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Omicidio Mariella Cimò, Di Grazia: “Vogliono punirmi per i miei peccati”

Queste le parole di Salvatore Di Grazia, accusato dell’omicidio della moglie Mariella Cimò, scomparsa il 25 Agosto 2011 dalla sua abitazione di San Gregorio di Catania. Intervistato in esclusiva da “Quarto Grado”, ha fornito la sua versione dei fatti.
A cura di Fabio Giuffrida
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Salvatore Di Grazia, accusato dell'omicidio della moglie Mariella Cimò e attualmente agli arresti domiciliari, ha deciso di rilasciare la sua prima intervista da quando è cominciato il processo, e lo ha fatto ai microfoni della trasmissione tv di Rete 4 "Quarto Grado", condotta da Gianluigi Nuzzi. La scomparsa di Mariella Cimò, come ricorderete, risale al 25 Agosto 2011: da quel momento tante sono state le ipotesi avanzate che, di fatto, hanno spinto la Procura di Catania a chiedere l'arresto del 76enne, Salvatore Di Grazia, il quale potrebbe aver ucciso per motivi passionali sua moglie Mariella Cimò. Una storia terribile che ha inizio a fine estate 2011, quando improvvisamente si sono perse le tracce di Mariella Cimò: una 72enne che è scomparsa, probabilmente senza alcun motivo, dalla sua abitazione di San Gregorio, alle porte di Catania. La donna era legata da ben 43 anni al marito Salvatore Di Grazia, ex rappresentante farmaceutico che negli ultimi anni aveva iniziato a gestire un autolavaggio, il quale ha denunciato la scomparsa della Cimò 10 giorni dopo. Salvatore, tra l'altro, è un grande amante delle donne: "L'uomo è spinto verso la poligamia, è per la conservazione della specie. Non è tradire" ha tuonato ai microfoni di "Quarto Grado". E proprio questo potrebbe aver fatto scatenare un diverbio con la donna: Di Grazia, stando a quello che si apprende dalle indagini, potrebbe aver "utilizzato gli uffici per incontri legati a relazioni extraconiugali". L'uomo, al momento, continua a professarsi innocente e le indagini proseguono speditamente, sperando che si possa arrivare presto alla verità.

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Salvatore Di Grazia: "Come avrei fatto ad uccidere mia moglie?"

Il marito di Mariella Cimò sceglie le telecamere di "Quarto Grado", in un'intervista esclusiva a cura di Simone Toscano, per raccontare la sua versione dei fatti sulla scomparsa/omicidio di Mariella Cimò:

Sono stato "amputato" da mia moglie. Ogni donna è un mondo, ha un profumo o una sensazione diversa, ma non c'entra nulla con l'affetto e con il rapporto coniugale, di vita. Stanno cercando di punirmi per i miei peccati. Non ci sono gli estremi per il delitto. Non ci sono impronte. Quella mattina sono passate 10 auto, non è stato interrogato nessuno. Sono indagini serie, queste? Alla fine mi devono dimostrare dove, quando e come avrei ucciso mia moglie. Oppure siamo forse in un processo della Sacra Rota? […] Ho aspettato 10 giorni per denunciare la sua scomparsa? Ma che importanza ha! Mia moglie è riservata. Non è una ragazzina di 12 anni, è adulta. Io per i fatti miei, l'ho cercata nei posti dove pensavo potesse trovarsi. Poi è pure arrivata una lettera anonima: una persona dice di averla incontrata su un autobus. Poi lei è scesa ed è stata seguita da un uomo di colore […] Ora me la tengo nel cuore e col cuore, infatti porto con me l'anello che le avevo regalato.

Dura la replica del nipote della Cimò, Massimo Cicero:

Quelle di Salvatore Di Grazia sono dichiarazioni incommentabili. Non si può sentir parlare. Racconta fesserie, il suo è un teatrino. Ha ben 38 indizi di colpevolezza. E poi che motivo avrebbe avuto Mariella a lasciare tutto?

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