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Caso Pifferi, gli avvocati scioperano contro la Procura: “Indagare il difensore è un attacco al processo”

Gli avvocati penalisti di Milano hanno indetto uno sciopero per il 4 marzo, quando si terrà la nuova udienza del processo ad Alessia Pifferi. La presidente della Camera Penale Valentina Alberta ha spiegato a Fanpage.it le ragioni della protesta: “Vogliamo difendere i diritti delle persone imputate”.
Intervista a Valentina Alberta
Avvocata, presidente della Camera Penale di Milano
A cura di Enrico Spaccini
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Alessia Pifferi con la sua legale Alessia Pontenani
Alessia Pifferi con la sua legale Alessia Pontenani
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Il prossimo 4 marzo a Milano andrà in scena lo sciopero degli avvocati penalisti. Lo ha deciso l'assemblea dei togati che ha dato mandato al Consiglio direttivo di deliberare la giornata di astensione proprio nel giorno in cui si terrà la nuova udienza del processo che vede imputata Alessia Pifferi per l'omicidio di sua figlia di 18 mesi. "La decisione è stata presa", ha affermato a Fanpage.it l'avvocata Valentina Alberta, presidente della Camera Penale di Milano, "la nostra è una protesta a quello che riteniamo essere stato un attacco al processo".

L'avvocata Valentina Alberta, presidente della Camera Penale di Milano
L'avvocata Valentina Alberta, presidente della Camera Penale di Milano

Perché avete sentito la necessità di scioperare?

Il nostro non è uno sciopero per questioni di categoria, anzi. Secondo noi il fatto che la Procura di Milano abbia deciso di indagare due psicologhe del carcere San Vittore e l'avvocata Alessia Pontenani che difende Pifferi è un attacco al processo, alla funzione difensiva e alle funzioni di chi sta svolgendo la perizia psicologica, ai giudici e a tutto il mondo del carcere.

In cosa consisterà la vostra protesta?

Sicuramente quel giorno ci asterremo alle udienze con gli imputati liberi. Non, quindi, a quelle che riguardano i detenuti. Il processo Pifferi non avrà ripercussioni in questo senso. Gli avvocati penalisti si riuniranno in un luogo del Tribunale e chiederanno un confronto con i capi degli uffici giudiziari su tutti i temi che saranno oggetto della delibera che sarà pubblicata entro lunedì 12 febbraio. Faremo anche una conferenza stampa con modalità che verranno comunicate.

Qual è il vostro obiettivo?

Noi crediamo che la vicenda che riguarda il processo Pifferi, che è molto particolare, stia sollevando una serie di questioni che hanno a che fare con i diritti delle persone imputate nei processi.

Vogliamo che queste tematiche vengano fuori e siano affrontate soprattutto dalla Procura della Repubblica che in questa vicenda è un po' protagonista. Non è, quindi, una protesta organizzata per solidarietà alla collega Pontenani,.

Che tipo di adesione vi aspettate?

L'assemblea che ha portato alla decisione dello sciopero è stata molto partecipata e discussa. Noi siamo una Camera Penale ampia, ma non sempre l'impegno sostanziale corrisponde ai numeri ufficiali. Questa volta, invece, c'è stata una forte richiesta di forme di protesta anche molto visibili e questa che è stata adottata è un po' la sintesi che si è trovata tra chi voleva addirittura andare in aula in toga e chi invece magari ha un pochino più di scetticismo rispetto allo strumento dell'astensione.

Crediamo che l'avvocatura penalistica Milanese in questo momento abbia avuto una forte come dire momento di orgoglio della toga che porta.

Anche perché il fatto che un avvocato che sta lavorando in difesa di un imputato viene a sua volta accusato dalla Procura è un episodio alquanto raro.

Il caso in questione ha sicuramente peculiarità e possiamo dire che non rappresentano la regola. Tuttavia, tra queste ci sono temi che si presentano con una certa frequenza. Ad esempio la considerazione dell'avvocato difensore come fiancheggiatore della parte. Ma anche lo scarso rispetto nei confronti dei giudici.

Diciamo che le Procure a volte hanno approcci molto aggressivi durante i processi anche rispetto a chi sta svolgendo una funzione delicata come i giudici popolari, che si trovano in mezzo a questo caos. La nostra, quindi, non sarà una protesta legata solo alla specifica vicenda, che comunque ha fornito spunti che secondo noi bisogna mettere in campo per affermare che questo genere di cose non devono accadere.

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