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Presunte molestie in un liceo di Cosenza, ultime news

Molestie a scuola, corteo di studenti a Cosenza. Una vittima: “La preside diceva che era colpa mia”

Migliaia di studenti hanno sfilato in corteo a Cosenza per dire basta a ogni forma di sopruso nelle scuole. A guidare la manifestazione gli studenti del liceo Valentini-Majorana di Castrolibero, dove alcune studentesse hanno accusato un prof di molestie.
A cura di Francesca Lagatta
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In primo piano, Dalia Aly
In primo piano, Dalia Aly
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Migliaia di studenti questa mattina hanno sfilato in corteo lungo le piazze e le vie della città di Cosenza per dire basta a ogni forma di sopruso e violenza nelle scuole. A guidare la manifestazione sono stati gli studenti del liceo Valentini-Majorana di Castrolibero. L'istituto, di recente, è balzato agli onori di cronaca per casi di molestie a danno di alcune studentesse. Le loro denunce hanno spinto gli altri studenti a dare vita a un'occupazione, culminata in autogestione, che dura ormai da due settimane. Questa mattina invece i ragazzi hanno chiamato a raccolta le altre scuole del Cosentino, che hanno risposto numerose alla chiamata.

Il corteo a Cosenza

Il corteo ha preso il via da Piazza Loreto intorno alle 9.30 e ha attraversato le vie principali della città, facendo sosta anche davanti alla sede dell'ex Provveditorato. Qui Dalia Aly, la ragazza che per prima ha denunciato di aver subito molestie, ha tenuto un lungo discorso tra gli applausi e le ovazioni dei presenti. La giovane, che oggi ha 20 e vive lontano dalla Calabria, a fine gennaio ha aperto un profilo Instagram, Call out Valentini-Majorana, da cui ha parlato apertamente di diversi episodi di molestie sessuali subite da un docente quando era ancora una liceale. Immediatamente, altre ragazze si sono riconosciute nei suoi racconti e hanno cominciato a sostenerla, denunciando a loro volta. Tra le altre testimonianze c'è anche quella di una studentessa a cui il docente accusato avrebbe chiesto una foto del seno in cambio della sufficienza nella sua materia. "Ricordo tutto – ha detto Dalia – ricordo le sue mani su di me e le battutine a sfondo sessuale. Per tre anni sono stata costretta a ridere, ma in realtà non ne aveva voglia, volevo solo dirgli di smettere e di stare zitto".

"Pensavo che fosse normale che un professore mi toccasse"

Dalia, nel suo discorso, ha sottolineato un fatto molto importante. A chi le chiedeva come e quando ha trovato il coraggio di denunciare le molestie dopo anni, ha risposto: "È una realtà così radicata quella delle molestie a scuola che le violenze non le riconosci subito. Io ho impiegato quattro anni per capirlo, perché pensavo che fosse normale che un professore mi toccasse, che un professore mi dicesse certe cose. E invece non lo è e noi oggi siamo qui a ribadirlo a gran voce". Il corte si è poi concluso nel piazzale del Comune di Cosenza, dove si è tenuto un breve dibattito tra gli studenti.

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