
Uccidere un lupo costa ben 50 mila euro. Sì, avete letto bene: abbattere un individuo di questa specie, da poco tempo declassata da "rigorosamente protetta" a solo "protetta" in Europa e presto anche in Italia, è una spesa che preleva danaro direttamente dalle tasche dei contribuenti.
E' possibile oggi sapere esattamente a quanto ammonta l'eliminazione di un singolo lupo grazie alla risposta di Luis Walcher, assessore provinciale al Turismo, Agricoltura e Foreste della Provincia di Bolzano che ha dovuto rendere pubbliche le spese a seguito della richiesta di trasparenza che gli era stata rivolta dal consigliere Andreas Leiter Reber del gruppo parlamentare Freie Fraktion.
I conti sono presto fatti, andando ad analizzare tutte le voci di spesa citate dall'Assessore. Per monitorare e rintracciare il primo lupo che è stato abbattuto legalmente in Italia dopo più di 50 anni che non si uccidevano più esemplari appartenenti a questa specie, in Alta Val Venosta sono stati compiuti ben 27 voli in elicottero che hanno portato via dalle casse della Regione 22.511 euro.
La decisione di procedere all'abbattimento presa dalla Provincia di Bolzano con il via libera del Tar e il parere favorevole dell'Ispra, ha comportato poi il pagamento delle indennità di missione agli operatori coinvolti nell'attività di cattura e uccisione che si è svolta nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2025 che ha fatto lievitare i costi fino a 50 mila euro.
A rendere pubblico quanto accaduto è stato Stefano Fattor, Consigliere del Comune di Bolzano, che ha pubblicato un post sul suo account Facebook in cui descrive appunto quanto accaduto nella sua regione.
I conti non tornano nemmeno se paragonati agli indennizzi
Sul caso specifico si sono logicamente sollevate le associazioni di protezione animale ma una spesa del genere dovrebbe far insorgere preoccupazione rispetto all'amministrazione del nostro danaro a tutti, indipendentemente dall'essere attenti o meno alle politiche di gestione della fauna selvatica.
C'è anche un altro aspetto di spesa utile da conoscere per fare un paragone e comprendere l'esosità di quanto è stato stanziato per l'uccisione di un solo lupo. Nel 2021 il Consiglio provinciale ha stanziato 54.200 euro a favore degli allevatori che avevano subito perdite a causa dei lupi. Con l'aumentare degli esemplari presenti nell'area, nel 2023 la spesa è arrivata circa 100mila euro (99.209). Ragionando su queste cifre, sono comunque decisamente meno onerose rispetto all'aver speso così tanto per l'uccisione di un solo animale.
Come se non bastasse, il maschio abbattuto a 2800 metri d'altitudine in Alta Val Venosta non era stato individuato come "colpevole" degli attacchi subiti dagli allevatori ma era stato prescelto indifferentemente dal comportamento. L'animale era già stata oggetto di un lungo braccio di ferro durato più di un anno, su cui era intervenuto anche il Tar, ma che poi ha portato all'immediata esecuzione una volta sbloccata "la pratica".
Anche queste azioni legali hanno un costo, se ci riflettiamo, per una politica che ritiene l'abbattimento "l'arma" con cui risolvere un problema di convivenza in determinate zone del Paese. Senza dimenticare poi che il ritorno del lupo in Italia è stato caldamente voluto in passato, quando si rischiava davvero che la specie si estinguesse ma che ha portato ad una gestione non lungimirante della convivenza con gli allevatori della zona sottoposti al rischio di predazioni.
A dimostrazione della scarsa attenzione all'aspetto della vita in comune tra persone, animali domestici e predatori selvatici i lupi della zona sono stati ritenuti tutti responsabili delle uccisioni di alcuni animali da allevamento, circa 30, che erano accadute in tre diversi alpeggi nei territori comunali di Malles (frazione di Planol) e Curon ma appunto solo uno è stato eliminato.
La politica e i lupi: la situazione attuale in attesa del declassamento definitivo del lupo in Italia
Il declassamento del lupo in Italia ha già visto il primo passo per la sua attuazione con l'approvazione della Camera nell'agosto scorso della legge di delegazione europea con 122 voti a favore e ora si aspetta solo la conferma dal Senato perché diventi legge in modo definitivo.
Oggi questa notizia sui costi di un singolo abbattimento deve indurre la politica a prendere realmente sul serio azioni di questo tipo e non ad adeguarsi semplicemente a istanze che arrivano da politiche locali che mirano alla soluzione "più semplice", l'abbattimento appunto. Oltretutto questa modalità di risolvere il conflitto con il lupo, come dimostrato dalla presa di posizioni di diversi etologi ed ecologi a livello europeo, non ha alcuna evidenza scientifica che porti a confermare dei risultati positivi nella gestione della convivenza. Risulta infatti totalmente assente un indirizzo costante e non basato su indennizzi post predazioni che valuti in forma complessiva le diverse azioni da mettere in atto senza bisogno di procedere all'eliminazione degli animali, come ad esempio la messa in pratica di contributi per gli allevatori finalizzati all'apporre recinzioni elettriche e l'incentivare la presenza di cani da guardiania.