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La scuola pubblica è al collasso: sempre più famiglie scelgono l’homeschooling

In Italia sono oltre 1000 le famiglie che scelgono di istruire i propri figli in casa. Nel nostro Paese le homeschooling sono un diritto sancito dalla Costituzione, anche se non pochi sono i dubbi sulle sue capacità formative. Eppure, in un paese dove la scuola pubblica è al collasso, quella familiare sarà sempre più una realtà.
A cura di Redazione Cultura
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Nel mondo anglossassone, dove è molto più diffusa, si chiama homeschooling. Da noi, invece, si è soliti definirla "educazione parentale" o “scuola familiare”. Comunque si decida di chiamarla, possiamo definire l'homeschooling come un'istruzione impartita dai genitori, o da altre persone scelte dalla famiglia, ai propri figli. In linea teorica si può coinvolgere nell’educazione chiunque abbia la voglia e la capacità di trasmettere conoscenza e abilità, sfruttando tutte le fonti di conoscenza e competenza che sono disponibili nell’ambiente sociale di prossimità.

Alcune famiglie preferiscono seguire orari giornalieri, utilizzando i testi e programmi scolastici, altre desiderano affidarsi a un apprendimento più naturale e spontaneo dove si assecondano i bisogni, le interesse e capacità dei figli in veste di aiutanti e guide.

L'educazione parentale, un fenomeno in crescita

In Inghilterra, sono oltre 70mila i ragazzi che frequentano una homeschooling. Sono 60 mila in Canada, 3 mila in Francia e 2 mila in Spagna. Negli States, dove è molto diffusa, oltre il 10% degli studenti in età scolare è educata in casa. Come succede nello Stato di Washington D.C., ad esempio, ma in alcuni Stati nordamericani le percentuali sono ancora più alte. E in Italia? Si tratta di un fenomeno in crescita anche da noi, come ci dicono le più recenti stime, dove sono oltre 1000 le famiglie che hanno scelto di non spedire i figlia in una scuola statale o privata e lasciarli studiare in casa. Per tutti coloro che avessero dubbi sulla legalità, o meno, della cosa, bisogna subito dire che in Italia è perfettamente legale per i genitori non mandare i propri figli a scuola e scegliere di istruirli personalmente. L’articolo 34 della Costituzione, infatti, recita:

L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

Quindi è l’istruzione ad essere obbligatoria, ma non la scuola. Inoltre l’articolo 30 recita:

È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.

Ciò significa che l’istruzione dei propri figli è in primis una responsabilità dei genitori, non dello Stato. Ma quali sono le ragioni di questo successo? Il trend dell'homeschooling, come dimostrano i dati nel nostro Paese, ma soprattutto all'estero, è in continua crescita. Spesso le università più prestigiose fanno a gare per accaparrarsi uno studente uscito da un percorso di educazione scolastica entro le mura domestiche. Sono circa 1000, infatti, le università internazionali che accettano le iscrizioni degli homeschoolers, tra cui Harvard, Cornell, Princeton, Dartmouth e Yale. Probabilmente, il successo di questa forma di istruzione anche in Italia dipende in grossa parte dalla crisi della scuola pubblica. Con i tagli ai fondi per l'istruzione, le diverse riforme scolastiche che hanno inciso sulla qualità dell'insegnamento, senza sottovalutare il fatto che la progressiva espulsione dal mercato del lavoro di fasce di persona in età avanzata, oltre al peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro, ha indotto molte famiglie di livello culturale medio-alto a operare questa scelta.

Cosa fare per creare una homeschooling

Per educare i vostri figli a casa, dovete inviare una comunicazione scritta alla direzione didattica di vostra competenza ogni anno per l’anno successivo. Alla prima lettera dovrebbe essere allegata l’autocertificazione attestante le capacità tecniche e le possibilità economiche dei genitori. Se è un diritto praticare la scuola familiare, è altrettanto vero che la scuola pubblica può fare dei controlli se ha dubbi sull’assolvimento dell’obbligo, o se la famiglia sfugge ad ogni contatto. Nel caso in cui vostro figlio risulti iscritto a un istituto, e che quindi che abbia già frequentato la scuola tradizionale, assicuratevi che venga ritirato dalla classe e dall’istituto, onde evitare problematiche di responsabilità con il dirigente.

L’educazione parentale può coprire tutti gli anni dell’obbligo scolastico, arrivando fino all’università. Chi sceglie di educare a casa è sottoposto solo alla Legislazione Statale, non è quindi soggetto a norme regionali né provinciali, ed uno studente può coprire tutto il proprio percorso di studi (fino all’università) senza mai mettere piede in aula.

Penalizza la socializzazione o migliora l'istruzione?

In una classe di una scuola pubblica italiana, il rapporto insegnante-alunno è solitamente 1:20 oppure 1:25, mentre a casa è di 1:1 o 1:2, magari 1:3. Questo rapporto individuale, o semi individuale, permetterebbe, un legame umano impossibile da raggiungere in una classe. O almeno, è ciò che dicono i sostenitori dell'educazione parentale. Secondo i più scettici verso questa forma di istruzione, invece, un rapporto educativo così intimo rischia di sfavorire i normali processi di socializzazione dei giovani. Creare delle microcomunità all'interno della comunità – sostengono questi ultimi – non può mai rivelarsi un fatto positivo. Anche perché il compito della scuola, ancor prima di educare alla conoscenza, è quello di favorire l'integrazione dell'individuo nella società. In ogni caso, la recente questione, sollevata dalla lettera sottoscritta da oltre 600 docenti universitari, sull'inefficace governo della scuola e sulla difficoltà dei giovani a scrivere e parlare in un italiano corretto, creerà ancora più interesse verso le scuole familiari.

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