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Renzi alla Festa dell’Unità: “Basta con i gufi. O cambiamo noi l’Italia o non lo farà nessuno”

Il Presidente del Consiglio interviene alla Festa dell’Unità di Bologna: Europa, politica estera e riforme, ecco i compiti del Pd.
A cura di Redazione
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C'era grande attesa per la partecipazione di Matteo Renzi alla Festa dell'Unità di Bologna, anche perché in contemporanea con il Forum di Cernobbio "disertato" dal Presidente del Consiglio (il Governo era del resto rappresentato dai ministri Boschi e Padoan). Il segretario del Partito Democratico, è arrivato verso le undici e si è a lungo intrattenuto con organizzatori e volontari dell'evento, pranzando con i leader socialisti Valls, Sanchez, Post e Samson in uno dei ristoranti della Festa e anticipando ai giornalisti i temi del suo intervento conclusivo.

In particolare, il Presidente del Consiglio ha spiegato come nella giornata di venerdì comunicherà i nomi dei nuovi membri della segreteria del Partito Democratico (nella considerazione dei diversi incarichi ricoperti successivamente alla loro nomina ai vertici del Pd dei vari Boschi, Picierno, Mogherini).

Il primo pensiero di Renzi, nel suo discorso di chiusura, è però per Pier Luigi Bersani: "Quest'anno ci ha fatto prendere un bello spavento, io gli voglio dire dal profondo del cuore che sono felice di essere il segretario di un partito democratico davvero, in cui si discute e litiga insieme". Poi il raccordo con la sua idea di Europa: "Saremo in grado di restituire all'Europa il proprio compito solo se noi per primi saremo in grado di cambiare l'Italia. E il 40% ottenuto è prima di tutto una responsabilità, che deve spingerci a fare le riforme che servono al Paese". Ma all'Europa, spiega Renzi, "non può importare solo di bilanci e numeri, per poi dimenticare il dramma del Mediterraneo e smettere di lasciare sola l'Italia in queste vicende, facendo finta di non vedere il dramma dei migranti".

La prima stoccata è per Di Battista, Razzi e Salvini, "due statisti che sono andati in Corea del Nord e al rientro hanno parlato di ‘senso di comunità'; ecco, se anche proviamo a sorridere quando pensiamo a Razzi e Salvini, non riusciamo a farlo quando dal Movimento 5 Stelle parlano di dialogare con i terroristi dell'Isis". Poi il Presidente del Consiglio torna sulla questione degli 80 euro, ribadendo come si tratti di "un atto di giustizia sociale, prima che economica", per rispondere agli "esperti che ci dicono che stiamo sbagliando tutto".

Per invertire il trend bisogna fare tre cose, spiega il capo del Governo: "Mettere gli investimenti per crescita ed infrastrutture fuori dal patto di stabilità; destinare gli investimenti della Banca centrale europea alle imprese, non solo alle banche; non deresponsabilizzare noi stessi, capendo che la nostra salvezza è nelle nostre mani, non in quelle europee e cominciando a spendere bene i fondi che abbiamo". Anche in quest'ottica per Renzi si inseriscono i provvedimenti del Governo, dalla riforma della Giustizia, passando per quella costituzionali, fino alla riforma della scuola, con il patto proposto ai cittadini che rappresenta "una enorme occasione ed un segnale chiaro": "Noi dobbiamo avere il coraggio di dire basta ai premi solo per anzianità e legarli al merito, affermando che il merito è di sinistra, il talento è di sinistra".

Poi l'affondo contro i disfattisti: "Basta con i gufi, mettiamoci in gioco e capiamo cosa possiamo fare per il Paese. Qui in ballo non c'è il destino di un segretario, ma quello di un Paese. Siamo il Pd che vince e convince, a nessuno può essere permesso di fermare il cambiamento che è iniziato. Il futuro è un luogo bellissimo, andiamoci tutti insieme e lavoriamo passo dopo passo".

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