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I bovini domestici, quelli che chiamiamo comunemente mucche e tori, appartengono alla famiglia dei bovidi, lo stesso gruppo che comprende capre, pecore, antilopi, bufali, stambecchi e altri animali. Tutti questi animali condividono una caratteristica molto particolare: le vere corna. Ce l'hanno solo loro e se state pensando anche ai cervi (che non sono bovidi) vi state sbagliando di grosso. Le vere corna non vanno infatti confuse con le strutture attaccate sulla testa dei cervidi, chiamate palchi.
Quelle dei bovidi sono infatti permanenti, fatte di un nucleo osseo ricoperto da una guaina di cheratina, hanno una sola punta e crescono per tutta la vita dell'animale senza mai cadere. Al contrario, i palchi di cervi, alci e simili, sono ramificazioni ossee con più punte, che crescono e si rinnovano ogni anno: le hanno solo i maschi (quasi sempre) e li perdono alla fine della stagione riproduttiva per farli ricrescere l'anno successivo ancora più grandi.
Nei bovidi, invece, tutti i maschi hanno le corna e, in molte specie, le hanno anche le femmine. È una caratteristica così importante a livello evolutivo che è rimasta anche in molti bovini domestici. Tuttavia, la domesticazione e l'allevamento selettivo hanno portato alla nascita di centinaia di razze diverse, alcune selezionate proprio per non avere le corna, in modo da rendere gli animali più gestibili o meno pericolosi all'interno delle stalle.
A cosa servono le corna delle mucche?

Per capire come mai questi animali hanno le corna e cosa servono dobbiamo fare un passo indietro nella storia evolutiva dei bovidi. Le corna si sono sviluppate in questo gruppo come strumenti multifunzionali: in natura servono per difendersi dai predatori, per stabilire le gerarchie sociali all'interno del gruppo e per competere per l'accesso alle risorse, come cibo o un potenziale partner. Nei bovini selvatici, come l'uro (Bos primigenius), l'antenato estinto delle mucche moderne, le corna erano lunghe, ricurve e imponenti.
Servivano soprattutto ai maschi nei combattimenti rituali, ma anche alle femmine per proteggere i piccoli o difendersi da eventuali predatori. Oggi, nei bovini domestici, le corna hanno perso in parte la loro funzione originaria, anche se non del tutto. Nei contesti rurali dove le mucche vivono all'aperto e si muovono in gruppo, le corna possono ancora avere un ruolo importante nella comunicazione e nelle dinamiche sociali, ne difendersi da predatori come orsi e lupi, ma anche per interagire con l'ambiente, per esempio spostando rami o grattarsi.
Come però è accaduto con i cani e tanti altri animali domestici allevati dall'uomo, la selezione ha portato alla nascita di tantissime razze in tutto il mondo. Alcune possiedono corna enormi, come molti bovini domestici asiatici o africani, altre invece le hanno completamente perse o quasi. A volte si è trattato di una perdita collaterale dovuta alla selezione di altri caratteri, altre volte è stato invece un tratto selezionato appositamente dagli allevatori per rendere gli animali più gestibili.
Come sono fatte le corna delle mucche

Le corna delle mucche e degli altri bovidi sono strutture vive e complesse. Al loro interno si trova un nucleo osseo, che è un'estensione del cranio, rivestito da una guaina esterna di cheratina, la stessa sostanza presente nello nostre unghie e nei nostri capelli. A differenza dei palchi dei cervidi, le corna non si ramificano e non si rinnovano ogni anno: una volta formate, crescono con l'animale e restano con lui per tutta la vita.
In alcuni casi, se danneggiate, le corna possono anche spezzarsi, ma non si rigenerano. Al loro interno ci sono inoltre nervi e vasi sanguigni, motivo per cui tagliare o rimuovere le corna di un bovino è un intervento che può causare molto dolore e sofferenza, va quindi eseguito con estrema cautela e solo quando strettamente necessario, per esempio quando alcune corna curve arrivano a ferire – a volte a letteralmente a perforare – con la punta il volto o gli occhi degli animali.
Nei cervidi, invece, i palchi sono totalmente ossei, privi di guaina cheratinosa, e vengono persi e rigenerati ogni anno in un ciclo scandito dalle stagioni e dagli ormoni. Crescono velocemente e sono spesso ramificati, il che li rende anche visivamente molto diversi dalle corna dei bovini. Inoltre, ce l'hanno solo i maschi (anche se alcune specie ne sono completamente sprovviste), a sottolineare il ruolo principale nella riproduzione. Gli unici cervidi a fare eccezione e ad avere i palchi in entrambi i sessi sono le renne.
Quali razze di mucche hanno le corna

Come già anticipato, non tutte le mucche hanno le corna, e questo dipende in gran parte dalla razza e dalla selezione genetica operata dall'essere umano. Alcune razze sono naturalmente prive di corna – e vengono chiamate polled, in inglese – mentre altre le sviluppano regolarmente. Tra le razze dotate di corna in entrambi i sessi troviamo per esempio l'iconica Highland, la razza scozzese con lunghi ciuffi e corna spettacolari.
C'è poi il bovino Watussi, conosciuto anche come Ankole-Watusi, una razza domestica africana caratterizzata da corna imponenti e arcuate, spesso lunghe oltre un metro. Anche alcune razze italiane, come la Chianina e la Podolica, conservano ancora le corna in entrambi i sessi. Ci sono poi diverse razze "polled", ovvero senza più le corna. Nell'Aberdeen Angus, per esempio, sia i maschi che le femmine non hanno corna, così come la Red Poll, originaria dell'Inghilterra, anche questa naturalmente senza corna.

La scelta di selezionare razze senza corna è quasi sempre legata a motivi di sicurezza (per evitare che gli animali si feriscano a vicenda o incidenti con le persone) e di praticità gestionale. Tuttavia, molte realtà legate all'allevamento sostenibile, "etico" e più "naturale" preferiscono mantenere razze "cornute", rispettando la storia naturale di questi animali e l'importanza che queste strutture hanno nella comunicazione e non solo. Un po' come gli allevatori che si rifiutano di estremizzare tratti e aspetto di alcune razze canine. Ma questa è un'altra storia.