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Adele De Vincenzi, 16enne morta per overdose da ecstasy: pm chiede 8 anni per l’amico

Il pm ha chiesto la condanna a otto anni per Gabriele Rigotti, 19 anni, amico di Adele De Vincenzi, 16enne morta a luglio lungo una strada di Genova, stroncata da una dose letale di ecstasy.
A cura di D. F.
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Otto anni di carcere. E' questa la pena richiesta dal Pubblico Ministero del Tribunale di Genova per Gabriele Rigotti, 19 anni, amico di Adele De Vincenzi, 16enne morta a luglio lungo una strada di Genova, stroncata da una dose letale di ecstasy. Rigotti è accusato di spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Il gup ha rinviato la decisione all'udienza del 5 febbraio, quando con ogni probabilità verrà letta la sentenza con rito abbreviato. Oltre al 19enne l'altro imputato è Sergio Bernardin, 21 anni, compagno di Adele, che ha scelto di farsi processare con rito ordinario: il suo processo ha avuto inizio a metà gennaio e sono previste udienze per tutto il mese prossimo. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile, la sera in cui Adele perse la vita i due avevano consumato Mdma a casa di Rigotti con la ragazza e un'altra minorenne: la droga era stata acquistata da uno spacciatore – anch'egli minorenne – a Busalla.

Morte di Adele De Vincenzi: nel suo sangue concentrazione di ecstasy 10 volte più alta del limite

Adele si sentì male alcune ore più tardi in centro a Genova. I due ragazzi che erano insieme a lei furono arrestati anche perché fornirono versioni contrastanti sulla modalità di acquisto della sostanza stupefacente e per l'atteggiamento tenuto nei momenti successivi al malore della ragazza quando, per evitare conseguenze, non chiamarono l'ambulanza: quella notte Adele si accasciò a terra fra l'indifferenza dei passanti e lo stato di confusione degli amici. Fu un netturbino ecuadoriano di 38 anni a lanciare l'allarme e allertare il 118. Quando i medici giunsero sul posto Adele era in coma e poco dopo morì al pronto soccorso dell'ospedale Galliera. Una perizia del medico legale rilevò che nel sangue della giovane genovese c'era una concentrazione di MdMa (ecstasy) “dieci volte superiore al limite riconosciuto come dose unitaria dal sistema sanitario”.

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