
Più o meno tutti conosciamo la migrazione degli uccelli, quella dei grandi mammiferi delle pianure africane oppure quella delle balene. I più appassionati probabilmente sapranno che anche alcuni insetti, come le famose farfalle monarca in America, compiono lunghi e faticosi viaggi migratori, nonostante le piccole dimensioni. Ma quanti sanno che anche alcune minuscole e colorate mosche migrano proprio come fanno gli uccelli e altri viaggiatori animali più famosi?
Non stiamo parlando delle fastidiose mosche che ronzano nella nostra cucina, ma dei sirfidi, ditteri dai colori simili a una vespa o a un'ape – con cui vengono spesso confusi – e che, oltre a impollinare piante e fiori, compiono migrazioni lunghe centinaia di chilometri. Abbiamo iniziato a scoprirlo da poco, ma uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Animal Ecology ha svelato un dettaglio sorprendente: queste mosche migratrici, durante i loro spostamenti, usano le piattaforme petrolifere come "isole" di sosta in mezzo al mare aperto.
I sirfidi, mosche travestite da api e vespe

I sirfidi sono una famiglia di ditteri – lo stesso gruppo di cui fanno parte mosche, moscerini e zanzare – diffusi in tutto il mondo e molto importanti per l'impollinazione di piante e fiori. Si vedono spesso svolazzare tra i prati fioriti oppure sospesi e immobili nell'aria come dei piccoli droni o elicotteri in miniatura. A differenza delle mosche che tutti conosciamo, però, non mangiano carne o sostanze organiche in decomposizione, ne depongono le uova tra gli escrementi o nel bidone dell'organico.
Gli adulti si nutrono di nettare e polline, diventando così impollinatori importanti quanto le api, se non di più, mentre le larve di molte specie si cibano di afidi e altri insetti dannosi per le piante, contribuendo così a contenere i danni alle colture. Sono quindi alleati molto preziosi sia per la biodiversità che per l'agricoltura. Ma sono anche maestri del travestimento, poiché hanno evoluto strisce gialle e nere simili a quelle di api e vespe per ingannare e spaventare eventuali predatori (e spesso anche noi), tranne una particolare e furba specie di uccello.
Le mosche compiono migrazioni invisibili sopra le nostre teste

Solo da pochi anni, però, gli scienziati hanno iniziato anche a studiare la portata delle loro migrazioni stagionali e più in generale degli insetti (migrano infatti anche libellule, farfalle, falene, cavallette e tanti altri). Non si tratta di brevi spostamenti, ma di veri e propri viaggi stagionali che qui da noi collegano il Nord e il Sud dell'Europa, molto simili a quelli compiuti dagli uccelli migratori più famosi e apprezzati. Alcune specie si spingono addirittura fino in Nord Africa, sorvolando persino il mare.
Queste minuscole mosche possono quindi seguire rotte e pattern migratori sorprendentemente simili a quelli di alcuni uccelli "a corto raggio", ovvero che non vanno più a sud del Nord Africa, come per esempio il pettirosso. Viste le dimensioni, lo fanno però sfruttando soprattutto i venti favorevoli, aspettando la corrente giusta per lanciarsi il volo e coprire così anche centinaia di chilometri. Durante l'estate, quindi, milioni di sirfidi si muovono attraverso il continente, contribuendo a impollinare piante selvatiche e coltivate su scale geografiche enormi.
Dove si riposano le mosche durante la migrazione: lo studio sulle piattaforme petrolifere nel Mare del Nord

Grazie a questo nuovo studio, condotto da un team dell'Università di Exeter, gli scienziati hanno però scoperto nuovi dettagli sull'affascinante migrazione di queste piccole mosche. I ricercatori sono infatti andati su una piattaforma petrolifera situata 200 chilometri al largo della Scozia, nel Mare del Nord, dove hanno osservato diverse specie, tra cui ben 121 individui di Episyrphus balteatus, un sirfide molto comune anche qui in Italia, che usano queste piattaforme per riposare durante le fatiche della migrazione in mare aperto.
Analizzandoli più nel dettaglio, inoltre, hanno anche trovato del polline sui corpi di più del 90% degli individui, proveniente da almeno 14 specie vegetali differenti, tra cui ortiche, sambuco, olmaria e piante coltivate come cereali, legumi, frutta e noci. Un dettaglio non da poco, che dimostra quindi come questi insetti siano in grado di trasportare il polline tra le diverse popolazioni di piante distanti tra loro anche centinaia di chilometri, collegando così colture ed ecosistemi che altrimenti resterebbero isolati.
Un ponte invisibile sopra mari e continenti

Il polline, insieme ai modelli dei venti, ha permesso anche di stimare l'origine di molti sirfidi ed è emerso che alcuni arrivavano dalla Germania settentrionale, dai Paesi Bassi o dalla Danimarca, a oltre 500 chilometri di distanza. Molti probabilmente erano ancora in migrazione verso nord, a giugno, mentre altri si muovevano verso sud, a luglio. Trasportando polline anche di piante coltivate su e giù per l'Europa attraverso il mare, questi insetti garantiscono quindi un servizio ecosistemico fondamentale, aiutando l'agricoltura e la riproduzione di molte specie coltivate.
Che minuscole mosche riescano a compiere imprese simili a quelle degli uccelli, spostando vita e polline da un luogo all'altro dell'Europa, è qualcosa che difficilmente avremmo immaginato anche solo qualche anno fa. Anche il fatto che viaggino in mare aperto e che utilizzino strutture artificiali come le piattaforme petrolifere per riposare – esattamente come fanno sempre gli uccelli con piccole isole e persino navi – è un comportamento per certi versi incredibile e del tutto inaspettato per un insetto che, se va bene, pesa meno di un grammo.