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Milano, picchiano e aizzano cane contro un eritreo: “Musulmani ci uccideranno”

Due romeni sono stati arrestati dopo aver aggredito alla stazione ferroviaria di Greco Pirelli un eritreo che stava andando a prendere il treno: sono accusati di lesioni aggravate dalla finalità di odio razziale.
A cura di Susanna Picone
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Lo hanno picchiato, insultato come “negro” e “musulmano di m…” e hanno aizzato il loro cane contro di lui: vittima un eritreo di 55 anni che stava andando a prendere il treno alla stazione ferroviaria di Greco Pirelli a Milano, aggressori due giovanissimi romeni di 19 e 20 anni. Aggressori che una volta arrestati non hanno nascosto il proprio disappunto agli agenti di polizia: “Ma come arrestate noi che siamo vostri compaesani e difendete quel negro di m…? I musulmani ci uccideranno tutti”, avrebbero tentato di giustificare la loro violenza. La vicenda risale al primo pomeriggio del 26 agosto scorso. Da quanto ricostruito, i due giovani romeni, ubriachi, si sono scagliati contro l'eritreo insultandolo, aggredendolo con calci e pugni e con il loro pastore tedesco che lo ha morso due volte. I due rumeni hanno anche rubato il cellulare all’uomo, per poi restituirlo poco dopo. L’episodio di violenza non è passato inosservato e qualcuno dei presenti ha avvertito la polizia.

Romeni accusati di lesioni aggravate dalla finalità di odio razziale

Così, una volta saliti sul treno, i due romeni hanno trovato diversi agenti ad attenderli alla vicina stazione di Lambrate. I due uomini hanno poi dato in escandescenza anche in commissariato. Hanno infatti inveito contro i poliziotti e hanno spaccato anche sedie e vetri. Arrestati per resistenza a pubblico ufficiale, i due giovanissimi sono stati accusati anche di lesioni aggravate dalla finalità di odio razziale. I due sono già stati condannati per direttissima a dieci mesi (ma la pena è stata sospesa con la condizionale). Per quanto riguarda la vittima, l’uomo aggredito se l'è cavata con una prognosi di sette giorni mentre il pastore tedesco aizzato contro di lui è stato posto sotto sequestro su disposizione del magistrato perché utilizzato come una sorta di arma impropria.

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