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19 Giugno 2025
15:11

Perché i nidi di tartarughe marine non vanno mai spostati: dove si trovano e cosa fare quando ne vedi uno

Le tartarughe marine Caretta caretta nidificano anche in Italia, soprattutto nelle regioni del Sud. I nidi non vanno mai toccati o spostati: ogni intervento può danneggiarli e compromettere la sopravvivenza dei piccoli al suo interno. Se ne trovi uno, non avvicinarti e avvisa subito le autorità competenti per proteggerlo correttamente.

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Negli ultimi anni, le spiagge italiane sono diventate sempre più frequentate dalle tartarughe marine della specie Caretta caretta per nidificare. In particolare, le coste del Sud Italia sono quelle dove arriva il maggior numero di mamme tartarughe: Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, ma anche in Sardegna e, recentemente, in alcune località del Lazio e della Toscana. È quindi sempre più probabile l'ipotesi di imbattersi in uno di questi nidi durante una passeggiata passeggiata sulla spiaggia. È bene quindi sapere esattamente come comportarsi.

I nidi delle tartarughe marine non devono essere toccati o spostati. Il luogo scelto dalla femmina infatti non è casuale e dipende da fattori come la temperatura della sabbia, l'esposizione al sole e l'assenza di ostacoli. Modificare una di questa condizioni, anche se in misura minima, può distruggere le uova o uccidere gli embrioni al loro interno, pregiudicando le future generazioni di tartaruga.

Dove e quando nidificano le tartarughe marine in Italia?

In Italia, la specie di tartaruga più comune è la Caretta caretta. Per deporre le loro uova le tartarughe scelgono sempre di più l'Italia: quella del 2024 è stata una stagione da record con ben 601 nidi censiti dai volontari. In testa alla classifica del boom c'è la Sicilia con 190 nidi tra le province di Siracusa, Ragusa, Agrigento e Trapani. Segue la Calabria con 147 nidi, mentre la Campania si conferma la terza regione più gettonata da mamma tartaruga, specialmente sul litorale domizio-flegreo e nel Cilento. A scendere troviamo: Puglia, concentrati per la maggior parte in province di Lecce; Toscana con 24 nidi localizzati principalmente sui litorali delle province di Lucca e Livorno. Nel Lazio, sono stati trovati 14 nidi nelle località balneari di Ostia, Torvaianica e Tarquinia, ma anche tra Sabaudia, Nettuno e Terracina. 7 i nidi registrati in Sardegna, principalmente nella parte meridionale dell’isola. C'è anche la Basilicata nel conto. Chiudono la classifica la Liguria; l’Abruzzo; e le Marche con un unico caso sul litorale della provincia di Ascoli Piceno.

Il periodo di nidificazione va da fine maggio a metà agosto. Durante questi mesi le femmine arrivano a riva nel buio della notte per deporre le uova nella sabbia, usando le pinne posteriori per scavare un nido. Dopo la deposizione delle uova, riempiono il nido spazzandolo con le pinne posteriori prima di tornare in mare. Il nido è riconoscibile proprio grazie alla presenza dei tipici "segni a U" sulla sabbia che svelano il passaggio di mamma tartaruga e il suo ritorno in mare a seguito della deposizione.

Una volta deposte le uova impiegano circa 40-60 giorni per schiudersi e le piccole tartarughe in breve tempo prendono il largo, tra i mille pericoli che le separa dal nido al mare. Tra le insidie ci sono anche gli esseri umani che con lo sfruttamento selvaggio delle coste rischiano di compromettere la sopravvivenza delle future generazioni di tartarughe. Per questo è importante che il nido non venga mai toccato o spostato, ma monitorato da volontari esperti.

Cosa fare se si trova un nido di tartaruga in spiaggia

Se stai passeggiando lungo la riva e trovi una traccia che disegna una "U" dalla battigia al mare, con tutta probabilità hai trovato un nido di tartaruga. Per prima cosa sappi che non devi assolutamente toccarlo. Niente scavi, niente avvicinamenti troppo ravvicinati, e soprattutto, non disturbare o spostare sabbia o oggetti nelle vicinanze. La cosa giusta da fare è allontanarsi e poi avvisare la Capitaneria di Porto, le associazioni ambientaliste come Wwf e Legambiente, e i centri di recupero delle tartarughe.

I nidi vengono poi protetti con recinzioni e segnalati da cartelli da parte delle autorità, e la schiusa monitorata dai volontari.

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