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Presta 100mila euro a un imprenditore e lo minaccia con una scacciacani: dj Miky condannato per estorsione

Luciano Di Marco Pernice, conosciuto come dj Miky, è stato condannato in primo grado a 5 anni e un mese per estorsione. Il 72enne avrebbe prestato 100mila euro a un imprenditore bergamasco e ne avrebbe preteso la restituzione minacciandolo con una scacciacani.
A cura di Enrico Spaccini
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Luciano di Marco Pernice (foto da Facebook)
Luciano di Marco Pernice (foto da Facebook)

È stato condannato a 5 anni e un mese di reclusione Luciano Di Marco Pernice, il 72enne di Bonate Sopra (in provincia di Bergamo) conosciuto come dj Miky. Il collegio presieduto da Giovanni Petillo ha ritenuto l'ex titolare e conduttore di Radio Studio 54 responsabile di estorsione nei confronti del titolare di un bar a Treviolo al quale aveva prestato 100mila euro chiedendone in cambio, dietro pressioni e minacce, 180mila. Il pm Emanuele Marchisio titolare dell'inchiesta aveva chiesto una condanna a 8 anni e 6 mesi per usura.

Il prestito da 100mila euro e la richiesta di restituzione con gli interessi

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, Pernice aveva prestato 100mila euro a Giuseppe Milazzo, titolare di un bar a Treviolo e con due società fallite alle spalle. L'imprenditore di 53 anni, ha sottolineato il pm, si muoveva "in un contesto non connotato da specchiata liceità" e aveva accumulato un milione di euro di debiti chiedendo soldi dove poteva. Il 72enne avrebbe, dunque, consegnato il denaro a Milazzo per permettergli di portare a termine alcune operazioni legate a fatture false.

Per l'accusa, dal 2016 al 2019 Pernice avrebbe esercitato pressioni e minacce a Milazzo chiedendo la restituzione del prestito insieme agli interessi, per un totale di 180mila euro. Per raggiungere il suo scopo, l'ex dj avrebbe usato anche un'arma poi rivelatasi essere una pistola scacciacani.

L'accusa di usura e la condanna per estorsione

Accusandolo di usura, il pm aveva chiesto per Pernice 8 anni e 6 mesi di carcere. La difesa, invece, puntava all'assoluzione sostenendo che l'imputato avesse solo preteso, anche se con modalità brusche, la restituzione del capitale prestato temendo di perderlo, poiché sapeva che Milazzo aveva anche altri creditori.

Il 72enne è stato condannato ieri, martedì 21 maggio, a 5 anni e un mese di reclusione: il minimo della pena, poiché i giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche equiparabili alle aggravanti. L'accusa di usura è stata derubricata a estorsione, così come quella di porto abusivo d'armi in porto ingiustificato (poiché era solo una scacciacani).

Pernice è stato, poi, interdetto ai pubblici uffici e dovrà versare una provvisionale di 15mila euro a Milazzo, costituito parte civile, e un risarcimento che sarà stabilito in sede civile. Gli saranno riconsegnati, invece, un'auto Maserati, un furgone Mercedes e un orologio Cartier e un bracciale d'oro entrambi con una doppia svastica incisa.

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