UN PROGETTO DI

Matilda De Angelis contro i combattimenti clandestini tra cani. La presidente di Cave Canem: “Fenomeno crudele e sommerso”

L'attrice Matilda De Angelis ambasciatrice della Fondazione Cave Canem per lo spot a favore della campagna "nati liberi", rivolta ai cuccioli di una Pitbull usata come fattrice per il business dei combattimenti illegali tra cani. La presidente Federica Faiella: "Con la sua sensibilità e la sua notorietà, ha scelto di usare la propria arte e la propria voce per dare forza a un messaggio di civiltà e di responsabilità collettiva"

5 Novembre 2025
12:39
1 condivisione
Intervista a Federica Faiella
Presidente della Fondazione Cave Canem
Immagine
Matilda De Angelis nello spot della fondazione Cave Canem con i cuccioli di Alba, la Pitbull salvata dai combattimenti clandestini

Sul volto di Matilda De Angelis, mentre gioca con la Pitbull Alba e i suoi cuccioli, si alterna la gioia e la tenerezza che prova nei confronti di una cagna che, come molti altri, ha dovuto subire costrizione da parte degli esseri umani per diventare un cane da combattimento e vivere una vita di violenza subita e inferta ai suoi conspecifici.

L'attrice ha prestato non solo il suo viso e la sua voce ma il suo totale supporto per la campagna "Nati liberi" della Fondazione Cave Canem che opera per il contrasto ai combattimenti clandestini tra cani e il cui team di educatori e istruttori cinofili si occupa proprio della riabilitazione degli animali vittime di maltrattamento. 

Immagine
Alba e i suoi cuccioli

"L’amore che gli animali ci sanno dare è l’amore più grande che esista e ho sempre sentito dentro di me l’esigenza di fare qualcosa di più per queste creature speciali – ha dichiarato l'attrice – Quando sono stata contattata dalla Fondazione Cave Canem e ho conosciuto il lavoro meraviglioso, profondo e costante che fanno per queste anime speciali, ho sentito che era il momento giusto per fare qualcosa di più. Troppo spesso le vite di questi animali vengono umiliate e bistrattate dalla crudeltà umana ma fortunatamente il mondo è anche pieno di persone meravigliose che lottano tutti i giorni per cambiare le cose. Persone che vivono per ridare loro dignità, amore e bellezza e io voglio essere, nel mio piccolo, una di queste persone”.

Matilda De Angelis è così diventata l'ambasciatrice della campagna dedicata ad Alba e ai suoi cuccioli che sono nati dopo il sequestro di quattro Pitbull, tra cui c'era la cagna, a un "dog fighter" attraverso un'operazione congiunta tra Forze dell'ordine e magistratura che ha portato poi ad affidare alla Fondazione  la custodia giudiziaria degli animali. Nello spot – che potete vedere in testa a questo articolo – De Angelis racconta proprio la storia di questa Terrier di tipo Bull che era usata come fattrice per "produrre" nuovi animali da allenare poi per il circuito dei combattimenti clandestini.

Per raccontare la genesi di questa collaborazione e qual è la situazione in generale del fenomeno in Italia e in particolare dei cani che Cave Canem sta seguendo, abbiamo parlato con Federica Faiella, presidente della Fondazione.

Matilda De Angelis racconta la storia di una cagna che può sembrare “unica” nella percezione comune ma il fenomeno del combattimento tra cani è ancora presente sul territorio nazionale. Quanti casi avete seguito direttamente?

Si tratta di un circuito criminale sommerso, difficile da quantificare in termini di dati. Se penso al mio percorso professionale, in oltre tredici anni di lavoro mi sono trovata ad affrontare pochissimi casi di cani salvati da queste situazioni. Negli ultimi sei anni, quello di Alba è il quarto. Ritengo che l’azione di monitoraggio portata avanti dalle Forze dell’ordine, in particolare dai Carabinieri Forestali e dalla magistratura, stia portando i suoi frutti: intervenire prima che gli animali coinvolti finiscano nel nulla.

Come è nato il rapporto di collaborazione con Matilda De Angelis?

Le cose non capitano mai per caso. La strada di Matilda De Angelis e della Fondazione Cave Canem si sono incrociate proprio a poche settimane dal salvataggio di Alba e dalla nascita dei suoi cuccioli, venuti al mondo liberi. È stato un momento molto forte per noi della Fondazione perché ci siamo confrontati con una cagnolina stremata dalle esperienze vissute, con cicatrici vistose che raccontavano il suo terribile passato e con la forza dei suoi sei cuccioli che sono venuti alla luce quando era da noi. È nata allora l’esigenza di raccontare e far arrivare lontano un messaggio potente: portare alla luce un fenomeno tanto crudele quanto sommerso, ma anche per condividere le storie di rinascita che stiamo scrivendo insieme ai Carabinieri Forestali e alla Magistratura. Abbiamo spiegato e proposto tutto questo a Matilda De Angelis, che ha accettato con grande entusiasmo e sensibilità. Da subito Matilda ha instaurato un legame profondo con Alba e con i suoi cuccioli, immedesimandosi nel dolore ma anche nella resilienza e nel coraggio di fidarsi ancora: credo che traspare pienamente nei video della campagna.

