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25 Giugno 2025
9:44

Perché si parla di “lumache killer” di cani e quanto sono pericolose: possono arrivare anche in Italia? Facciamo chiarezza

Negli ultimi giorni si sta parlando molto di “lumache killer” e "strage di cani", ma l’allarme nasce in realtà da uno studio australiano su un verme parassita che rimane comunque raro. Nessun rischio concreto in Italia, dove il verme nematode non è presente.

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Dettaglio al microscopio del verme nematode Angiostrongylus cantonensis. Foto da Wikimedia Commons

Negli ultimi giorni, diversi media stanno parlando di un presunto allarme legato alla diffusione di "lumache killer" che fanno "strage di cani", con "rischi elevati anche per l'uomo". I titoli stanno generando molto confusione e una certa dose di allarmismo, spesso senza spiegare bene di cosa si stia parlando. L'origine di tutto è uno studio scientifico condotto in Australia sulla diffusione del verme parassita Angiostrongylus cantonensis di cui vi avevamo già parlato, che però è stato riportato in maniera molto approssimativa e sensazionalistica. Cerchiamo quindi di fare chiarezza su cosa sono davvero queste "lumache killer", quali rischi comportano e se dobbiamo preoccuparci anche qui in Italia.

Lumache killer e non solo: quali animali ospitano il parassita Angiostrongylus

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L’ospite finale dei vermi è il ratto, ma durante il suo ciclo le larve infettano anche chiocciole e lumache, suoi ospiti intermediFoto di University of Sydney

Al centro della vicenda c'è un verme parassita chiamato Angiostrongylus cantonensis, conosciuto anche come "verme della laringe del ratto". Si tratta di un nematode che, per completare il suo ciclo vitale, ha bisogno di diversi ospiti: tra questi, il più importante è il ratto, ma può infettare anche chiocciole e lumache, che fungono da ospiti intermedi. Attraverso i molluschi, il parassita può arrivare accidentalmente anche ai cani – e, seppur più raramente, agli esseri umani – causando una condizione potenzialmente grave, soprattutto a livello neurologico.

Il presunto allarme nasce dallo studio condotto dalla Sydney School of Veterinary Science e pubblicato ad aprile sul Journal of Infectious Diseases. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi alla diffusione del parassita tra i cani australiani nel periodo 2020-2024, individuando 93 casi confermati di angiostrongiliasi  localizzati principalmente nelle aree di Sydney e Brisbane. Si tratta di numeri non allarmanti, ma comunque di un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.

I ricercatori ipotizzano che tra i fattori che potrebbero questa diffusione ci siano l'urbanizzazione crescente, che aumenta il contatto tra animali selvatici e domestici, e il cambiamento climatico, che rende l’ambiente più favorevole alla proliferazione e alla sopravvivenza delle lumache e, di conseguenza, alla diffusione del parassita. Nonostante tutto, gli stessi autori dello studio sottolineano che si tratta ancora di un'infezione rara, in Australia.

Le "lumache killer" sono pericolose anche per gli umani?

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Il contagio di cani ed esseri umani avviene soprattutto attraverso il consumo di lumache e chiocciole infette

Il parassita può infettare anche gli esseri umani, ma bisogna precisare alcune cose. A. cantonensis entra generalmente nel corpo umano attraverso il consumo di chiocciole e lumache infette, oppure mangiando frutta e verdure crude contaminate. Una volta nell'organismo, il parassita può migrare verso il sistema nervoso centrale e causare una forma di meningite eosinofila, una condizione rara, ma potenzialmente grave e in erti casi letale.

Uno dei casi più famosi e tragici è quello di Sam Ballard, un giovane australiano che nel 2010 contrasse il parassita dopo aver mangiato una lumaca per gioco. Ballard entrò in coma per oltre un anno e riportò danni cerebrali irreversibili che lo portarono alla morte nel 2018. Tuttavia, anche nei paesi dove il parassita è presente, i casi umani sono comunque limitati e rari. I principali focolai si trovano nel Sud-est asiatico, in alcune isole del Pacifico e, più recentemente, in Africa e appunto in Australia.

L’infezione resta comunque rara e può essere prevenuta facilmente con buone norme igieniche: lavare bene frutta e verdura, evitare che i cani ingeriscano lumache, e proteggere gli alimenti dall'esposizione diretta con ambienti contaminati dal parassita.

Il parassita Angiostrongylus potrebbe arrivare anche in Italia?

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Il parassita è diffuso soprattutto nel sud–est asiatico, ma è stato segnalato per la prima volta nell’Europa continentale nel 2023, a Valencia

Attualmente, il verme parassita A. cantonensis non è presente in Italia e non sono note segnalazioni di contagi. Le uniche segnalazioni confermate per tutta l'Europa continentale sono state documentate nel 2023 tra i ratti della città Valencia, in Spagna. Il verme, come riporta lo studio pubblicato su The American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, è quindi arrivato anche in Europa continentale, prima era stato segnalato solo alle Canarie e a Maiorca, quindi sulle isole.

Si tratta comunque di una presenza sporadica e ancora localizzata, che non rappresenta al momento una minaccia concreta né per gli animali domestici né per gli esseri umani, soprattutto nel nostro Paese. Va però detto che, come molti parassiti e vettori, anche Angiostrongylus è potenzialmente in grado di espandere il proprio areale. I cambiamenti climatici, l'importazione di piante o animali infetti e la globalizzazione in generale possono favorire la sua diffusione ed è giusto monitorare la situazione.

Lo studio australiano è quindi reale, segnala un aumento del rischio per i cani in Australia, ma riguarda una situazione specifica e localizzata. L'allarme lanciato in Italia è stato travisato e amplificato, generando un'eco sproporzionata rispetto al rischio concreto. Non c'è nessuna "strage di cani", nessun pericolo imminente per gli esseri umani. È solo una questione da conoscere, monitorare e, soprattutto, da raccontare con molta attenzione.

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