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Migranti, l’UE pronta a cambiare le regole: stati membri obbligati all’accoglienza

La Commissione Europea potrebbe cambiare il Regolamento di Dublino e imporre a tutti gli stati membri la valutazione delle richieste d’asilo, a prescindere dal luogo di “sbarco” di un migrante.
A cura di Davide Falcioni
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Una svolta di portata storica in vista per quanto riguarda le politiche di accoglienza dei migranti: mercoledì prossimo, infatti, la Commissione Europea dovrebbe approvare una norma che impone a tutti gli Stati membri dell'UE di accogliere chi sbarca sulle coste italiane anche in altri paesi. Cambierà dunque in modo significativo il regolamento di Dublino, che prevede che il paese competente ad esaminare la domanda d'asilo di un immigrato sia quello in cui il richiedente asilo ha messo piede per la prima volta nell'Unione europea. L'Italia, per la sua posizione geografica, è stato finora uno degli stati con il più alto numero di sbarchi via mare.

La novità che potrebbe introdurre la Commissione Europea è stata rivelata da Repubblica e prevede anche una ripartizione dei migranti tra i 28 stati membri: starà poi a ogni singolo paese avviare le pratiche di asilo o di estradizione. La Commissione, inoltre, dovrebbe vagliare una "riscrittura" delle politiche di asilo in maniera tale da costituire un asilo politico europeo e non più nazionale. Sul fronte della repressione l'Europa dovrebbe dare il via libera ad operazioni militari dentro le acque interne libiche per l'arresto degli scafisti, il sequestro e la distruzione delle imbarcazioni sulla falsariga di quanto messo in atto con l'operazione Atalanta contro i pirati del Corno d'Africa.

Sul fronte della "guerra agli scafisti" tuttavia c'è il parere fortemente contrario della Libia ad ogni intervento militare sul suo territorio: "Non ci hanno mai consultati, non accetteremo mai militari sul terreno" spiega l'ambasciatore libico all'Onu. No nettissimo anche alla distruzione dei barconi, perché, ha affermato, "sarebbe difficile distinguerli da altre imbarcazioni". Per l'ambasciatore l'unica opzione per fermare il flusso migratorio è quella di fornire armi al governo di Tobruk per consentirgli di riacquisire il controllo di tutto il Paese. "Una volta che riprenderemo Tripoli sarà molto semplice fermare il flusso di immigrazione clandestina verso l'Europa perché conosciamo tutti coloro che sono coinvolti in questo business".

Ma oltre alla contrarietà della Libia l'Unione Europea dovrà fare i conti anche con uno scomodo alleato interno, l'Ungheria. Il primo ministro di estrema destra Viktor Orban ha già annunciato che non intende rispettare le nuove norme dell'UE: "Senza le regole cattive dell'Ue, che noi pensiamo di non rispettare in futuro, saremo capaci di difendere i cittadini ungheresi dal male dell'immigrazione clandestina. È un'idea folle quella di far entrare da qualche parte gli immigrati, e poi dividerli fra i paesi dell'Unione. Io mi opporrò".

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