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Eurispes, i dati del “Rapporto Italia 2011”: una famiglia su tre non arriva a fine mese

Pubblicati oggi, 28 gennaio, i dati dell’Eurispes contenuti nel Rapporto Italia 2011. Ne esce fuori un’immagine piuttosta negativa del nostro Paese, dove però, nonostante tutto, le persone vivono ancora felicemente.
A cura di Cristian Basile
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In un periodo tutt'altro che roseo per la nostra Italia, tra scandali, crisi economica, disoccupazione dilagante, pessimismo diffuso, ecco arrivare il "Rapporto Italia 2011" dell'Eurispes, l'istituto di studi politici, economici e sociali, che, in un'immagine tutt'altro che positiva del paese, scaglia un potenziale colpo di grazia ai residui di ottimismo degli italiani.

Per l'Eurispes: "L'Italia sta vivendo, insieme, una grave crisi politica istituzionale, economica e sociale. Tre percorsi di crisi che si intrecciano, si alimentano e si avviluppano l'uno con l'altro fino a formare un tutt'uno solido, resistente, refrattario ad ogni tentativo di districarlo, di venirne a capo", come ha spiegato nella sua analisi il presidente Gian Maria Fara: "La nostra classe dirigente attuale, a differenza di quanto accade in altri paesi, non è né coesa né solidale. Possiede una grande consapevolezza di sé e nessuna consapevolezza dei problemi generali. Non è mai riuscita a costituirsi in elite responsabile".

Ecco alcuni dei dati diffusi oggi, 28 gennaio, dall'Eurispes:

FAMIGLIA – Probabilmente il dato maggiormente preoccupante è questo: per il 35,1 % delle famiglie italiane, soprattutto per quelle del Sud, è difficile arrivare alla fine del mese mentre sono in costante diminuzione le famiglie che nonostante la crisi riescono a risparmiare qualcosa (26,2 per cento contro il 30,8 per cento del 2010). Calano di conseguenza i consumi soprattutto per quanto riguarda i viaggi, i regali, i pasti fuori casa, il tempo libero ed anche per i prodotti alimentari. Allarmante anche la situazione dei mutui e degli affitti che sono insostenibili per 2 italiani su 5. Secondo l'istituto, il 40 per cento delle famiglie ha difficoltà a pagare rate e canoni. "La casa – si legge nel rapporto – rappresenta da sempre il capitolo di spesa più incisivo per l'economia familiare e, dai risultati della rilevazione, emerge un quadro preoccupante se si confrontano i dati del 2011 con quelli dell'anno precedente: il 40 per cento delle famiglie italiane ha difficoltà a pagare la rata del mutuo (rispetto al 23,2 per cento del 2010) ed il 38,1 per cento (contro il 18,1 per cento del 2010) a pagare il canone d'affitto".

LAVORO – Dilaga il precariato con i contratti di lavoro a tempo determinato che sono aumentati del 47,3 per cento, "le conseguenze della crisi economica" – sottolinea l'Eurispes – "stanno infatti assumendo carattere di ineluttabilità per quanto concerne i lavoratori flessibili, in particolare per i giovani. Il mercato del lavoro ha espulso prioritariamente i lavoratori a termine, portati a ingrossare le fila dei disoccupati". Ancora peggio va l'occupazione femminile ferma al 46,4%.

CRIMINALITA' – Anche quest'anno, la "maglia nera" del territorio più permeabile ai tentacoli della criminalità organizzata spetta alla provincia di Napoli. Seguono, la provincia di Caserta, Foggia, Catania e Vibo Valentia che risultano le più a rischio infiltrazioni da parte delle mafie. Sempre ai primi dieci posti si collocano Crotone, Catanzaro, Bari, Trapani. In posizione intermedia per grado di permeabilità si trovano Siracusa, Palermo, Brindisi e Messina.

OMICIDI IN FAMIGLIA – Il Rapporto Italia 2011, grazie ad un'analisi e una selezione di articoli di cronaca, estrapolati dai più importanti quotidiani a diffusione nazionale negli anni 2009 e 2010 ha diffuso i seguenti dati: nel biennio in Italia si sono registrati 235 omicidi domestici (122 nel 2009 e 113 nel 2010). In entrambi gli anni, la maggior parte di questi ha visto coinvolte persone appartenenti alla stessa cerchia familiare. Su 235 omicidi avvenuti nel biennio, quasi la metà degli omicidi domestici sono stati commessi nel Nord (52,5% nel 2009 e 47,8% nel 2010). Al Centro se ne sono registrati il 21,3% nel 2009 e il 18,6% nel 2010 mentre a Sud e nelle Isole gli omicidi domestici sono stati il 26,2% e il 33,6% rispettivamente nel 2009 e nel 2010.

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE : soddisfatto solo il 35,8% degli italiani (31,9% abbastanza e 3,9% molto soddisfatto), contro il 44,3% dei “poco soddisfatti” è il 44,3%. Se a questi si somma il 17,1% che dichiara di non essere affatto soddisfatto, il parere negativo si attesta dunque complessivamente al 61,4%. La maggior parte, dunque. E una quota del 5,1% in più rispetto allo scorso anno.
Maggiore soddisfazione per il nostro sistema sanitario si registra nel Centro (41,3%), seguito da Nord-Ovest (39,1%), Nord-Est (38,6%), Isole (26,4%) e Sud (26,3%). esprimono malcontento il 71,2% degli abitanti delle Isole, il 70,7% del Sud, il 58,5% del Nord-Est, il 58,2% del Nord-Ovest e il 55,6% del Centro.

CACCIA – Solo il 17,8% degli italiani trova accettabile la caccia. Oltre la metà del campione degli intervistati non approva per niente la caccia (56,6%) e il 23,9% afferma di approvarla "poco". La percentuale di quanti valutano positivamente il fatto di indossare capi di pelliccia supera appena il 14,1% (abbastanza: 11,7%; molto: 2,4%). La disapprovazione raccoglie l'83% delle risposte (58,8% "per niente" e 24,2% "poco"). Solo il 10,1% degli intervistati, inoltre, giudica positivamente l'utilizzo degli animali all'interno degli spettacoli circensi. Anche l'acquisto di animali esotici non trova grande consenso: sono infatti il 9,5% coloro che accetterebbero di togliere alle foreste tropicali parte della loro fauna.

Insomma un quadro generale piuttosto negativo che si conclude di conseguenza rilevando che otto italiani su dieci sono scettici sulla situazione economica dell'Italia e che quattro su dieci si trasferirebbero volentieri all'estero ma che comunque, finalmente un dato positivo, due terzi degli italiani si reputano "fortunati" di vivere nel Belpaese.

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