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Una mamma orca è stata avvistata mentre portava il suo cucciolo morto sul muso, con ancora il cordone ombelicale attaccato al corpo. È successo lo scorso 12 settembre nelle acque dello Stretto di Rosario, in Argentina, ma non è la prima volta che questo comportamento viene osservato. Spesso è interpretato come un segno di lutto, ma per capire meglio questo comportamento abbiamo chiesto a Maddalena Jahoda, biologa marina e ricercatrice dell'istituto Tethys di cui è responsabile della comunicazione scientifica.
Perché le mamme orche che perdono i loro piccoli li trasportano sul muso?
Quando nasce un cetaceo, quindi un mammifero, ha bisogno di prendere subito il primo respiro, per cui la mamma, a volte anche coadiuvata da altri appartenenti al branco, lo spinge in superficie. Analogamente, se un compagno sta male, i componenti del branco lo tengono in superficie per non farlo affogare. Quando un piccolo muore, evidentemente subentra questa loro predisposizione a cercare di tenerlo in superficie.
L'atto di spingere il cucciolo morto sul muso è stato osservato già tra le orche residenti meridionali del gruppo familiare J Pod. Può trattarsi di una tradizione "familiare" del gruppo?
Sì, può essere, ma non appartiene solo a questo gruppo, perché il fenomeno è stato osservato anche in altri gruppi di orche, e anche in altri delfini, come ad esempio nei tursiopi. Inoltre, un caso analogo è successo proprio a "casa nostra", precisamente vicino al golfo di Genova, nel dicembre 2019. Un gruppo di orche – provenienti dall’Islanda, come si era stabilito in seguito – era entrato in Mediterraneo: un maschio, tre femmine adulte e un piccolo. Stazionarono a lungo di fronte a Voltri, vicine a costa, apparentemente in difficoltà. Il piccolo purtroppo morì e la mamma lo portò in giro, sul rostro per 4 lunghi e strazianti giorni.
Sappiamo che le orche hanno tradizioni e culture che si trasmettono attivamente all'interno del loro gruppo sociale. Quello di portare il piccolo sul muso può essere un rituale di elaborazione del lutto?
Le orche sono delfini molto sociali che vivono in gruppi matrilineari, i cui individui restano uniti per tutta la vita. Da una parte la scienza può spiegarci come nasce questo comportamento, detto “epimeletico”, ma è difficile non pensare che questi animali abbiano il senso del “lutto” e non riescano a farsi una ragione della morte di un piccolo. Come noi, anche loro partoriscono un piccolo alla volta, dopo una lunga gestazione, quindi investendo molto su ogni singolo figlio. La perdita di un neonato è quindi sempre un fatto grave per un gruppo.