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Regione Lombardia abolisce il Garante per le vittime di reato: sarà unito all’Infanzia, aumentando i costi

Dal 2024 i cittadini lombardi pagheranno di più un unico “supergarante” che dovrà fare quello che attualmente fanno il garante dei minori e quello per le vittime di reato.
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Regione Lombardia, come altre regioni d'Italia, ha istituito da ormai diversi anni le figure dei Garanti, ovvero professionisti esterni (non politici) che si occupano di tutelare i diritti dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione. Esistono garanti per diversi gruppi di persone, accumunati da una caratteristica in comune: ad esempio c'è quello per l’infanzia e l’adolescenza, quello per le vittime di reato e quello per i detenuti, che svolge anche le funzioni di Difensore regionale.

In Lombardia, la figura del Garante per l'Infanzia esiste dal 2009, come peraltro previsto dalla normativa statale, e dal 2018 è stato istituito anche il garante regionale per la tutela delle vittime di reato. Il Consiglio regionale lombardo è stato il primo a istituirlo, poi seguito da Liguria, Marche e Lazio. Ora, però, vuole di fatto abolirlo.

L'articolo 8 della legge regionale 18 del 2022 prevede, infatti, la creazione di un unico "supergarante" della fragilità che unisca bambini e vittime di reato e aggiunge anche le persone con disabilità (per cui intanto ha tagliato i fondi per l'assistenza domiciliare). Il risultato è che un'unica persona dovrà fare quello che attualmente fanno in due e, in più, farsi carico di tutelare anche un'altra categoria, quella appunto dei disabili. Il tutto a discapito – ovviamente – dei cittadini che si rivolgono a loro.

Quest'accorpamento peraltro non comporta neanche un effettivo taglio della spesa pubblica. Attualmente, infatti, i Garanti per l'infanzia e per le vittime di reato percepiscono "un'indennità omnicomprensiva pari al 20 per cento dell'indennità di carica prevista per i consiglieri regionali". Vale a dire il 20 per cento di 6.327 euro lordi. E quindi 1,265 euro lordi mensili.

Al nuovo "supergarante" sarà invece corrisposto con un compenso "pari al 70 per cento della stessa indennità". Questo vuol dire che andrà a percepire 4.428 euro lordi al mese. Molto di più della somma dei due garanti, infanzia e vittime di reato, distinti in due figure come sono attualmente, e più di quanto percepirebbe anche sommando le indennità di garante infanzia e disabilità. Il risultato è che dall'anno prossimo pagheremo di più per avere un servizio che, giocoforza, sarà meno efficiente.

In un contesto storico come quello attuale, in cui il tema del contrasto alla violenza di genere e sulle donne è al centro di iniziative politiche e istituzionali, Regione Lombardia invece di rafforzare il ruolo del garante per le vittime, che ha istituito per prima, lo va a indebolire accorpandolo a un garante con cui peraltro non c’è alcuna affinità tematica.

Al contrario c’è rischio di un conflitto di interessi. Nel caso in cui un minore commette un reato nei confronti di un adulto, il garante unico per l'infanzia e le vittime di reato si troverebbe di fronte a un evidente conflitto di competenze. Chi dovrebbe "tutelare"? Il minore o la vittima?

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