UN PROGETTO DI
11 Agosto 2025
16:32

Trump vuole costruire un nuovo muro al confine con il Messico che impedirà ai giaguari di accoppiarsi

Un giaguaro è stato filmato in Arizona per la prima volta in due anni. Questo avvistamento conferma l’importanza del corridoio ecologico tra Stati Uniti e Messico. Il nuovo muro voluto da Trump nella San Rafael Valley, in Arizona però minaccia habitat, fauna e specie a rischio, spingendo gli ambientalisti a denunciare il presidente americano.

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Un giaguaro è stato avvistato per la prima volta in due anni in Arizona, nell'America del Nord. Le immagini risalgono al 4 luglio e sono state diffuse dal Wild Cat Research and Conservation Center dell'Università dell'Arizona. La presenza del felino nell'area non è casuale: in questa zona tra Stati Uniti e Messico è presente un corridoio ecologico che i giaguari attraversano in cerca di risorse e anche di un partner.

Il muro che il presidente statunitense Donal Trump vuole costruire nella San Rafael Valley, nella contea orientale di Santa Cruz con l'intento di arginare l'immigrazione dal Messico, rischia però di compromettere la libertà di movimento degli animali, e con essa le loro chance di sopravvivenza.

Per questo gli attivisti del gruppo ambientalista Center for Biological Diversity hanno denunciato l'amministrazione guidata da Trump. La denuncia è scattata a giugno, quando il Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti ha assegnato un appalto da 309 milioni di dollari per la costruzione di un nuovo muro alto 9 metri proprio lungo il corridoio ecologico di San Rafael. Secondo gli attivisti la costruzione sarebbe stata accelerata grazie a una serie di deroghe alle più importanti leggi ambientali statunitensi come l'Endangered Species Act.

Perché il corridoio biologic della San Rafael Valley è importante per la sopravvivenza dei giaguari

Centinaia di chilometri di muri di confine hanno già reciso gran parte delle zone di confine tra Arizona e lo stato messicano di Sonora, bloccando i corridoi faunistici, frammentando gli ecosistemi e spingendo le specie a rischio ancora più vicine all'estinzione.

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Il muro dividerà il territorio tra Arizona e Messico e impedirà ai giaguari di muoversi liberamente

Gli animali che soffrono di più per la frammentazione dell'habitat sono i grandi felini, come i giaguari, ai quali servono territori ampi e contigui. Per loro, anche la semplice costruzione di una strada può essere sufficiente per mettere in pericolo la sopravvivenza. Il danno è ancora più grave per il luogo in cui questa viene costruita: la zone di confine tra l'Arizona e Sonora, un'area montuosa circondata da pianure che rappresenta una delle più ricche dal punto di vista biologico e faunistico del Nord America.

Non è un caso che proprio qui sia stato avvistato un giaguaro. Lo stesso individuo è stato rilevato in totale ben cinque volte, dimostrato che il corridoio faunistico tra Arizona e Messico non è ancora del tutto compromesso dal muro già innalzato lungo il confine meridionale, ma potrebbe esserlo se queste strutture continueranno a essere ampliate. Ormai rimangono solo pochi corridoi transfrontalieri senza muri, e tra questi uno dei più importanti è proprio la San Rafael Valley.

La denuncia degli ambientalisti: "Lunga storia di violazioni ambientali"

Per evitare la costruzione di nuovi muri gli attivisti del Center for Biological Diversity hanno denunciato l'amministrazione Trump. Al centro della denuncia c'è l'appalto da oltre 309 milioni di dollari assegnato all'azienda del Nord Dakota Sand & Gravel Co. Il contartto prevede la costruzione di 43 chilometri di nuovo muro di confine e l'inizio dei lavori è previsto per questo autunno.

Per gli ambientalisti l'azienda beneficiaria ha "una lunga storia di violazioni ambientali, tra cui infrazioni relative alla qualità dell'aria, accuse penali e milioni di dollari in multe e risarcimenti", ciò solleva "una serie di preoccupazioni relative all'impatto sulla fauna selvatica e sugli ecosistemi di questa importante bioregione. Il muro proposto attraverserebbe i bacini idrografici transfrontalieri dei fiumi San Pedro e Santa Cruz, frammentando l'idrologia del corridoio ecologico".

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