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Aumenti Irpef, da domani salari e pensioni più leggeri

Con gli stipendi di marzo vengono sbloccati i nuovi aumenti Irpef comunali e Regionali previsti dalla manovra Tremonti, i Comuni avranno la possibilità di applicare aliquote differenti che influiranno su stipendi e pensioni a seconda della residenza dei cittadini.
A cura di Antonio Palma
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Con gli stipendi di marzo vengono sbloccati i nuovi aumenti Irpef comunali e Regionali previsti dalla manovra Tremonti, i Comuni avranno la possibilità di applicare aliquote differenti che influiranno su stipendi e pensioni a seconda della residenza dei cittadini.

Da domani con l'assegno di marzo verranno sbloccati i nuovi aumenti per l'irpef regionale e comunale introdotti con la manovra finanziaria di Tremonti e pensionati e lavoratori si ritroveranno una busta paga e una pensione mensile più leggera. La stangata non sarà uguale pere tutti visto che i Comuni hanno la facoltà di introdurre o meno la nuova addizionale irpef e in una misura variabile fino ad un'aliquota massima complessiva pari allo 0,8%. Per tutti invece ci sarà l'aumento dell'addizionale regionale Irpef pari allo 0,33% passando da un'aliquota base dello 0,9 per cento all'1,23 per cento che, come ha calcolato il Caf Cisl, si tradurrà in 51 euro in meno all'anno per un salario da 1.200 euro al mese fino ai 137 euro in meno per uno stipendio da 3.200 euro.

Pochi i comuni che hanno già deliberato gli aumenti – Nel computo totale però si dovranno aggiungere appunto le addizionali comunali irpef, che per fortuna al momento ben poche amministrazioni comunali hanno già deliberato. La diversa tassazione a livello locale comporterà diverse decurtazioni a stipendi e pensioni a seconda della residenza, per esempio tra i comuni che hanno già previsto l'aumento dell'Irpef si va dai 47 euro in meno decisi a Catanzaro ai 56 euro per il Comune di Chieti, entrambe da aggiungere all'aumento dell'Irpef regionale. Per  i residenti nei comuni che ancorano non hanno deciso il loro aumento dell'aliquota Irpef i rincari scatteranno più in là, ma in ogni modo ci saranno visto che la misura era stata pensata proprio come una fronte di introiti per le casse delle amministrazioni locali a fronte della decurtazione dei finanziamenti dallo Stato centrale.

Sono salvi solo i redditi molto bassi – Gli unici a salvarsi da questa mini stangata i dipendenti e pensionati con redditi molto bassi. In particolare nulla sarà tolto ai pensionati fino a 75 anni che guadagnano fino a 7.535 euro l'anno e a quelli oltre i 75 anni che guadagnano fino a 7.785 euro. Per i lavoratori invece la soglia di esenzione sale fino a 8.030 euro annui, ma la cosa non è così rassicurante se si pensa che stiamo parlando di cifre lorde. Le cose potranno andare ancora peggio ai cittadini delle Regioni che hanno alti deficit finanziari coma Campani e Lazio dove per i Presidenti vi è la possibilità di un incremento dell'aliquota fino al 2,03%.

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