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Trasporto pubblico a Napoli

Trasporto pubblico locale a Napoli: “Stazioni e mezzi sporchi? Puliamo senza prodotti adeguati”

Di recente, molti utenti lamentano la scarsa pulizia del trasporto pubblico locale. I conducenti dei mezzi puntano il dito contro gli addetti alle pulizie.
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Che Napoli non sia famosa nel mondo per il suo trasporto pubblico lo sappiamo bene. Del resto, avete mai ascoltato i discorsi di chi aspetta a una fermata della metropolitana o del pullman? Passati i convenevoli, ci si ritrova a parlare di tratte soppresse o modificate, del prossimo sciopero, di quando aprirà la fantomatica linea 6. E i sempreverde “Ma da quant’è che aspetti?”, “Non sono riuscito a salire, era troppo pieno”, “Poi si lamentano che non facciamo il biglietto”. E di recente, ma forse dipende solo dall’esperienza di chi scrive, anche “Uà, comm’ so' sporchi ‘sti mezz’!”.

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Purtroppo, dopo un giro di verifica, non possiamo che confermare queste parole. L’idea era quella di iniziare con una corsa sull’Alibus (centro città – aeroporto di Capodichino), ma a bordo non c’era un filo di spazio. Una trentina di persone, che aspettavano con noi alla fermata di piazza Garibaldi, sono state costrette a chiamare il taxi. «Perdere il volo perché non si riesce a salire sulla navetta – tuonava un uomo – Una vergogna tutta napoletana. E il biglietto costa 5 euro! Ma per cosa?».

Su un altro pullman, non proprio lucido e profumato, l’autista ci fa notare che era abitudine degli addetti alle pulizie appuntare data e ora delle sanificazioni su dei fogli e conservarli dietro il sedile di guida. Adesso di quei fogli non c’è traccia. Mancano anche una regolare barriera a protezione del conducente e i dispenser di soluzione igienizzante per i passeggeri: «All’inizio c’erano, ma li hanno tolti poco dopo». «Per quale motivo? – chiediamo – Per risparmiare?».

Lui fa spallucce e resta vago: «È stata una cosa, come dire… a scemare». Un suo collega sottolinea che viaggiare su una vettura pulita dovrebbe essere innanzitutto una priorità di chi la guida, «è come stare sporchi in casa propria».

In effetti il suo bus è lindo e pinto. «Ecco, guarda quello! – e ce ne indica uno nell’altro senso di marcia – Le condizioni dei vetri si vedono da qua”. Nemmeno mezzo appunto di sanificazioni effettuate, però. È lui stesso a controllare, prima di iniziare il turno, che a bordo sia pulito. «Ma poi, sai… – aggiunge – c’è chi queste cose le fa come si deve, chi sorvola, e pure chi non le fa per niente». Il gel lavamani per l'utenza? «Solo nella prima fase della pandemia, ma a noi dipendenti ne danno ancora in abbondanza».

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La linea 1 della metropolitana. Nelle stazioni ci sono più cartacce per terra che nei cestini ma, in questo caso, la responsabilità va attribuita alla “scarsa attenzione” (per non dire inciviltà) di chi ci viaggia.

C'è persino gente che fuma mentre aspetta, come fosse a fare aperitivo in piazza. Vediamo piuttosto in che stato sono i rulli delle scale mobili, dove si poggiano le mani. I risultati, dispiace dirlo, non sono dei migliori. Dante, Municipio, Garibaldi, Toledo: tutte bocciate.

Un macchinista dice di vagoni e stazioni: «Lavati in modo superficiale e senza volontà, per tornare prima a casa, e chi dovrebbe controllare si gira dall’altro lato. La metro è sporca e non viene sanificata nel modo giusto».

Azienda di pulizie alla gogna, quindi? Più o meno. Marco Sansone, autista Anm e sindacalista Usb, sottolinea che «buona parte dei dipendenti sono in cassa integrazione da maggio 2020 per “motivi economici”». Proprio quando sanificazioni e simili servivano di più. «E il risparmio – rincara – non è stato reinvestito nella sicurezza. Gli effetti si sono visti: nei primi tre mesi del 2022 c’è stato un boom di contagi tra il personale, che si è tradotto in meno corse e meno autobus».

Un operatore accusa: «Come si fa a sanificare senza prodotti specifici? Abbiamo persino pochi guanti e mascherine». E riduzioni di orario e personale si fanno sentire. I turni passano da 8 a 4 ore, ma il carico di lavoro resta lo stesso: «Immaginate di pulire una stazione intera in così poco tempo. Vi sembra fattibile?». Poi contratti che «fanno ridere i polli» e stipendi in ritardo, nonostante la puntualità nell’erogazione dei fondi.

Secondo dipendenti e sindacati, la soluzione sarebbe internalizzare il servizio di pulizia. Niente più appalti a società esterne (negli ultimi anni se ne sono alternate ben 5) e i dipendenti sarebbero gestiti dalla stessa Anm, senza mediatori.

«Ci sarebbe innanzitutto un grosso risparmio, trecento lavoratori sarebbero finalmente stabilizzati e l’azienda disporrebbe di molte più risorse. Tra di loro ce ne sono tanti che hanno più di una patente e potrebbero, per esempio, sostituire gli autisti diventati inidonei alla guida per anzianità o altri motivi, a cui sarebbe assegnata una mansione più idonea».

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