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Cosa ha detto il segretario del Partito democratico di Milano del sindaco Beppe Sala

Beppe Sala ha risposto al segretario del Pd milanese. Ma cosa ha detto Alessandro Capelli nel suo discorso sul futuro politico di Milano?
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Il Sindaco di Milano, Beppe Sala, nella giornata di lunedì scorso, ha ritenuto di voler rispondere alle dichiarazioni rilasciate, durante un evento del partito, dal segretario cittadino del Partito democratico, Alessandro Capelli. Evidentemente anche il primo cittadino, come una parte della stampa, ha ritenuto che in quelle parole ci fosse l'indirizzo programmatico per la futura guida politica della città. Non a caso Sala ha ritenuto il discorso del segretario dem "uno stimolo, nulla di più". Nessuna polemica, dunque, e nessuno strappo.

E ci tiene a ribadirlo sopratutto Capelli che non vuole una, per lui, sbagliata interpretazione del suo discorso che infatti ha interamente pubblicato sul sito del Pd di Milano. Il segretario dem parte ricordando com'era Milano prima dell'amministrazione di Giuliano Pisapia, la prima di centrosinistra dopo anni.

Ricordate la Milano che abbiamo ereditato nel 2010: spenta, impaurita, chiusa, che perdeva piazze e costruiva rotonde, che ambiva ad essere un grande centro commerciale e che immaginava che le grandiose opportunità di pochi avrebbero sgocciolato salvezza per tutti. Dal 2011 ad oggi siamo riusciti a cambiare tantissimo. Penso sia un grande errore non riconoscere lo straordinario impatto sociale, economico, ambientale, culturale e perfino sentimentale che il centrosinistra ha generato a Milano.

Però Capelli è convinto che ora, orgogliosi dei risultati raggiunti, il partito debba guardare avanti:

Ora è necessario riconoscere che questa città deve affrontare nuove sfide che nascono dal suo successo recente; volevamo diventare una grande città europea. Missione compiuta! Ora abbiamo di fronte quelle sfide che condividiamo con le altre grandi metropoli europee. Il tutto, rispetto al 2010, perfino in un mondo sempre più complesso, sfilacciato e mutevole. Pensate l’impatto perfino antropologico della pandemia, a quello della guerre, dei costi delle materie prime e dell’inflazione. Ma pensate anche agli effetti generati da il successo di un’area metropolitana che dal 2010 ad oggi ha praticamente raddoppiato i suoi visitatori annuali.

E infatti continua:

Noi siamo orgogliosi di questi 13 anni, ma dobbiamo essere noi, che lo abbiamo animato e costruito, a dire che il ciclo iniziato nell’inverno del 2010 è finito e oggi dobbiamo assumerci la responsabilità di un nuovo inizio. Che nasca da quello che abbiamo costruito, al fianco di Beppe Sala e della nostra amministrazione, che sappia che il centrosinistra esiste se è forza di cambiamento e di visione.

In sostanza il segretario del Pd milanese dice che quella che è finita è una fase della città e non della politica. Una fase che, a suo parere, ha fatto bene a Milano, ma proprio in virtù degli stravolgimenti interazioni di questi anni ha necessità di aggiornarnarsi al fianco di Beppe Sala e dall'amministrazione.

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