75 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cosa puoi fare se non ti piace il tuo nome o quello che hai dato ai tuoi figli: il parere della giurista

Una mamma sui social ha spiegato di temere che i bulli prendano in giro la figlia per il nome da lei scelto. La legge italiana prevede che se il nome proprio crea disagio o vergogna si possa cambiarlo al compimento dei 18 anni o prima con l’approvazione dei genitori.
A cura di Sophia Crotti
75 CONDIVISIONI
scegliere il nome per il figlio

Scegliere il nome per il proprio bambino è tutt’altro che semplice, a dimostrarlo, come riporta la testata The Sun è stata la confessione di una mamma disperata sul social Reddit. La donna ha detto di aver scelto di chiamare la sua bambina “Sigrid”, dopo essere stata a lungo indecisa, insieme al marito, tra i nomi Ottile e Aubrey. La coppia aveva trovato un compromesso tra i due nomi, scegliendo il nome Etta, ma appena vista la bambina, il neo papà ha menzionato il nome Sigrid, dicendo che i soprannomi Ziggy, Siggy o Sissi sarebbero stati perfetti per lei. La mamma ha spiegato di essersi lasciata convincere ma di temere ora che la piccola, una volta adolescente, possa diventare vittima dei bulli, che paragoneranno il suo nome alla parola inglese "cigarettes", ossia sigarette.

Abbiamo chiesto alla giurista Gioia Saitta se e in quali casi è possibile cambiare il proprio nome di battesimo, una volta scelto dai genitori.

Come cambiare il nome scelto dai genitori?

In Italia quando si sceglie un nome per il proprio bambino bisogna rifarsi alle limitazioni imposte dalla legge 196 del 2000, che all’articolo 34 comma 1 specifica “è vietato dare ai bambini nomi ridicoli a vergognosi”.

Ciò nonostante, può capitare che il nome scelto sia comunque per il figlio, durante la crescita, una fonte di imbarazzo o disagio. In questo caso, una volta raggiunta la maggiore età il ragazzo può rivolgersi alla Prefettura della provincia del luogo di residenza o di quello di nascita, facendo richiesta di poter modificare il suo nome. A sancirlo è il DPR n. 54 del 2012, che sottolinea però l’importanza di fornire anche delle motivazioni valide a questa decisione, tra quelle suggerite dal testo di legge vi sono: ritenere il proprio nome ridicolo o vergognoso o identificativo della propria origine naturale.

bullismo

Se il bambino inizia a sviluppare prima dei 18 anni un brutto rapporto con il suo nome, come specifica il sito del Ministero dell'Interno, può comunque presentare la sua richiesta alla Prefettura, compilata e firmata da entrambi i genitori.

Tuttavia, dal momento che ognuno all'interno della lettera di accompagnamento alla richiesta di cambiare nome può segnalare qualsiasi motivazione lo abbia spinto a prendere questa decisione, spiega la giurista Gioia Saitta a Fanpage.it, non è detto che la Prefettura dia il via libera, se non ritiene valido il motivo del cambiamento: «L’amministrazione possiede un margine di valutazione dell’interesse alla modifica del nome, che non significa indagare le ragioni personali del soggetto. Può, però, comunque rigettare la richiesta qualora non lo reputi necessario, oppure quando la persona voglia attribuire a se stessa un nome o cognome importante che non gli appartiene, per spingere in errore le persone. Ad esempio nel caso del cognome, se qualcuno volesse cambiare il proprio cognome in “Cavalli” per far credere di essere un erede della prestigiosa maison di moda pur non essendolo, non può farlo».

75 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views