Matilda De Angelis ha dichiarato di essere sempre cresciuta con degli animali domestici e che l'incontro con la vostra Fondazione ha rappresentato "il momento giusto per agire". Quanto conta la partecipazione di un volto noto per far recepire il messaggio di cura e tutela verso le altre specie?

Dalle parole di Matilda emergono due messaggi profondi. Il primo è che la sua dichiarazione è emblematica di un cambiamento culturale ormai in atto, che vede gli animali riconosciuti come esseri senzienti, meritevoli di tutela diretta e rispetto a ogni livello. Matilda, con la sua sensibilità e la sua notorietà, ha scelto di usare la propria arte e la propria voce per dare forza a un messaggio di civiltà e di responsabilità collettiva. Immaginiamo se ognuno di noi, nel proprio piccolo, facesse ciò che ha fatto Matilda: se ognuno prendesse coscienza del potere che ha nelle proprie mani e dell’impatto che può generare scegliendo di intervenire in prima persona.

Il secondo messaggio, altrettanto potente, riguarda l’importanza di crescere accanto agli animali. Matilda racconta di essere sempre vissuta con cani e gatti, e attraverso questo ricordo richiama il valore educativo dell’empatia e del rispetto. È fondamentale che bambini, adolescenti e giovani adulti vengano avvicinati al mondo animale e imparino a rifiutare ogni forma di violenza e sopruso verso i più deboli. Solo così possiamo costruire una società davvero consapevole e compassionevole.

Alba e i suoi cuccioli: sono arrivate richieste di adozione?

Il nostro Dipartimento Legale si sta occupando di tutelare il diritto all’adozione dei cuccioli di Alba. Stiamo valutando con grande cura e responsabilità le prime richieste di inserimento in famiglia arrivate nelle settimane successive alla loro nascita

Non è solo Alba che state seguendo. A che punto è il percorso di riabilitazione dei cani che ospitate?

Alba, come gli altri cani adulti Goccia, Brodo e Sugo, stanno affrontando un percorso di recupero comportamentale individualizzato e stanno compiendo progressi davvero straordinari. Alba è pronta per essere accolta in una famiglia, così come Sugo e Brodo.

Il caso di Goccia è particolarmente delicato: il suo organismo è stato messo a dura prova dall’utilizzo di sostanze dopanti e dalla successiva, brusca interruzione della somministrazione, oltre che dall’improvvisa cessazione delle dinamiche patologiche legate all’allenamento e ai combattimenti. È la più fragile, sia dal punto di vista fisico sia comportamentale.

Per tutti loro cerchiamo un’adozione del cuore: persone disposte ad aprire le porte della propria casa e del proprio tempo, spinte da un autentico desiderio di generosità e amore verso chi ha tanto sofferto.

Tutti i potenziali adottanti saranno accompagnati in un percorso di affiancamento prima e dopo l’adozione, per favorire una corretta fase di inserimento e ambientamento. I costi di questo percorso saranno interamente sostenuti dalla Fondazione Cave Canem

Nelle periferie e nelle campagne in diverse parti d'Italia si possono incontrare “facilmente” Terrier di tipo Bull segregati in gabbie. Quelli che vengono usati per i combattimenti, tipicamente sono riconoscibili per le orecchie mozzate e segni di aggressione. Cosa deve fare una persona in situazioni del genere? A chi si deve rivolgere?

Quando si ha anche solo il sospetto che possano avvenire combattimenti tra cani, è fondamentale rivolgersi subito alle Forze dell’ordine, Polizia di Stato o Carabinieri Forestali, presentando una denuncia circostanziata e dettagliata. È importante non agire in modo autonomo o sostitutivo rispetto alle autorità, ma comportarsi in modo responsabile e collaborativo.

L’aspetto davvero cruciale è non girarsi dall’altra parte: significa essere cittadini consapevoli e parte attiva nella tutela degli animali e della legalità.

Dietro questi reati c’è una componente patologica, legata all’addestramento dei cani e alla violenza dei combattimenti, ma anche una dinamica deviante che coinvolge minorenni e giovani adulti. Molti di loro vengono introdotti in questi circuiti criminali attraverso la partecipazione all’organizzazione dei combattimenti, all’accoppiamento o come semplici spettatori.

Chi tace o si volta dall’altra parte, di fatto, condanna a un futuro miserabile non solo gli animali, ma anche questi giovani, che spesso non hanno ancora la consapevolezza né gli strumenti per comprendere fino in fondo la gravità di ciò che stanno vivendo.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views