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Reggie, il delfino solitario che nuota e “gioca” coi bagnanti: perché è un rischio per tutti

In Dorset, in Inghilterra, un delfino solitario chiamato Reggie nuota e interagisce ormai da settimane con bagnanti e imbarcazioni. Ma non è un gioco né una buona notizia: l'abitudine agli esseri umani mette in pericolo lui e le persone. Ecco perché non bisognerebbe mai avvicinarsi a un delfino.

26 Agosto 2025
10:45
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Screenshot da video via X

Da qualche settimana, nelle acque di Lyme Bay, lungo la costa del Dorset, in Inghilterra, c'è un "ospite" che sta attirando l'attenzione di turisti e residenti. Si tratta di un tursiope solitario, battezzato "Reggie" dalla Marine Management Organisation per ragioni di identificazione, ma che molti ormai considerano quasi una mascotte della baia. I video che circolano sui social lo mostrano mentre si avvicina ai bagnanti, gioca con i kayak e nuota tra i turisti incuriositi.

Alcuni media hanno persino parlato di un delfino "in cerca di coccole sulla pancia". Ma la realtà, spiegano gli esperti, è molto più complessa e – soprattutto – meno rassicurante: un delfino solitario, confidente e che interagisce in questo modo con le persone è un pericolo in primis per se stesso, ma anche per gli umani.

Perché c'è un delfino solitario in mezzo ai bagnanti

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I giovani tursiopi maschi spesso si allontanano dal gruppo di nascita, finendo talvolta per incrociare noi esseri umani

I delfini vivono in società molto complesse chiamate fission-fusion society, in cui i diversi sottogruppi si formano e si sciolgono di continuo. A volte, soprattutto i maschi giovani, scelgono di staccarsi dal proprio gruppo per periodi più o meno lunghi. Quando accade, a causa dell'inesperienza, della curiosità e della solitudine, possono diventare particolarmente socievoli con altri animali, inclusa la nostra specie. Vengono anche chiamati "delfini solitari-socievoli" e sono comunque rari: negli ultimi 35 anni, nelle acque britanniche ne sono stati osservati soltanto 16.

Reggie è uno di loro, ma problema è che la sua solitudine si è intrecciata troppo presto con la presenza umana. Secondo gli esperti della Whale and Dolphin Conservation, il delfino ha già raggiunto la fase più avanzata del processo di abituazione al contatto umano: non solo si lascia avvicinare, ma nuota e interagisce con chiunque entri in acqua. Un processo che normalmente richiede mesi, nel suo caso è avvenuto in poche settimane. Un animale si comporta in questo modo, viene definito "confidente". E non è una buona notizia.

Un delfino "amichevole" non è un giocattolo: rimane un animale selvatico

Definire Reggie come un animale "in cerca di coccole" è ifnatti un errore molto grave, ha spiegato al Guardian Liz Sandeman di Marine Connection, che da oltre trent'anni studia questi casi. "Non sta chiedendo carezze. È un animale selvatico di circa 450 chili, giovane, curioso e sempre più irruento. Non sa ancora quanto può essere pericoloso, ma crescendo diventerà molto più forte. La situazione non è pericolosa perché il delfino è aggressivo: lo è perché rischia di fare del male senza rendersene conto".

Già nelle scorse settimane sono stati infatti segnalati episodi di interazioni troppo ravvicinate e veementi, con nuotatori che sono stati spinti sott'acqua e kayak quasi rovesciati. Il comportamento di Reggie non è volutamente violento o aggressivo, ma è semplicemente così che questi cetacei interagiscono tra loro: con forza e molto contatto fisico. Il vero problema, quindi, è il comportamento umano. L'entusiasmo e il desiderio per certi versi comprensibile di avvicinarsi a un delfino in mare possono trasformarsi in un rischio molto concreto.

Il futuro di Reggie è in serio pericolo

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I delfini che si avvicinano troppo a persone e imbarcazioni sono un pericolo per loro stessi e per gli umani

Purtroppo, infatti, le storie di delfini "troppo confidenti" raramente hanno un lieto fine. Nel 2018, un maschio di tursiope conosciuto come Danny, che viveva sempre lungo le coste del Dorset, morì travolto da un'imbarcazione che aveva ormai imparato ad avvicinare senza alcun timore. "Succede sempre – ha sottolineato Sandeman -. Questi animali smettono di comportarsi come selvatici, si avvicinano alle barche, si espongono ai pericoli. E alla fine, sono quasi sempre condannati".

Lo stesso Reggie, del resto, porta già sul suo corpo cicatrici causate dall'elica di una barca, un segnale allarmante che "l'innaturale" vicinanza agli esseri umani sta già lasciando segni visibili. Inoltre, se il tursiope continuerà a interagire con irruenza e insistenza nei confronti delle persone e delle canoe, il rischio che qualcuno prima o poi si faccia male diventerà sempre più concreto. Se dovesse accadere, non si possono escludere interventi drastici, tra cui la cattura o l'abbattimento dell'animale.

Perché dobbiamo tenerci lontani

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I delfini sono animali selvatici e imprevedibili, avvicinarli significa costringerli a cambiare le loro abitudini, esponendoli a rischi mortali e mettendo in pericolo anche l’incolumità delle persone

Sebbene sia indubbiamente affascinante poter nuotare accanto a un delfino libero, la verità è che avvicinarlo non è mai un gesto innocente. L'MMO, gli esperti e le principali associazioni che si occupano di tutela del mare lo ripetono con forza da tempo: i delfini sono animali selvatici e imprevedibili, non attrazioni turistiche. Avvicinarli significa costringerli a cambiare le loro abitudini, esponendoli a rischi mortali e mettendo in pericolo anche l'incolumità delle persone.

Per questo – come per ogni animale selvatico grande e piccolo – le raccomandazioni sono chiare: mantenere almeno 100 metri di distanza, non cercare mai il contatto, non seguirlo con barche o kayak, non provare a toccarlo e, soprattutto, non pensare che sia un animale innocuo. Se un delfino si avvicina, la cosa migliore da fare è uscire dall'acqua o allontanarsi con calma. Reggie non è "pericoloso", ma ha incrociato la strada sbagliata, quella degli esseri umani. Il suo futuro, dicono i biologi, dipende da come reagiremo. Vederlo come un compagno di giochi significa condannarlo. Trattarlo come un animale selvatico, rispettando la distanza e rinunciando alla tentazione del selfie perfetto, è invece l'unico modo per dargli una possibilità.

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