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29 Maggio 2025
15:57

Sì del Senato alla pene più severe per chi maltratta gli animali: la riforma è legge

La proposta di legge per inasprire le pene per chi maltratta gli animali è stata approvata anche al Senato. Chi uccide un animale rischia il carcere da 6 mesi fino a 4 anni e una multa fino a 60.000 euro. La riforma è legge ma alcune associazioni di tutela animale lamentano previsioni insufficienti a fare da argine in difesa degli animali.

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È stata approvata in Senato la proposta di legge che modifica le pene per chi commette reati contro gli animali. La normativa non sarà più indicata come "Dei delitti contro il sentimento per gli animali" ma "Dei delitti contro gli animali".

La riforma è stata salutata dalla sua promotrice, la deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla – al centro di numerose controversie sollevate nell'ambito della trasmissione Report – come una "grandissima vittoria per l’Italia e per tutti coloro che amano gli animali". Molto più tiepida è l'opinione della Lav, tra le maggiori associazioni di tutela animale in Italia: "La nuova Legge non sarà, nel complesso, in grado di garantire un soddisfacente passo avanti per una maggiore protezione degli animali".

Il testo approvato a novembre dalla Camera e oggi dal Senato, è infatti molto diverso da quello inizialmente proposto. Dopo un lungo stop e un lavoro di taglia-e-cuci, la proposta di legge AC30 ha ripreso il suo iter privato di alcuni punti ritenuti fondamentali dagli attivisti.

Cosa prevede la riforma per i reati contro gli animali

Il testo della riforma in origine era il frutto dell'accorpamento di tre distinte proposte analoghe presentate nel 2023 da Devis Dori di Europa Verde, Walter Rizzetto di Fratelli d'Italia, e Michela Vittoria Brambilla, ex forzista all'epoca nel gruppo misto e oggi con Noi Moderati.

Nelle prime fasi il testo, frutto di un lavoro trasversale agli schieramenti politici, era stato approvato all'unanimità, ma nelle fasi successive aveva ricevuto il veto dei parlamentari della Lega, soprattutto a causa di alcuni articoli riguardanti la fauna selvatica e gli animali impiegati dalla zootecnia. Oggi quella parte del testo non esiste più e la legge approvata coincide sostanzialmente con quello elaborato da Brambilla.

Le modifiche introdotte dalla legge comportano un generale inasprimento delle pene per chi commette crimini contro gli animali. Gli organizzatori di eventi o competizioni in cui vengono sottoposti a violenze vedranno aumentata la multa da 15.000 a 30.000 euro.

In caso di combattimenti tra animali per chi li organizza si passa dai 2 ai 4 anni di reclusione, con sanzioni fino a 30.000 euro per chi vi partecipa. Chi uccide un animale rischia il carcere da 6 mesi fino a 4 anni e una multa fino a 60.000 euro. Pene più severe anche in caso di maltrattamento: si rischia fino a 2 anni di reclusione e non sono più previste sanzioni pecuniarie alternative. Si introduce poi il divieto di "abbattimento degli animali coinvolti, che dovranno rimanere sotto custodia fino alla fine del processo".

Le associazioni di protezione degli animali potranno chiedere il riesame del sequestro per garantire il miglior trattamento possibile. In caso di reati abituali, le misure di prevenzione saranno simili a quelle già previste per i crimini di stampo mafioso. Stretta anche contro l'abbandono e il traffico illecito.

Sanzioni più severe per l'import illegale. Divieto di tenere gli animali domestici legati con catene: le multe per chi lo fa possono arrivare fino a 5.000 euro, ma è previsto di agire in deroga in casi particolari.

Cambiano le modalità di coordinamento tra le forze di polizia per facilitare l'individuazione e la repressione dei crimini. Si istituisce una sezione apposita nella banca dati delle forze dell'ordine per raccogliere e analizzare tutte le informazioni relative a questo tipo di reato. Divieto totale di utilizzare pellicce di gatti domestici per fini commerciali.

L'introduzione delle nuove norme non comporterà un aumento delle spese per lo Stato.

Brambilla: "Legge attesa da più di vent'anni"

Per la sua proponente si tratta di una riforma necessaria e "attesa da più di vent'anni. Cambia finalmente la prospettiva – spiega la deputata – il titolo IX del codice penale non tutelerà più il sentimento dell’uomo per gli animali ma direttamente gli animali, vittime dei reati, esseri senzienti".

Anche il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi ha salutato l'approvazione con favore: "La legge di tutela per gli animali è una rivoluzione culturale e giuridica, statuisce quello che ormai è presente da tempo nell'animo delle persone: gli animali sono esseri senzienti, hanno sentimenti, provano dolore e gioia, spesso in sintonia con l'umano che li accompagna. Questa legge soprattutto pone fine all'impunita' per chi li uccide o li sevizia, di chi ne fa oggetto di traffico o di combattimenti clandestini, restituendo così valore a legalità e civiltà".

Lav: "Riforma insoddisfacente"

Opinione molto più tiepida da parte della Lav, tra le maggiori associazioni di tutela animale in Italia, che ritiene la riforma, nel complesso, insoddisfacente. Le pene, aumentate in maniera reputata troppo lieve, "restano sproporzionate rispetto alla gravità dei reati, rendendo difficile ottenere condanne efficaci e con effetto deterrente, restando inadeguate sia sul piano preventivo che repressivo".  In particolare riferimento ai più noti casi di cronaca con vittime gli animali, come il caso del cane Aron bruciato vivo dal suo umano, o del gatto Grey ucciso dopo essere stato buttato con un calcio in una fontana gelata, gli attivisti sottolineano che gli autori di questi crimini "potranno continuare a beneficiare di un trattamento di favore, rendendo le pene inefficaci sia sul piano preventivo che repressivo.

Altra critica riguarda invece la mancata introduzione del divieto di detenere animali per chi li maltratta, li uccide o li impiega nei combattimenti.

“Non possiamo non sottolineare che tra gli aspetti negativi, c'è la possibilità di derogare al generale divieto di detenzione di cani e gatti alla catena o con altro strumento similare purché non ne impedisca il movimento. Un vero paradosso visto che la legge vuole contrastare il maltrattamento contro gli animali” ha dichiarato Innocenti di LAV.

Aspetti positivi però ci sono, come sottolinea Innocenti: "Tra i principali segnaliamo la previsione della pena pecuniaria congiunta a quella detentiva sia per il reato di uccisione che per quello di maltrattamento, di alcune aggravanti, così come la disposizione che consente di punire più severamente la morte dell’animale a seguito della somministrazione di stupefacenti e altre sostanze vietate. Sicuramente un passo avanti rispetto al passato".

L'Oipa: "Passo avanti atteso da anni"

Non tutte le associazioni però hanno criticato la riforma Brambilla. L'Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), ad esempio, aveva sostenuto fin dall’inizio la riforma: "Finalmente l’Italia compie un passo che aspettavamo da anni. È un riconoscimento importantissimo: gli animali non sono più oggetti da considerare in funzione dell’essere umano e della sua compassione, ma individui senzienti che possono essere vittime dirette di reati – commenta Massimo Comparotto, presidente dell’OipaA Italia – “Con l’aumento delle pene, l’introduzione di aggravanti, così come di nuovi reati e la costituzione di strumenti processuali più forti in favore degli animali, questa riforma ha sicuramente fatto un passo avanti nella tutela di chi non ha voce".

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