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Perché il prezzo dell’oro sta bruciando record su record e quando sarà il momento di vendere

Le quotazioni dell’oro stanno infrangendo record su record ed hanno toccato ieri, giovedì 11 aprile, i 70 euro al grammo (2339.7 dollari l’oncia), un valore mai raggiunto negli ultimi anni. Ecco quali sono le ragioni.
Intervista a Pietro Cazzaniga
Analista finanziario di Altroconsumo
A cura di Davide Falcioni
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Corsa all’oro: così potremmo definire quello che sta avvenendo negli ultimi mesi, con le quotazioni del metallo prezioso che stanno infrangendo record su record ed hanno toccato ieri, giovedì 11 aprile, i 70 euro al grammo (2339.7 dollari l'oncia), un valore mai raggiunto negli ultimi anni. Dopo un trend sostanzialmente stabile il cambio di passo è avvenuto a febbraio, quando le quotazioni hanno subito una brusca accelerazione, sganciandosi dallo stallo dei circa 60 euro al grammo a cui era ancorato da mesi. Ma per quale ragione l’oro è arrivato a valere così tanto? Le cause della spinta verso l’alto sono prevalentemente tre: la speranza di un taglio dei tassi d'interesse da parte delle banche centrali, la domanda crescente da parte dei Paesi emergenti e le tensioni geopolitiche.

Quello dell’oro è infatti il suo ruolo di bene rifugio per eccellenza non solo per i risparmiatori, ma soprattutto le banche centrali che lo utilizzano per difendere la loro ricchezza dall’inflazione e da situazioni economiche instabili. Ecco dunque cosa sta succedendo e cosa c’è da aspettarsi, secondo l’analista finanziario di Altroconsumo Pietro Cazzaniga. "Come qualsiasi altro bene – spiega l'esperto – anche il valore dell'oro dipende prevalentemente dal rapporto tra domanda e offerta; e uno dei fenomeni principali degli ultimi anni, che è andato rafforzandosi negli ultimi mesi, è che l'oro viene acquistato dalle banche centrali, soprattutto da quelle dei Paesi emergenti".

Pietro Cazzaniga, Altroconsumo
Pietro Cazzaniga, Altroconsumo

Per quale motivo? Perché l’oro è considerato un bene rifugio dalle banche centrali?

Pensiamo a nazioni come India e Cina che nell'ultimo quarto di secolo hanno visto crescere la loro importanza dal punto di vista economico. Questi Paesi stanno acquistando oro perché questo metallo fa storicamente parte delle riserve delle banche centrali: la Cina oggi è la seconda economia del mondo, quindi è normale che voglia dotarsi di riserve auree adeguate al suo status di grande potenza mondiale. Non dimentichiamo che ancora poco più di 50 anni fa, quando vigevano gli accordi di Bretton Woods che hanno regolato i tassi di cambio del mondo occidentale nel secondo dopoguerra, l’oro era un elemento cruciale per garantirne la stabilità. Anche se il suo ruolo successivamente è passato un po’ in secondo piano, grazie alla migliorata credibilità delle banche centrali che oggi, si pensi alla Bce, si stanno dimostrando capaci di tenere a bada l’inflazione, rimane pur sempre un elemento di stabilità all’interno delle loro riserve.

L'andamento delle quotazioni dell'oro
L'andamento delle quotazioni dell'oro

Se le economie di alcuni Paesi crescono, cresce anche il comparto industriale dell'oreficeria aumentando la domanda di beni di lusso, e in particolare di metalli preziosi?

Certo. In Italia i gioielli piacciono, ma in alcuni Paesi del mondo indossare degli oggetti d'oro ha un'importanza ancora maggiore. Pensiamo all'India: con la crescita di quell'economia aumenta il benessere e la possibilità di acquistare monili d'oro. C'è poi una curiosità che ho trovato leggendo la stampa estera, che va presa con le pinze ma che potrebbe essere significativa: pare che in Cina vada di moda tra i giovani l'acquisto di chicchi d'oro da un grammo; è solo un aneddoto, ma racconta bene una dinamica importante nella ricerca di sicurezza delle persone. All'aumento del benessere economico della popolazione, aumentano anche le persone che acquistano metalli preziosi. E l'aumento della domanda ha ovviamente, come dicevamo, conseguenze dirette sull'andamento dei costi: è una delle più antiche leggi di mercato.

Quanto incidono, nell’andamento del prezzo dell’oro, le tensioni geopolitiche di questi anni?

Partiamo dalla guerra in Ucraina: come è noto il conflitto ha determinato una serie di sanzioni nei confronti della Russia, con blocchi di importanti beni russi all'estero. Alcune nazioni, quindi, stanno pensando di diversificare i loro asset finanziari dotandosi di una maggior quantità di oro, metallo la cui presenza nelle riserve delle banche centrali contribuisce a stabilizzare il valore delle valute e che, in un contesto di forte instabilità geopolitica come quello attuale, è considerato un bene sicuro per eccellenza. In questi mesi, inoltre, assistiamo a un altro fenomeno contingente: dopo un aumento dei tassi d'interesse deciso dalle banche centrali per contenere l'andamento dell'inflazione è previsto un calo. E quando i tassi scendono gli investimenti in oro diventano più interessanti.

Perché?

I beni sicuri per eccellenza sono due: i titoli di stato di Paesi sicuri, in primis gli Stati Uniti, da noi la Germania. E l'oro. I titoli di Stato danno cedole maggiori quando i tassi d'interesse sono alti, e cedole minori quando invece i tassi sono più bassi, come è previsto accadrà. In questo quadro aumenterà pian piano l'interesse per gli investimenti in oro e il mercato lo anticipa.

Il valore dell'oro si aggira sui 70 euro al grammo. È un buon momento per vendere per i cittadini che hanno in cassaforte questo metallo prezioso? E per quanto tempo ancora potrebbe aumentare il prezzo dell'oro?

Sarebbe imprudente da parte mia fornire una risposta certa. I fattori in gioco, soprattutto sul breve periodo, sono molteplici: qualcuno vorrà incassare i guadagni vendendo ora? La Russia sarà costretta ad attingere alle sue riserve d’oro per sostenere la guerra? Tuttavia, se abbracciamo un’ottica di lungo periodo l’interesse per l’oro non sembra destinato a diminuire tanto presto.

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