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Licenziata per un tatuaggio sul piede

Il contratto di Jo Perkins, 38 inglese, è stato annullato “a causa di un tatoo di 10 cm sul piede sinistro”. La donna lavorava col gruppo finanziario Salisbury da cinque mesi, quando improvvisamente – afferma – sarebbe stata introdotta la nuova regola.
A cura di B. C.
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Licenziata per un tatuaggio “troppo visibile” sul suo piede. Jo Perkins, 38 anni, aveva già da diversi il disegno di una farfalla sulla parte laterale del suo piede sinistro (come si vede nella foto) quando all'inizio di quest'anno ha iniziato a lavorare per il Salisbury Group, una società di pianificazione e consulenza finanziaria che fattura milioni di dollari ogni anno. Ma alcuni mesi dopo, i suoi capi hanno introdotto il codice ‘no tattoos on show’ tra le regole di comportamento sul posto di lavoro. Niente tatuaggi in mostra, dunque: un segno particolare che non sarebbe in linea con la politica dell’azienda. E ciò ha voluto dire la cessazione del contratto per la signora Perkins, che ora sta valutando un'azione legale per discriminazione. “Ho lavorato per molte aziende di alto livello durante la mia carriera. Ma non ho mai sentito nulla di così ridicolo come questa regola”, ha detto al Daily Mail. La 38 enne è solo una delle tante donne d’affari ad esibire un tatuaggio. La moglie di David Cameron, Samantha, è stata spesso fotografata con il suo delfino ben visibile sulla caviglia destra.

Dopo aver sentito della politica anti-tattoo, la Perkins ha affermato di essersi subito messa all’opera per un’eventuale inchiostrazione che le avrebbe permesso di nascondere il tatuaggio. Ma i tempi non le sono stati favorevoli. “L'unico modo per coprirlo – aggiunge – sarebbe indossare un calzino. Io sono una donna d'affari e indosso abiti molto eleganti per lavorare. Un calzino mi farebbe apparire stupida. Ho anche pensato di coprirlo con un cerotto, ma sarebbe poco professionale e richiamerebbe solo l'attenzione sullo stesso”. Ora la donna ha contattato uno studio legale, “a nome di tutti i professionisti con i tatuaggi, per vedere se questa azione possa costituire una discriminazione ai sensi delle leggi sull’inclusione e la diversità”. L’amministratore delegato della società, Ed Swales, afferma di non aver niente contro i tatuaggi, ma “la nostra politica è semplicemente quella di coprirli. Vogliamo che i nostri dipendenti e collaboratori proiettino un’immagine professionale”. Secondo Swales, la Perkins non avrebbe fatto alcuno sforzo per rispettare la politica di Salisbury.

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