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La coppia di sessantenni che spacciava marijuana per beneficenza

Michael Foster, 62 anni, e Susan Cooper, 63, britannici, sono stati condannati a tre anni di reclusione per spaccio di stupefacenti. Ma i due, oltre ad arricchirsi grazie alla vendita dell’erba, ne utilizzavano i proventi per sostenere un villaggio in Kenya.
A cura di Biagio Chiariello
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La coppia di sessantenni che spacciava marijuana per beneficenza

Dinanzi alla corte, il pubblico ministero ha definito la vicenda che stiamo per raccontare come il "più strano caso di coltivazione di cannabis". Michael Foster, 62 anni, e Susan Cooper, 63, sono stati arrestati per aver creato un'enorme coltivazione di cannabis nella loro fattoria di Long Sutton, nel Lincolnshire. Nulla di così anomalo, se non fosse per il fatto che la coppia (nella vita e negli "affari") utilizzava buona parte dei guadagni della propria attività criminosa per sostenere un villaggio in Kenya. Almeno questa è stata la giustificazione che i due hanno dato alle forze dell'ordine, dopo essere stati scoperti. Michael e Susan hanno raccontato di aver stretto un patto commerciale coi padroni della droga kenyoti; questo li ha portati ad intraprendere diversi viaggi nel paese africano. Qui, resisi conto della situazione economica tutt'altro che rosea nella quale naviga la gente, hanno cominciato la loro attività filantropica. Coi soldi messi insieme con la vendita di marijuana, hanno pagato le spese mediche agli abitanti del villaggio dove risiedevano, acquistato computer per l'ospedale e la scuola locale. «I due 60enni erano incensurati» ha raccontato al Sun il procuratore Jon Dee. «Inoltre, per loro stessa ammissione, tutto era iniziato come un hobby, ma poi si è trasformata in un business e per sei anni hanno prodotto cannabis in quantità significative» ha proseguito il legale.

Una storia sicuramente bizzarra, così come il modo in cui è venuta alla luce. Un agente di polizia, nell'inseguire un ladro, ha riconosciuto l'inconfondibile odore di erba provenire dalla proprietà dei due inglesi. Una volta entrati nell'abitazione, i poliziotti si sono trovati di fronte una vera e propria piantagione di tipo industriale: la maggior parte delle stanze erano state infatti adibite a camere di coltivazione ed essiccazione, con tanto di serra professionale. La polizia ha recuperato un sacchetto di plastica contenente 20.000 sterline e 159 piante di cannabis del medesimo valore. Il giudice del tribunale di Lincoln ha ammesso di essere certo delle buone azioni compiute dai due in Kenya, ma ciò non li ha salvati da una condanna a tre anni di reclusione, sebbene fossero entrambi incensurati. Curiosamente la notizia arriva a pochi giorni dalla pubblicazione della ricerca dell’Uk Drug Policy Commission. Uno studio durato 6 anni al quale hanno contribuito  scienziati, giuristi, politici, medici e operatori sociali e che dimostra come la battaglia della autorità contro le droghe leggere abbia portato solo ad una perdita di risorse economiche che sarebbero potute essere spese in altro modo. Ma chi lo dice al governo conservatore britannico e ai bambini del Kenya?

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