;Resize,width=638;)
Nel deserto del Gobi, in Asia centrale, è riemerso dalla sabbia un nuovo fossile che racconta la storia di un piccolissimo e antico protagonista di un mondo ormai perduto: un mammifero delle dimensioni di un roditore che si muoveva silenzioso all'ombra dei giganteschi dinosauri. È stato chiamato Ravjaa ishiii e a scoprirlo è stato un gruppo di paleontologi dell'Okayama University of Science in Giappone e dell’Istituto di Paleontologia e Geologia dell'Accademia delle Scienze della Mongolia.
Il fossile, composto esclusivamente da una minuscola mandibola lunga appena un centimetro, è stato trovato nel 2019 durante una spedizione nella Formazione Baynshire, in Mongolia, una zona fossilifera risalente al Cretacico superiore, il periodo che va tra i 100 e i 66 milioni di anni fa, quando un asteroide mise fine all'era dei dinosauri. Ravjaa apparteneva a una famiglia di mammiferi oggi completamente estinta, ovvero gli zhelestidi, antichi placentati tipici del Cretacico.

Tuttavia, qualcosa in quella piccola mandibola non tornava: i molari erano molto più alti del solito e la forma era così particolare rispetto alle altre specie note da meritarsi la classificazione in un genere tutto nuovo. Inoltre, è la prima volta che viene rinvenuto uno zhelestide in Mongolia. Questo significa che questi antichi mammiferi non vivevano esclusivamente lungo la costa, come ipotizzato in precedenza, ma anche nell'entroterra che oggi costituisce il deserto del Gobi.
La scoperta di questo nuovo piccolo mammifero, descritto tra le pagine della rivista Acta Palaeontologica Polonica, ha anche un risvolto di tipo ecologico molto più profondo. Il periodo a cui risale coincide infatti con la diffusione delle prime piante a fiore sul Pianeta. I suoi molari robusti e adattati a rompere semi e frutti potrebbero quindi suggerire che questi piccoli mammiferi stavano già approfittando di queste nuove risorse comparsa da poco sulla Terra, in un mondo che era ancora dominato dai dinosauri.

A quel tempo, i mammiferi erano quasi tutti piccoli come Ravjaa, spesso notturni e arboricoli, e vivevano all'ombra dei giganteschi dinosauri, che avevano già occupato tutte le più importanti nicchie ecologiche. Poi, 66 milioni di anni fa, quando l'asteroide spazzò via tutti i dinosauri non aviani quelle nicchie rimasero vuote e così, da animali più o meno simili a Ravjaa, i mammiferi diedero il via alla radiazione adattativa che portò all'evoluzione di tutte le forme, le dimensioni e le specie che vediamo oggi, inclusa la nostra.
Il nome scientifico di questa nuova specie, invece, rende omaggio a due figure molto importati: Dulduityn Danzanravjaa, scrittore, pittore e monaco buddhista del XIX secolo molto venerato in Mongolia, e Kenichi Ishii, ex direttore del Museo di Scienze Naturali di Hayashibara, in Giappone, che ha contribuito a costruire una fruttuosa collaborazione paleontologia tra le due nazioni. E tutto questo, solo grazie a una minuscola mandibola trovata nell'immensità del deserto del Gobi. Anche questo è il bello della paleontologia.