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21 Luglio 2025
12:11

Un enorme squalo bianco appare negli USA: è Contender, il più grande mai marcato

Contender, lo squalo bianco più grande mai marcato nell’Atlantico, è stato segnalato al largo del Massachusetts. I ricercatori di OCEARCH lo seguono grazie a un tag satellitare per studiare le migrazioni e il comportamento di una specie sempre più a rischio estinzione.

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Uno squalo bianco. Foto di repertorio

Al largo della costa del Massachusetts, negli Stati Uniti, a circa 80 chilometri dall'isola di Nantucket è stato rilevato nei gironi scorsi un gigantesco squalo bianco. È un maschio, il più grande mai marcato nell'Atlantico settentrionale, si chiama Contender e sta attirando l'attenzione non solo per le sue dimensioni fuori dal comune, ma anche per ciò che rappresenta per lo studio e la conservazione di questi straordinari predatori oceanici.

Chi è lo squalo Contender, il più grande bianco mai marcato

Contender misura oltre 4,2 metri di lunghezza e il suo peso stimato sfiora i 750 chilogrammi. È stato avvistato grazie a un dispositivo SPOT (Smart Position and Temperature Transmitting) applicato dagli scienziati dell'organizzazione no profit OCEARCH, che da anni si occupa di ricerca e conservazione degli ecosistemi oceanici. Il tag consente infatti di seguire i suoi spostamenti in tempo reale e continuerà a trasmettere dati per i prossimi cinque anni.

Il gigante era stato marcato per la prima volta lo scorso gennaio, al largo delle coste della Georgia e della Florida. Dopo mesi di silenzio, eccolo riapparire nelle acque più fredde del New England, dove – come ogni estate – aumenta la presenza di questi grandi predatori, che arrivano qui seguendo la migrazione delle loro prede lungo la corrente del Golfo. La notizia dell'avvistamento non deve quindi spaventare. Al contrario, sottolineano i ricercatori, rappresenta una preziosa opportunità per migliorare la conoscenza di una specie ancora largamente avvolta nel mistero.

Perché Contender è così importante

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Contender aiuterà gli scienziati a studiare la vita e gli spostamenti di questi grandi predatori. Foto di repertorio

Gli spostamenti e le attività di Contender aiuteranno infatti i ricercatori a comprendere meglio le rotte migratorie degli squali bianchi, i loro habitat preferiti, i comportamenti riproduttivi e lo stato di salute generale della specie, che come tanti altri squali in tutto il mondo rischia seriamente l'estinzione. Quando è stato marcato, i ricercatori hanno anche raccolto campioni biologici – incluso materiale urogenitale – che serviranno ad analizzare e a studiare la fisiologia e la capacità riproduttiva dello squalo.

Uno studio complesso e multidisciplinare, che unisce tecnologia e biologia in un contesto in cui ogni nuovo dato può fare la differenza. Il nome "Contender" è stato invece scelto in collaborazione con Contender Boats, partner di OCEARCH, che mette a disposizione le imbarcazioni necessarie per avvicinarsi e lavorare in sicurezza con predatori di queste dimensioni. Tutti possono seguire gli spostamenti di questo squalo attraverso lo shark tracker, basta andare sul sito per "navigare" virtualmente insieme a lui.

Lo squalo bianco nel Mediterraneo

Lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) è probabilmente la specie più conosciuta e iconica tra tutte, anche grazie al al cinema e in particolare al film Lo squaldi Spielberg, che tra l'altro ha recentemente compiuto 50 anni. In pochi, tuttavia, sanno che questa specie vive anche nel Mediterraneo, anche lungo le coste italiane. Tuttavia, la sua presenza è oggi purtroppo estremamente ridotta. La popolazione mediterranea, infatti, è considerata "In pericolo critico (CR)" dalla IUCN e le segnalazioni sono molto rare e isolate.

Tra gli ultimi avvistamenti accertati c'è un giovane individuo pescato e poi rilasciato recentemente nell'Adriatico, al largo del Montenegro, un altro avvistato nel 2023 lungo le coste croate e un altro ancora filmato a Malta lo scorso maggio. In Italia, invece, i biologi marini hanno provato a trovarli e a dotarli di tag satellitari proprio come accaduto con Contendere, ma senza successo. Le analisi del DNA ambientale raccolto in mare hanno confermato la presenza della specie in Sicilia, ma gli studiosi non sono riusciti ad avvistarne nemmeno uno.

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