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Crisi 2008-2013: tutte le volte che ci hanno promesso la ripresa economica

“La ripresa nel 2014”, rassicura Enrico Letta. Ma quante volte ci è stata fatta la stessa promessa negli anni scorsi? Dal 2008 ogni anno. E ogni anno le cose sono peggiorate…
A cura di Davide Falcioni
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Secondo la Banca Centrale Europea, e anche secondo il Presidente del Consigli Enrico Letta, l'economia dell'Eurozona "dovrebbe stabilizzarsi e registrare una lenta ripresa" nel prosieguo del 2013 e nel 2014. Ci sarebbero degli indicatori (quali?) che lascerebbero finalmente intravedere una luce in fondo al tunnel. Come dire: finora abbiamo sofferto, la disoccupazione è alle stelle e la povertà non è mai stata così alta, ma dopo anni di sacrifici vedremo finalmente i frutti. L'occupazione tornerà a riaffiorare anche, secondo la Bce, grazie alla "rimozione delle rigidità nel mercato del lavoro". Insomma, ci siamo. Ma ne siamo proprio sicuri? Quante volte negli ultimi anni abbiamo letto e sentito queste rassicurazione?

Ma andiamo con ordine. La prima volta era il 2008. Governava Silvio Berlusconi e la crisi economica era per lo più raccontata da indicatori numerici, abbastanza lontani dalla percezione dei cittadini italiani. Confindustria riconosceva le prime difficoltà di quella che era la terza recessione del dopoguerra dopo quelle del 1975 per lo shock petrolifero e del 1993 per la crisi dalla finanza pubblica. L'associazione di categoria degli imprenditori tuttavia dichiarava: "Nel 2009 l’Italia potrà agganciarsi alla ripresa internazionale chiudendo l’anno con un pil a +0,4 per cento". Ok, gli italiani pensarono che la crisi fosse stata una sfuriata, un temporale estivo o poco più.

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E così si arrivò al 2009. Sempre Berlusconi al governo. Le difficoltà per le famiglie italiane iniziarono a farsi più serie, tra fabbriche che delocalizzavano ed altre – magari più piccole – che chiudevano i battenti. Subentrò allora il fattore psicologico: "Mi aspetterei che tutte le fabbriche del disfattismo – disse il Cavaliere a radio Anch'io – e del pessimismo la smettano di produrre un'atmosfera che non è soltanto di odio e di violenza nella politica ma che è anche negativa sul piano dei consumi e degli investimenti". Poi, rispondendo ad una domanda sulla possibilità di una fase di crescita nel 2010, disse: "La ripresa ci sarà".

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Niente ripresa neanche nel 2010. Gli acuti consiglieri del Cavaliere devono aver sbagliato i conti, perché nel frattempo la disoccupazione inizia a farsi preoccupante. Ma ancora una volta arrivò una pillola di sano ottimismo sempre da parte di Berlusconi che, alla vigilia di Natale, disse: "Ritengo che il 2011 sarà un anno di ripresa di cui già abbiamo iniziato a cogliere qualche segnale. Non possiamo escludere altre turbolenze della area euro: l'Italia è al riparo da attacchi speculativi, ed è merito del governo che ha tenuto in ordine i conti pubblici ma soprattutto delle famiglie e delle imprese dei lavoratori. Per i mercati le aspettative contano molto – sottolinea – Se si fosse aperta una crisi di governo le conseguenze avrebbero potuto esser gravi, e per questo sentiamo il dovere di continuare a governare".

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 E la crisi di governo arrivò. Il 2011 non fu l'anno della ripresa, ma quello dello spread: parola mai ascoltata in decenni, che di colpo iniziò ad animare gli incubi degli italiani e quelli del governo. Nel mese di  novembre Berlusconi crollò. Le opposizioni esultarono a festa e venne chiamato a dirigere il Paese il professor Mario Monti. Bocconiano di ferro, trovò l'appoggio di Pd, Pdl e Udc. E la famosa ripresa? Draghi, nel frattempo diventato presidente della Bce, l'8 marzo del 2012 disse: "Ci sarà una ripresa graduale dell'economia nel corso di quest'anno". "Le misure straordinarie della Bce, assieme al consolidamento fiscale hanno provocato un miglioramento significativo e il maxi-prestito triennale alle banche darà ulteriore sostegno alla stabilizzazione dei mercati finanziari". Va bene, ancora qualche mese di pazienza e ne saremo fuori, pensarono i cittadini italiani, ormai stremati.

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Come i soldati del romanzo di Dino Buzzati "Il Deserto dei Tartari", gli italiani attesero anche per tutto il 2012 l'Evento della ripresa economica. Niente, non arrivò neppure allora, così il professor Monti spiegò: "L'anno prossimo sarà un anno in ripresa per l'andamento dell'attività economica, il 2013 sarà crescente. La media del 2013 è tuttavia prevista essere di uno 0,2% inferiore alla media 2012. Questo è chiamato effetto trascinamento ma la luce della ripresa, anche se non voglio riprendere immagini abusate, si vede".

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Ma gli italiani questa ripresa sembrano non vederla. Forse è colpa loro, chissà…

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