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Smartphone, amore e adolescenza: istruzioni per l’uso

Un fenomeno in crescita che coinvolge tanti adolescenti alle prese con i primi amori, l’esplorazione dell’affettività e la crescita, ma anche nuove forme digitali di comunicazione. In cosa consiste e come contrastarlo? Un progetto partecipato da 200 studenti di Napoli sensibilizza i ragazzi a comprendere il limite nelle relazioni tra pari.
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A cura di Ciaopeople Studios
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Tutti ricordiamo l’adolescenza come il momento in cui scoppiano i primi amori e tutti, nessuno escluso, possono parlare di “struggimento”, quel coinvolgimento totalizzante che attraversa le relazioni amorose nel periodo della crescita e della formazione. Negli ultimi anni, al gruppo dei pari, si è aggiunto un altro protagonista che ha ulteriormente complicato un periodo bello, ma indubbiamente faticoso: lo smartphone. È proprio attraverso questo strumento che si consolidano le relazioni tra teenager, ma può capitare che il mezzo diventi un amplificatore di comportamenti inadeguati. Quello che i teenager faticano a riconoscere è il limite dei loro atteggiamenti e gli effetti che possono avere sugli altri in un mondo dove tutto può viaggiare in Rete a una velocità un tempo impensabile.

L’Online Teen Dating Violence: un fenomeno che viaggia da smartphone a smartphone

Sembra che il 98% dei teenager utilizzi lo smartphone (98%) allo scopo di scambiare foto o video, soprattutto ricorrendo a WhatsApp (80%), Facebook (77%) o Instagram (78%). In questo contesto, se l’oggetto della comunicazione è intimo e delicato, se non si riconosce il limite dei propri comportamenti e gli effetti che possono avere sugli altri, questa prassi può diventare un vero e proprio boomerang. Ciò che viaggia nel web, una volta immesso nella Rete, può diffondersi a macchia d’olio come un vero virus. Per questo si parla di Online Teen Dating Violence, ossia quel fenomeno in espansione nel quale la violenza che si può verificare nelle relazioni intime tra adolescenti si sposta sul web causando una vera valanga di dolore.

Condividere immagini personali è un errore di metodo

Si inizia con una condivisione privata su uno dei canali social e si arriva a una diffusione senza limiti di immagini private e intime a scopo vendicativo che provoca gravi danni per chi ne è vittima: il revenge porn è uno dei tanti modi per perpetrare azioni violente o che minano l’autostima e la serenità di chi la subisce, ma non è il solo. Esistono tante sfaccettature dell’azione violenta e abusante e non tutte sono così lampanti tra gli adolescenti: proprio i teenager trovano difficoltà nel riconoscere ciò che è dannoso da ciò che non lo è, ciò che può provocare una catena infinita di discriminazioni e ciò che, invece, rimane nei limiti di uno scherzo.

Una realtà sempre più diffusa

Secondo i dati rilevati dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, nel 2016 il 12% degli adolescenti italiani è stato costretto a cancellare amici da Facebook per motivi di gelosia, mentre 5 adolescenti su 10 sono stati obbligati a condividere con il proprio partner le password personali sui social. Sono solo alcune aberrazioni delle interazioni affettive tra adolescenti alle quali si aggiungono altri comportamenti negativi che sfociano nel controllo senza rispetto della libertà altrui: il 20% dei ragazzi/e controlla lo smartphone del partner anche ricorrendo a spying software per verificarne gli accessi sui social, oppure richiedendo screenshot di conversazioni o foto al solo scopo di controllo.

I bystander: chi assiste è complice

A questo comportamento si aggiunge quello dei bystander, ossia di coloro che, anche inconsapevolmente, moltiplicano l’impatto di un post o un contenuto appena condiviso. Basta un like su un social per dare viralità a un’immagine inappropriata. I bystander non sono così pochi: secondo uno studio del 2017 realizzato in Danimarca, Inghilterra e Ungheria nell’ambito del progetto deShame addirittura il 71% del campione dei teenager tra i 13 e 17 anni intervistati è stato bystander.

#ERROR405 #ERROREDIMETODO: un progetto di sensibilizzazione

Come evitare che questo fenomeno continui a dilagare? Creare consapevolezza tra i giovanissimi è una delle soluzioni più efficaci. Sapere che divulgare foto intime è un grande errore e può provocare ferite gravi nella propria rete di relazioni è il primo step per fermare l’OTDV. Per questo è nata la campagna #ERROR405 #ERROREDIMETODO, grazie alle scuole coinvolte nel progetto di ricerca CTRL+ALT+DEL (Control your image+Say alt+Delete from the web) finanziato dalla CE nell’ambito del programma “Rights, Equality and Citizenship” e realizzato da un partenariato tra Università degli studi di Napoli Federico II – Dipartimento degli Studi Umanistici– Roots in action – Protom– Luca School of Arts. Questa campagna ha visto il coinvolgimento di circa 200 studenti delle superiori di Napoli, una città molto interessata suo malgrado da questo tipo di fenomeno. Secondo il Rapporto BES-2014, infatti, in Campania il 73% delle ragazze dai 14 ai 19 anni ha dichiarato di aver paura di subire violenza dal partner: in queste zone il rischio effettivo di violenza di genere è triplicato per le ragazze tra i 16 e i 24 anni.

Stop e cancella: un modo per fermare questo fenomeno 

Il progetto CTRL+ALT+DEL nasce per contrastare tutti i pregiudizi e gli stereotipi di genere, per aumentare la consapevolezza di questo fenomeno e cercare di evitarlo. Per questo i ragazzi hanno lavorato anche a una campagna di comunicazione che sia in linea con i valori e i linguaggi degli adolescenti: sono loro ad aver individuato nell’OTDV un errore di metodo, l’#ERROR405 #ERROREDIMETODO, un bug che rovina le loro relazioni; e sono loro a dover essere protagonisti di un cambiamento positivo, bloccando e cancellando materiale personale intimo. Fermare l’Online Teenager Dating Violence si può fare: basta informarsi per fare la scelta giusta.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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