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Il salto mortale nel fuoco, che tanto eccitava spettatori paganti con tanto di figli al seguito, non si vede più nei circhi d'Italia ma il nostro Governo proprio non riesce a fare ciò che da anni è stato dato "per certo" e invece continua ad essere procrastinato: vietare la presenza di animali nei circhi.
Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha ancora una volta deciso che non siamo un Paese evidentemente pronto a rinunciare del tutto allo sfruttamento degli altri animali, tanto che è stato approvato un disegno di legge che rinvia il decreto attuativo del Codice dello Spettacolo che era stato approvato in via definitiva nel luglio 2022 per andare a sostituire la precedente normativa, decaduta del 2019.
Sembra quasi inutile, ormai, contare le volte in cui l'attuazione è stata rimandata e le promesse fatte dai vari ministri che se ne sono occupati, Sangiuliano prima, Giuli adesso. Proprio quest'ultimo si era speso con fervore durante un question time alla Camera arrivando a dire che si era in procinto di attuare la normativa solo qualche mese fa.
Si va avanti dunque così dal 2022 e rimangono inascoltati gli stessi cittadini italiani che chiaramente hanno espresso la loro contrarietà a questa pratica che continua ad essere parte della cultura circense. La Lav, sempre in prima fila in questa battaglia di civiltà, ha raccolto nel tempo ben 240 mila firme a tutela di esseri senzienti che vengono sfruttati per puro business. "Sconcertante, incredibile, una nuova lavata di mani– ha commentato Gianluca Felicetti, presidente dell'associazione – Per la terza volta il Governo Meloni proroga la sofferenza degli animali sfruttati nei circhi e allontanare la data per il rilancio di uno spettacolo davvero umano con l'allineamento dell'Italia agli oltre cinquanta Paesi al mondo che hanno già fatto questa scelta di civiltà".
Ma non sono solo le associazioni animaliste che continuano a ribadire quanto sia anacronistico l'impiego degli animali nei circhi: qualora non basti l'espressa sensibilità dell'opinione pubblica sulla contrarietà a questa forma di spettacolo, sono scesi in campo da tempo anche i veterinari. La Federazione Nazionale degli Ordini ha espresso molte volte parere contrario e spiegato i motivi per cui questi animali vivono vite in cui sono privati dei bisogni essenziali e in cui, spesso, si sconfina nel vero e proprio maltrattamento. Lo stesso hanno fatto anche singoli enti pubblici, Consigli regionali come quelli di Lombardia e Lazio, e tantissimi consigli comunali.
Questa volta, poi, la scelta dell'esecutivo è stata ancora più "forte", presentando un Disegno di Legge apposito per lo spostamento temporale che rimanda l'attuazione, qualora mai ci sarà a questo punto, al 31 dicembre 2026. E il Governo ha anche agito con grande anticipo, considerando che la data prevista era quella del 17 agosto 2025: magari si agisse con tanta celerità per fare qualcosa di utile davvero a tutela degli altri esseri viventi o anche solo per risolvere altri problemi quotidiani della cittadinanza.
Sono più di 2000 gli animali che ancora sono utilizzati negli spettacoli circensi. Le specie sono sempre le stesse, quelle selvatiche che dovrebbero vivere in contesti chiaramente completamente diversi rispetto a gabbie e tendoni: cammelli, elefanti, leoni, tigri, ippopotami e varie specie di serpenti giusto per citarne alcune.
C'è qualcosa di stridente ed evidente, allo stesso tempo, nella politica attuata dall'attuale Governo in materia di benessere animale. Questa (non) decisione, infatti, arriva dopo pochi giorni dalla nuova legge che disciplina il reato di maltrattamento animale in cui la parola chiave è stata quella di inasprire le pene. Ma nel dettato normativo si è fatto anche un passaggio concettuale molto importante, ovvero cambiare la dicitura da "Dei delitti contro il sentimento per gli animali" a"Dei delitti contro gli animali". Ciò dovrebbe significare che di fondo ormai chiunque sieda sugli scranni del potere esecutivo abbia accettato e compreso che le altre creature che abitano il mondo sono soggetti di diritto.
Eppure non guardare dentro i tendoni dei circhi significa ancora una volta concepire alcuni animali come di serie A e altri di serie B. I primi sono cani e gatti, gli animali familiari, quelli di cui poi si ritiene che alle persone interessino di più perché la sensibilità comune media ormai li considera appunto parte della famiglia. I secondi rimangono sempre i selvatici che però non sono manco ignorati dalla politica, ma posti sotto un mirino vero e proprio, come dimostra anche quanto sta succedendo per la riforma sulla legge della caccia tanto voluta dal ministro Lollobrigida.
Il circo della politica, dunque, è quello che sta portando avanti uno spettacolo vero e proprio, come clown o funamboli sul filo del consenso di pochi e con grande disattenzione alla contrarietà di tanti. Ma si continua senza sosta ad andare avanti e a fare salti mortali, questi sì, che sommariamente sembrano non avere senso ma che se guardati da vicino sembrano invece strizzare l'occhio a un certo elettorato, andando appunto a interessarsi molto poco davvero degli animali e a tutelare alcuni interessi come se si trattasse di una caccia al voto oltre che agli altri abitanti del Pianeta.
Lì dove l'esecutivo dunque procede su una linea che sembra dritta, a questo punto, perché non presenta deviazioni dal punto di vista ideologico, c'è un Parlamento che dovrà ora dire la sua su questo ennesimo rinvio. Dalle opposizioni arriva l'eco di una battaglia a colpi di "non passeranno" ma ancora una volta deve essere la società civile a non arrendersi. Sono state già tante le manifestazioni di famiglie, con tanto di bambini al seguito, che hanno chiaramente espresso il "no" che gli italiani non riescono a far arrivare alle orecchie di chi comanda. Speriamo che la loro voce si levi ancora e che non rimanga inascoltata: è la voce di chi non vuole crescere i governanti del futuro chiusi nella gabbia mentale dell'inconsapevolezza o del menefreghismo della sofferenza di altri esseri senzienti.