UN PROGETTO DI
9 Settembre 2025
12:39

Perché le orche attaccano le barche nello Stretto di Gibilterra. L’esperta: “È una moda tra i giovani”

Le orche iberiche continuano ad attaccare le imbarcazioni nello Stretto di Gibilterra e lungo la costa occidentale tra Spagna e Portogallo, prendendosela soprattutto i timoni delle barche a vela. Dal 2020 a oggi sono stati registrati almeno 500 interazioni nella zona con 7 affondamenti. Secondo la ricercatrice Maddalena Jahoda, dell'istituto Tethys, non si tratta di aggressività, ma di un comportamento culturale e nato dall'imitazione, e forse dal gioco.

Intervista a Maddalena Jahoda
Ricercatrice e responsabile della comunicazione scientifica dell'istituto Tethys
Immagine

Le orche che affondano le barche stanno tornando alla carica nello Stretto di Gibilterra e lungo tutta la costa iberica. Nelle ultime settimane il traffico marittimo si è intensificato e anche le orche che vivono a ridosso dello Stretto hanno ricominciato i loro attacchi alle imbarcazioni. Il 21 agosto hanno portato via il timone di una barca a vela tedesca a Vigo, in Galizia, e lo stesso è avvenuto anche il 30, quando hanno distrutto il timone di un'altra barca a vela in legno nell'estuario di Arousa, a Pontevedra.

Immagine
Le orche non affondano le barche sono nello Stretto di Gibilterra ma lungo tutta la costa iberica

La paura di chi frequenta questo tratto di mare è tanta come aveva spiegato a Fanpage.it anche il velista italiano Alessandro Tosetti raccontando dell'attacco subito lo scorso aprile durante un giro in solitaria intorno al mondo. Anche in quel caso le orche presero di mira soprattutto il timone, tranciandolo.

Immagine
Il timone della barca a vela di Tosetti tranciato dalle orche

Questi incidenti non avvengono da nessun'altra parte del mondo e per fare chiarezza sui motivi che spingono le orche ad agire così abbiamo raggiunto Maddalena Jahoda, ricercatrice dell'istituto Tethys di cui è responsabile della comunicazione scientifica.

Cosa sta succedendo nella zona dello Stretto di Gibilterra tra le orche e le imbarcazioni?

Non succede solo nello Stretto, tutta la costa occidentale tra Spagna e Portogallo, quindi dalla Galizia all'Andalusia, è interessata da questo fenomeno. Dal 2020 si registrano episodi che non hanno precedenti all'interno di questo gruppo di orche, circa una quarantina, residenti in quella zona.

Il discorso ci interessa anche perché lo Stretto è una porta sul Mar Mediterraneo e sull'Italia. È mai successero che le orche sconfinassero nel nostro mare?

Di solito non entrano nel Mediterraneo se non per il primo tratto dello Stretto, e solo quando ci sono i tonni, quindi è in primavera ed estate che tendono a sconfinare un po', ma per il resto restano fuori. Anche perché si tratta di orche residenti, cioè che hanno un areale ben preciso in cui si muovono.

Secondo molti, l'abitudine di attaccare le barche ha una componente culturale che si è diffusa in questo gruppo stanziato lungo la costa occidentale della penisola iberica. Cosa significa?

Le orche vivono in gruppi matrilineari, cioè sono guidati dalle femmine con più esperienza. Si tratta di famiglie allargate quindi chi nasce in un gruppo resta legato a quella famiglia per tutta la vita, mentre i maschi vanno solo a riprodursi altrove quando è il momento. Sono animali estremamente sociali e dalle grandi facoltà intellettive. Non sono tutte uguali, però, ci sono diversi ecotipi, cioè tipi di orche che si sono adattati all'ambiente in maniera specifica. Noi distinguiamo quelle residenti, che vivono sempre in una determinata zona, ad esempio sono molto studiate quelle del Pacifico, tra il Canada e gli Stati Uniti; ci sono poi quelle transienti, che invece si spostano e spesso sono specializzate nella caccia ai mammiferi marini, tra cui anche quelle che di solito si vedono intente a cacciare piccoli di otarie e foche in Patagonia.

Ogni gruppo quindi ha le sue abitudini, le sue specializzazioni, anche alimentari. Non agiscono solo di istinto, ma imparano dai componenti più anziani del gruppo.

Quindi affondare le barche è una tradizione che riguarda l'ecotipo che si trova nella zona iberica? 

Sì, è una cosa che al momento avviene solo lì, per quanto ne sappiamo, anche se ci sono delle eccezioni storiche. La comunità scientifica è abbastanza concorde nel sostenere che non si tratta di aggressività, né della volontà di ferire le persone che si trovano sulla barca, ma con ogni probabilità è un gioco oppure un allenamento. Queste due ipotesi non sono in contraddizione tra loro. Potrebbe essere una pratica iniziata tra i giovani che poi è diventata una sorta di "moda" e altri membri del gruppo li hanno imitati.

Affondano le barche senza rendersi conto che danno fanno alle persone e del rischio che corrono anche loro, perché il rischio è che qualcuno prima o poi intervenga perché le considera un problema troppo serio per le imbarcazioni.

Spesso però le persone raccontano di un vero accanimento delle orche. Non è possibile che sia un tentativo di predazione?

No, che si sappia le orche non hanno mai aggredito una persona in mare. È successo nei delfinari, dove sono stati uccisi degli addestratori, ma quella una situazione molto diversa. Dato che anche in questi casi recenti non si sono verificati incidenti in mare, a maggior ragione si pensa che gli animali non ce l'abbiano con le persone sulle barche.

Il velista italiano Tosetti ha riferito che nel porto di Tarifa, dove lo hanno portato dopo che la sua barca è stata quasi affondata nello Stretto, ci sono già delle vere e proprie spedizioni turistiche per andare a vedere le orche che attaccano le imbarcazioni. Questa circostanza potrebbe peggiorare il problema?

Più barche passano, più si rischia che le orche ci prendano gusto e la rifacciano, quindi l'ideale sarebbe di evitare la zona in maniera che questa abitudine magari passi da sé.

Alcuni propongono di insegnare alle orche a non attaccare, magari dissuadendole come si fa con i grandi carnivori terrestri, altri invece propongono di spostarle. Sarebbero soluzioni possibili?

Non saprei come, ma soprattutto non mi sembra neanche giusto. Capisco le esigenze della navigazione, ma non dobbiamo dimenticare che siamo noi che andiamo nel loro ambiente, siamo degli ospiti in mare, mentre quello è il loro territorio.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views