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22 Ottobre 2025
17:04

Rosalia alpina: il coleottero più bello d’Europa si è stabilito anche in Italia

Nel bosco di Castelvecchio, in Alto Adige, è stata scoperta nell’estate 2025 una popolazione stabile del rarissimo coleottero Rosalia alpina. Oltre 50 esemplari confermano che la specie, considerata scomparsa in Alto Adige, si riproduce qui stabilmente.

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Rosalia alpina nei Boschi di Caldaro (Foto di Annamaria Pernstich)

Nell’estate del 2025 è stata scoperta nel bosco di Castelvecchio, a Caldaro, una popolazione stabile del rarissimo cerambice alpino Rosalia alpina, uno dei coleotteri più grandi e belli d'Europa. Negli anni scorsi, sempre in Alto Adige erano già stati osservati singoli esemplari dalla inconfondibile livrea di colore azzurro, ma ora è certo: il cerambice alpino ha trovato qui un habitat permanente e si sta riproducendo.

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Nel bosco di Castelvecchio sono stati documentati oltre 50 esemplari di questa specie altamente protetta, un dato eccezionalmente raro. “Questo ritrovamento dimostra che il bosco di Castelvecchio è in buona salute e possiede un’elevata biodiversità”, spiega l'entomologo Fausto Leandri.

Con le sue ali di un azzurro brillante e le lunghe antenne ad anelli neri, il cerambice alpino è tra i più grandi e affascinanti coleotteri d’Europa. In Alto Adige era considerato scomparso da tempo. La popolazione ora confermata a Caldaro si trova al limite settentrionale del suo areale di distribuzione in Italia, in Trentino, infatti, non ne è ancora stata accertata la presenza.

Questa importante scoperta è il risultato delle ricerche congiunte dell’entomologo Leandri, delle associazioni Unser Wald – Il nostro bosco; del WWF Trentino-Alto Adige/Südtirol; dell’Associazione Biologi dell’Alto Adige,e del monitoraggio scientifico di Eurac Research.

Tutelare i vecchi faggeti per proteggere la rara Rosalia alpina

Le osservazioni sono state ufficialmente comunicate alle autorità competenti dal WWF Trentino-Alto Adige/Südtirol e dall’associazione Unser Wald, con l'obiettivo di porre sotto tutela speciale il faggeto sopra Caldaro, proprio per garantire la sopravvivenza di questa specie minacciata a livello europeo. I vecchi faggeti e i tronchi in decomposizione, infatti, costituiscono l’habitat vitale per le larve del cerambice alpino, ed eventuali interventi programmati, come la costruzione di bacini di accumulo idrico nell’area interessata, secondo esperti e attivisti potrebbero mettere in pericolo questo ecosistema delicato.

"Questo ritrovamento è un forte segnale del valore ecologico del bosco di Castelvecchio – sottolinea Aaron Iemma, presidente del WWF Trentino-Alto Adige/Südtirol – Conferma che in Alto Adige esistono ancora foreste naturali di grande pregio – che meritano la massima protezione".

Anche Anna Maria Ramoser, presidente dell’associazione Unser Wald – Il nostro Bosco, aggiunge: "Il fatto che il cerambice alpino si riproduca qui è un importante risultato per la tutela della natura e ci richiama alla responsabilità di preservare questo patrimonio naturale – per noi e per le generazioni future".

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