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Un cane in prigione. E' la condizione che subiscono milioni di quattro zampe in tutto il mondo, confinati nei box di canili perché accalappiati in strada se animali liberi o perché abbandonati dai loro umani di riferimento. Ma il caso del cane Bailey, un Cocker Spaniel, è molto diverso e la sua condizione ha appassionato l'opinione pubblica in Nord Irlanda per mesi, fin quando finalmente è stato scarcerato, nel vero senso della parola, visto che il suo "compito" era quello di fare da cane da supporto emotivo ai detenuti della prigione di Magilligan nella contea di Derry.
La storia di Bailey inizia molto tempo fa, quando viene "condannato" a vivere all'interno della struttura per svolgere appunto il "lavoro" di assistere a livello emotivo le persone lì detenute ma senza alcuna formazione sul tipo di attività richiesta né da parte del cane né di chi ne aveva cura diretta. La denuncia è partita grazie alle segnalazioni arrivate a un'associazione locale che si occupa di benessere animale che ha svelato quanta incompetenza c'era dietro la scelta di inserire il Cocker all'interno della struttura. "Dopo che un'organizzazione benefica per il benessere degli animali si era rifiutata di fornire un cane da terapia – precisano dall'associazione ‘Causeway Coast Dog Rescue' – Bailey è stato contattato informalmente e collocato in un ambiente ad alta sicurezza, senza alcuna formazione certificata o supervisione da parte di un cane da terapia".
La presenza di Bailey nella prigione, oltretutto, era stata finanziata pubblicamente dall'Health Trust e l'organizzazione volta alla tutela degli animali ha anche reso noto che "l'assistenza quotidiana del cane era affidata a un condannato per reati sessuali, all'interno dell'edificio che ospita il 20% degli ospiti del carcere, anch'essi condannati per reati sessuali. Alcuni di loro sono stati condannati per maltrattamento e uccisione di animali. Il personale dell'Health Trust lavora dalle 9 alle 17, senza reperibilità la sera, nei fine settimana e nei giorni festivi".
Da questa denuncia è partita una sollevazione pubblica molto seguita anche dai media e che ha scavalcato i confini dell'Irlanda del Nord, aprendo un dibattito in tutto il Regno Unito rispetto alle condizioni in cui si trovava il cane, soprattutto perché ad agosto gli ultimi aggiornamenti sulle sue condizioni di salute indicavano che zoppicasse e "tremasse" di notte a causa di allarmi, urla e risse all'interno del carcere.
A colpi di hashtag come "#alldogsmatter" e "#ProtectBailey" la protesta e la richiesta di "scarcerare" Bailey è dunque iniziata sui social ma è finita sui media nazionali e il primo risultato è stato il trasferimento del Cocker da parte del Dipartimento di Giustizia in un'altra area rispetto al "blocco H2" ovvero quello su descritto in cui ci sono i prigionieri che stanno scontando la pena per reati particolarmente violenti.
Ieri è arrivata la notizia che tutti aspettavano: "Bailey è uscito di prigione". L'annuncio è stato fatto dal deputato Jon Burrows che ha anche aggiunto: "Spero che si faccia uno sforzo per trovargli una casa permanente in cui vivere. Il suo caso è stato un episodio vergognoso dall'inizio alla fine".