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Notizie sulla Setta delle Bestie

Vittime minorenni “appese a un albero, frustate e violentate”: le accuse alla setta delle Bestie

Sono venti le vittime della Setta delle Bestie: sarebbero state adescate quando ancora erano delle bambine e costrette a subire violenze sessuali sempre più dolorose con il passare degli anni. Fino a quando una di loro non ha trovato il coraggio di denunciare.
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A cura di Giorgia Venturini
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Avrebbero definito la loro setta un "mondo magico, fantastico e segretissimo". Le loro vittime sarebbero state tutte bambine o adolescenti, trascinate nel gruppo da alcuni parenti che già facevano parte del gruppo: alle minorenni – secondo quanto riportano gli atti della Procura – le teorie della setta sarebbero state inculcate tramite iniziazioni a pratiche magiche che sarebbero servite ad annullare "l'io presente" per accendere "il fuoco interiore". Così sarebbero state adescate le giovani vittime dai 28 membri della Setta delle Bestie, ora imputati in un processo con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata a commettere violenze sessuali aggravate e di gruppo, abusi, anche su minori, con riduzione in schiavitù delle vittime.

Si tratta del secondo processo nel Nord Italia nei confronti di una psico-setta. A far scattare le indagini nei confronti della Setta della Bestie – così veniva chiamata l'associazione a delinque per i soprannomi legali ad animali con cui venivano chiamati i membri – è stata una ragazza che oggi ha 36 anni ma che era stata costretta a far parte della setta quando aveva sette anni.

La ragazza – di cui non sveleremo il nome – solo pochi anni fa ha trovato il coraggio di denunciare tutto quanto ha subito. Dopo di lei hanno fatto la stessa cosa altre ragazze: tra il 1990 e il 2020 in tutto le vittime sono una ventina. Ora saranno loro a raccontare tutte le violenze subite davanti al giudice.

Cosa erano costrette a subire le vittime

A convincerla a entrare nel gruppo criminale sarebbe stata la zia. La bambina aveva sette anni quando sarebbe stata avvicinata ad alcune pratiche sessuali, che col tempo sarebbero diventate sempre più invasive. Come confermano anche le altre vittime che testimonieranno a processo, la vittima sarebbe stata costretta ad assistere ad atti sessuali con la parente e un altro membro della setta.

Poi le vittime avrebbero subito violenza: la ragazza ha raccontato – come si legge sempre dalle carte della Procura – di essere stata costretta a subire penetrazioni anali con "bacchette magiche". E ancora: "Penetrazioni vaginali e anali con falli di gomma di varie dimensioni, rapporti sessuali orali, vaginali o anali con falli di gomma di varie dimensioni, rapporto sessuali orali, vaginali o anali fino ad arrivare, all'età di 11 anni a subire rapporti sessuali completi con il capo della setta considerato come una specie di divinità, Gianni Maria Guidi".

Le violenze, stando ai loro racconti, si facevano poi via via sempre più dolorose: le vittime sarebbero state costrette a "pratiche estreme e dolorosissime come congiunzioni con animali, penetrazioni anali con oggetti disparati dopo essere state legate ad un tronco e bendate mentre venivano frustate". Avrebbero subito anche "bruciature con la cera bollente ai capezzoli e nelle zone vaginali, morsi sul naso e in testa, clisteri prolungati, tatuaggi e piercing praticati a freddo nelle parti intime".

Le vittime sarebbe stata costrette a subire tutto questo perché i membri della setta dicevano loro che avrebbero avuto disgrazie e malattie in caso di allontanamento. Le vittime sarebbero state sottoposte a una costante opera di indottrinamento e sottoposizione a pressioni psicologiche "atte ad annullare completamente la capacità di autodeterminazione e a recidere tutti i rapporti con i famigliari". L'indottrinamento sarebbe avvenuto anche costringendo a leggere i libri della casa editrice "La Terra di Mezzo" e a partecipare ai corsi di danza "magica".

Chi sono gli imputati

A capo di tutta la setta ci sarebbe stato il 79enne Gianni Maria Guidi: i membri dell'organizzazione lo chiamavano "il Dottore" o "il Pontefice" perché faceva da tramite tra il mondo terreno e quello spirituale alle cui volontà tutti volevano sottostare in maniera incondizionata. Le sue basi operative erano per tutto il Nord Italia, come a Cerano in provincia di Novara, in Lomellina e in Oltrepo nel Pavese, nel Milanese e in Liguria.

Gianni Maria Guidi era un'erborista-guru, poi trent'anni fa la decisione di fondare la setta. Ad affiancare il guru c'erano uomini ma soprattutto donne: chi gestiva erboristerie, chi scuole di danza o di spada celtica, chi faceva l'insegnante e chi ha fondato case editrici. Guidi durante il processo non salirà sul banco degli imputati: per motivi gravi di salute non presenzierà al dibattimento.

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