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Casi di morbillo in aumento, ma niente allarmismi: “Limitiamo i contagi con vaccini e isolamento”

In Italia il numero di contagi continua a salire ma al momento è ancora presto per parlare di epidemia. Vaccini e cautela gli unici rimedi per scongiurare l’emergenza. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elena Bozzola.
Intervista alla Dott.ssa Elena Bozzola
Pediatra e Consigliere Nazionale SIP
A cura di Niccolò De Rosa
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Aumento di casi di morbillo in Italia

Il morbillo è una malattia infettiva molto contagiosa che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) continua a indicare come una delle principali cause di mortalità infantile tra la popolazione mondiale.

In Italia la massiccia campagna vaccinale dei decenni scorsi aveva portato l'incidenza del morbillo a toccare i minimi storici verso la fine degli anni Novanta. Negli ultimi anni però il trend è apparso decisamene in risalita e il 2024 rischia di essere ricordato come l'inizio di una nuova epidemia.

Secondo i dati riportati dal bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità infatti, al 31 marzo sono stati 213 i casi accertati di morbillo durante il 2024: 34 a gennaio, 93 a febbraio e 86 a marzo. In tutto il 2023 erano stati appena 43.

Come evolve il contagio in Italia

Nel corso di questi primi tre mesi la diffusione della malattia ha segnato un notevole incremento soprattutto nella fascia 0-4 anni, anche se l'età media di chi ha contratto il virus rimane intorno ai 31 anni. Le regioni maggiormente colpite sono state Lazio, Sicilia e Toscana, le quali hanno registrato complessivamente il 68% delle segnalazioni a livello nazionale.

Per quanto riguarda l'insorgenza di complicazioni invece, 56 pazienti hanno visto peggiorare il proprio quadro clinico a causa di almeno una complicanza legata agli effetti del morbillo. Tra queste vengono segnalate 23 polmoniti e un caso di encefalite verificatosi in un giovane adulto non vaccinato.

Un altro punto significativo emerso dal report riguarda poi l'alta incidenza dei non vaccinati, pari a circa l'88% dei contagiati. Un dato non di poco conto, anche perché dei 213 casi riscontrati, solo 11 pazienti avevano meno di un anno di vita: le linee guida ministeriali raccomandano però di sottoporre i bimbi ai primi cicli d'immunizzazione già a partire dai 12-13 mesi.

La parola all'esperta

"Dopo lo spauracchio del 2017, quando si registrarono oltre 2000 casi di morbillo, la vaccinazione divenne obbligatoria per i nuovi nati" spiega a Fanpage.it la pediatra Elena Bozzola, Consigliera Nazionale SIP (Società Italiana di Pediatria).

"Al 2023 la copertura vaccinale rimane buona per quanto riguarda la prima somministrazione, raggiungendo il 94% della popolazione (la quota raccomandata è del 95%), ma scende all'85% con la seconda dose. Per avere una buona protezione però non si possono saltare i richiami".

Elena Bozzola
Elena Bozzola, pediatra

Il vaccino rimane dunque il principale alleato per la salute dei bambini?

Vaccinarsi è l'unico metodo non solo per per tutelare la salute di bambini e adulti, ma soprattutto per proteggere chi non può sottoporsi all'immunizzazione. Il vaccino contro il morbillo, parotite, rosolia e varicella si può fare all'incirca dopo il primo anno di vita, quindi i bimbi più piccoli rimangono esposti a questo rischio.

Siamo davvero di fronte al pericolo di una nuova epidemia?

Al momento i numeri rimangono comunque contenuti ed è presto per destare allarmismi. Possiamo però parlare di un'impennata di casi che mette in pericolo principalmente i nati prima del 2017, quando cioè la vaccinazione non era obbligatoria. Anziani e pazienti con patologie pregresse o concomitanti sono le categorie cui prestare maggiore attenzione.

E per quanto riguarda le donne incinte?

Quello contro il morbillo non è un vaccino cui ci si può sottoporre durante la maternità. Il consiglio che darei alle donne che desiderano avere figli è dunque quello di considerare la vaccinazione prima del concepimento: in questo modo la protezione passa attraverso la placenta e riduce i pericoli per qualche mese.

Quali sono i maggiori pericoli causati dal morbillo?

Oltre a febbre, malessere e le caratteristiche eruzioni cutanee, la pericolosità del morbillo è legata principalmente alla possibilità di sviluppare complicanze più gravi come la polmonite e la pleuropolmonite, condizioni che causano insufficienza respiratoria e possono anche causare il decesso del piccolo. Anche l'encefalite (un'infiammazione del cervello, n.d.r.), sebbene più rara, può comportare a conseguenze piuttosto serie per le funzioni neurologiche dei pazienti.

Esistono accorgimenti per limitare il contagio?

Quando si fa la diagnosi di morbillo è bene rispettare una fase d'isolamento, tuttavia l'alta contagiosità della malattia rende molto difficile riscontrare un altro metodo di protezione che non sia la vaccinazione.

Niente morbillo party dunque…

Assolutamente. La letalità del morbillo non è un problema solo dei Paesi sottosviluppati ma anche in Italia si può morire in età pediatrica per questa malattia. Ci sono poi anche complicanze meno gravi, come la diarrea, che nei più piccoli possono comportare un'importante disidratazione che poi si traduce nella necessità di un ricovero ospedaliero. Sfatiamo i miti su vaccini associati all'autismo e cerchiamo di proteggere i nostri bambini.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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