di amministrazione delle più importanti imprese italiane è di 58 anni, invariata rispetto al 2014, mentre il Cda più giovane d'Italia è quello della società Acea, età media dei componenti pari a 47 anni. Sono invece aumentate le cosiddette "quote rosa", ovvero i ruoli di comando affidati alle donne: dal 26 al 30%, un aumento del 4% nell'ultimo anno. I consigli di amministrazione delle società pubbliche sono quelli che registrano la maggior presenza di manager donne, pari al 35% per un'età media di 55 anni. I dati relativi ai ruoli cosiddetti apicali, però, come ad esempio la carica di amministratore delegato, non vede ancora una consistente presenza femminile nel panorama italiano: solo il 12% risulta infatti essere nelle mani del gentil sesso.

Nel complesso, il rapporto di Mediobanca evidenzia come il fatturato complessivo relativo ai 50 maggiori gruppi imprenditoriali italiani sia calato del 5% rispetto all'ultimo anno. In particolare è il settore pubblico a fare da traino negativo, segnando un -16,1%, mentre il privato nell'ultimo anno ha guadagnato il 7,5% rispetto al periodo precedente. A registrare il miglior risultato dell'anno è stato il settore manifatturiero, il cui giro d'affari ha segnato un aumento pari al 10,3%. Non si può dire lo stesso del settore energetico, che ha segnato la peggiore performance dell'anno con un crollo del 19,8%.

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